San Marino. Lorenzo Forcellini Reffi (DML): “Accordo di associazione con l’Europa: si, ma facendo le cose per bene”

La scorsa settimana ho partecipato alla serata pubblica promossa dal Governo al fine di informare la popolazione sull’accordo di Associazione con l’Unione Europea e, anche in questo caso, esprimo qualche considerazione. Sicuramente non ho apprezzato il continuo ed esplicito compiacimento rispetto ad una sala “piena”, sintomo inequivocabile – almeno a detta di chi parlava – dell’affezione della cittadinanza alla politica perchè le cose non stanno così. La sala non era piena: molte delle persone presenti erano politici e addetti ai lavori. In condizioni normali, quando un Governo intero organizza una serata pubblica con l’aiuto di quattro partiti di maggioranza su un tema così rilevante, la gente dovrebbe stare in piedi fuori dalla sala. Al contrario di quanto sostenuto, infatti, a San Marino continuiamo ad avere un grave problema di disaffezione alla politica. Fare finta che così non sia per questioni di immagine non lo risolverà. Al contrario, finché non lo affronteremo in maniera seria e congiunta, certamente la situazione non cambierà. Passando all’Accordo di Associazione, avendo chiesto come Partito in tutti i modi possibili più informazione sul tema, ho ascoltato ciò che è stato detto e la mia percezione generale è che nessuno, Governo compreso, abbia capito cosa significhi davvero per il nostro Paese associarsi all’Unione Europea. Ho apprezzato il tentativo di porre domande dirette, da cosa cambia per San Marino nei vari settori il giorno dopo la firma a quanto ci costa questo accordo, perché sono esattamente le domande che ci stiamo facendo da anni. I Segretari, onestamente al di fuori di Beccari, hanno risposto perlopiù lanciandosi in premesse talmente lunghe che, alla fine del “Credo”, non c’era più spazio per altro. Ci è stato detto che l’entità dei costi da sostenere è riportata a pagina 31 di una relazione discussa in Consiglio. Quelli che sono stati accennati mi lasciano perplesso, come l’aumento stimato delle assunzioni nella PA del 4%, equivalente a 40 persone. Nella PA ci lavorano più di 4000 persone, il 4% corrisponde a 160. Se anche il riferimento fosse alla PA non allargata, i dati ci parlano di 2.233 assunti. Il 4% sono 90 persone: qualcosa non torna. Ci hanno detto che questa associazione impatterebbe complessivamente nei cinque anni meno di un milione e mezzo di Euro sulle casse dello Stato. Se consideriamo una media di 35.000 Euro annui su 90 persone (media probabilmente al ribasso) il risultato è di più di tre milioni annui. Poi si profilerebbe l’adeguamento di tutto il resto. Se anche lo si vuol considerare come un investimento, i numeri quadrano? Mah… Proseguendo, il Governo ha dichiarato che la ratifica dell’Accordo quasi certamente sarà in capo ai ventisette Paesi UE, ma che dobbiamo stare “tranquilli”, dal momento che tutti si sono detti d’accordo, e che comunque entrerà tutto in vigore subito dopo la firma, ben prima della loro ratifica. Oltre al fatto che il Presidente Macron recentemente non è parso particolarmente conciliante, e non volendo ricordare che fine ha fatto “Tranquillo”, mi chiedo: ma se nel frattempo dovesse cadere il governo in uno dei ventisette e quello nuovo non fosse d’accordo? Mah…

Passiamo alla questione del mercato unico. È stato detto che sarà un’occasione straordinaria per le imprese, che dopo la firma potranno raggiungere migliaia di clienti di un mercato più ampio. Eppure, il Segretario all’Industria ci ha raccontato che, già oggi, le Industrie Sammarinesi vendono all’interno dell’Unione Europea il 90% dei prodotti. Dunque, se il mercato è già quello, che cosa ricaveremmo di più? Posso pensare che la necessità delle imprese sia giustamente quella di commercializzare a parità di condizioni delle Aziende Europee, ma la differenza allora non sta nel numero di clienti raggiungibili, quanto nella risoluzione del famoso T2. L’Accordo però, non risolve di per sé il problema T2 e pare non lo risolva nemmeno un ipotetico passaggio al sistema IVA, perché San Marino è comunque considerato Paese terzo. Mah… Durante l’incontro, le Associazioni di Categoria hanno tentato di dire che finalmente avremo un Paese con meno burocrazia e più digitalizzazione. Il che è fantastico, ma mi sorge una domanda: posto che l’Europa non è certo famosa per la poca burocrazia, un Paese sovrano deve aspettare i tempi dell’UE o di chissà chi altro per comprendere che deve investire sulla digitalizzazione? Se davvero l’obiettivo del Governo fosse stato quello di tagliare la burocrazia, perché non è intervenuto con misure mirate? Se avessimo voluto accelerare sulla digitalizzazione, perché non ci siamo impegnati a farlo (o perché non ce l’hanno fatto fare)? Perché le opportunità che San Marino aveva concretamente sul tavolo (Amazon, EnelX, Alpitour, Hard Rock, solo per citarne alcune) sono state rifiutate e ora ci viene detto che non vi è una strada alternativa di sviluppo? Sul tema referendum, la risposta è sempre la stessa, talmente importante che non lo vogliono fare. La percezione è che non si comprenda la necessità di una legittimazione popolare. (evitando ovviamente le dinamiche da “tifoseria”). Chiudo con un pensiero su un concetto espresso al termine della serata dal Segretario Beccari, il quale ha detto di essere scandalizzato perché c’è chi, potendo farlo, prende il passaporto estero per accedere a servizi Europei o allo SPID Italiano. Ora mi chiedo: al di là dell’Accordo di Associazione, chi avrebbe dovuto preoccuparsi, soprattutto negli ultimi vent’anni, di fare in modo che i Sammarinesi con passaporto sammarinese potessero accedere ai servizi Europei o allo SPID tramite accordi appositi, se non la Segreteria Esteri? Questo è il quadro d’insieme. Da queste poche righe, credo si comprenda facilmente che la serata mi ha lasciato più domande che risposte. Vorremmo pro e contro chiari: l’Europa deve essere un’opportunità, ma è NECESSARIO sapere quale opportunità! Citando Enzo Merlini, si va in Europa perché dobbiamo o perché lo vogliamo? La nostra risposta, come DOMANI – Motus Liberi, così come detto anche da Francesca Busignani, è sempre stata che ci vogliamo andare, ma facendo le cose per bene. Non per “tentare l’avventura” e poi uscire dal retro se non ci piace.

Comunicato stampa – LORENZO FORCELLINI REFFI Presidente di DOMANI – Motus Liberi