San Marino. L’ospedale continua a perdere “pezzi”: annunciata la fuga di un altro primario… Intanto si pensa di reclutare medici dai paesi extra-Ue … di Enrico Lazzari

Un altro pezzo da novanta del servizio sanitario sammarinese sarebbe in procinto di lasciare il suo delicato incarico. Nei giorni scorsi, infatti -come si apprende da indiscrezioni interne all’ISS- un altro primario avrebbe manifestato la sua intenzione di andarsene. Per ora non si sa di più, se non che il confronto fra il medesimo e i vertici politici e gestionali dell’Iss, finalizzato a far rientrare il malcontento dell’ennesima figura in procinto di andarsene, è serrato ed in corso.

Per ora è solo una seppur autorevole indiscrezione, nulla più, ma visto il clima che si respira nella sanità pubblica, la cosa appare assai verosimile, sia per l’autorevolezza della fonte che per la situazione critica in cui tanti medici sammarinesi si trovano costretti ad operare. Vedremo se questa intenzione troverà conferma nei fatti o se, invece, la “trattativa” in corso fra le parti potrà indurre il professionista, o meglio la professionista, a recedere dai suoi intenti.

Le problematiche alla base di questa ennesima fuga annunciata -o che dir si voglia “minacciata”- sono sempre le stesse: la carenza di personale nel reparto e la svantaggiosa condizione previdenziale dei medici italiani impiegati nella sanità sammarinese. Problematiche annose che, dopo il nulla di fatto della gestione politica del Segretario di Stato Roberto Ciavatta (Rete), il nuovo ministro Mariella Mularoni (Pdcs),  si è ritrovato in mano come fosse una patata bollente.

Certo, se la responsabilità maggiore del “disastro” in cui è piombato il servizio sanitario pubblico è soprattutto dell’inconsistente azione della precedente gestione della Segreteria competente, nessun partito di governo può chiamarsi fuori da responsabilità, se non altro per non aver fatto nulla per spronare la Segreteria competente a porre in campo azioni capaci di superare le più pesanti criticità del sistema.

Sta di fatto che, nonostante sia stato annunciato l’avvio di un -si spera- serio confronto per superare le penalizzazioni del sistema previdenziale che attanagliano e allontanano i medici italiani da San Marino, una soluzione definitiva nel breve termine non sembra possibile. Tanto che, trapela sempre da indiscrezioni interne all’Iss, si starebbe valutando di seguire l’esempio della sanità calabrese che, nei mesi scorsi, per sopperire alla pesante carenza di personale, ha “arruolato” medici dalla lontana Cuba, inserendoli nelle strutture pubbliche di assistenza della regione.

Anche San Marino, così, starebbe valutando l’opportunità di assumere -inizialmente a tempo determinato- dei medici provenienti da paesi extra-Ue. Ma anche in tal senso i problemi non mancano, a cominciare dall’assenza di riconoscimento, in San Marino, della laurea conseguita dai medici nei paesi extraeuropei.

Le “patate bollenti” che il nuovo vertice politico della sanità sammarinese si è ritrovata in mano sono tante, a cominciare dall‘incompatibilità emersa fra il Direttore Generale Francesco Bevere e una ampia parte del personale medico e gestionale dell’Iss, risolvibile essenzialmente con la sostituzione anticipata dello stesso Dg.

Sarebbe irrazionale pretendere che la nuova Segretaria di Stato, in un paio di mesi, possa risolvere tutte le criticità della sanità sammarinese non risolte dalla gestione che l’ha preceduta, ma alcune di queste non sono rinviabili, a cominciare dalla carenza di personale che si riversa pesantemente sulla qualità del servizio fornito all’utenza e, al tempo stesso, innesca un vortice vizioso che rende la situazione sempre più grave con il passare dei giorni, spingendo sempre più medici, specie quelli italiani, ad individuare in una loro “fuga” l’unica soluzione per il loro benessere lavorativo ed economico.

L’assunzione di medici provenienti -magari- da paesi lontani, culturalmente così diversi da San Marino, non sembra una soluzione percorribile per il definitivo superamento della problematica. Certo, potrebbe essere un “cerotto”… Ma avete mai visto medicare un’amputazione con un semplice “cerottino”?

Enrico Lazzari

Enrico Lazzari