San Marino. Lotta alle mafie: “Humus culturale è imprescindibile”. … di David Oddone

Convegno antiriciclaggioLa Fondazione Valori Tattili di Asset Banca ha ospitato il convegno dell’Associazione Gerbera Gialla rappresentata dalla sua Presidente, Adriana Musella che ha relazionato sul tema delle nuove frontiere del riciclaggio assieme a due magistrati del calibro di Cesare Sirignano, sostituto procuratore della dea di Napoli e di Giuseppe Lombardo, sostituto procuratore della dda di Reggio Calabria.

Si tratta rispettivamente del pm che sta raccogliendo le dichiarazioni di Antonio Jovine, ex boss del clan dei Casalesi e del titolare delle inchieste più delicate condotte contro le cosche di Reggio Calabria. Lombardo, minacciato di morte dalla ‘ndrangheta’, ha istruito altresì il filone calabrese dell’inchiesta sulla Lega nord che ha visto coinvolto l’ex tesoriere Francesco Belsito, ed è tra i titolari dell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola’.

I due magistrati sono arrivati in Repubblica accompagnati dalla loro scorta, al confine sono stati presi in consegna dalla nostra gendarmeria. E durante la permanenza a San Marino hanno mostrato di possedere la dote della generosità. Con entusiasmo hanno infatti testimoniato la loro esperienza di magistrati dichiarando subito il rispettivo impegno nel diffondere la cultura della legalità.

“Parte del nostro lavoro di contrasto alle mafie – ha detto Sirignano – è come se venisse vanificato, e a dispetto dei nostri sforzi i risultati spesso sono all’1%. Così, pur se forse non ne siamo all’altezza, ci impegniamo a parlare di legalità sperando che le nuove generazioni abbiano quella sensibilità che in passato è mancata. Del resto l’humus culturale è imprescindibile e inevitabilmente determina le azioni future delle persone. Ma la cultura da sola non basta se pensiamo che è proprio al sud che si trovano le migliori università italiane.

Il problema è che una volta usciti da quell’università l’unica possibilità, per trovare un lavoro, è migrare.

Le mafie che controllano il territorio per poter continuare a farlo devono fare in modo che non vi sia sviluppo. Per tale ragione le regole non sono quelle di mercato ma vengono drogate in modo che non si possa competere alla pari. Le gare di conseguenza sono sempre truccate e inaccessibili. I soldi ottenuti dalle mafie con questi sistemi vengono poi ripuliti e reinvestiti all’estero, negli ultimi tempi in economie particolarmente fragili e incapaci di respingerle come la Romania, la Polonia, la Bulgaria.

Unico rimedio se non vogliamo un futuro dove l’economia globale sia in mano alle mafie e ai cinesi è la consapevolezza piena da parte di ciascun operatore di avere la grande responsabilità di contrastare la mafia. Il rispetto delle norme non basta, quello serve a dimostrare di aver fatto il proprio lavoro, a difendersi dalle accuse ma non può nulla contro i riciclatori che a loro volta ben conoscono le normative.

Occorre agire con passione, ispirati dal desiderio di combattere l’illegalità che si giova della mancanza di passione di chi compie il proprio dovere tanto per dire di averlo compiuto. Di qui si deve necessariamente ripartire”. Dello stesso tono l’intervento del sostituto procuratore Lombardo che ha iniziato con una battuta: “Ricordo che nel cortile del nostro liceo classico a Locri campeggiava la statua del legislatore Zaleuco. Allora si scherzava sul fatto che avendo avuto il primo legislatore occidentale eravamo stati anche i primi ad infrangere le leggi”.

Ha poi continuato ricordando la scoperta dei Bronzi di Riace avvenuta nel 1972 che convinse l’americano Paul Getty a investire grossissime risorse: l’idea era di realizzare un villaggio turistico con 10mila posti letti. “La ‘ndrangheta fece in modo di non consentire l’investimento e rapì il nipote di Getty. Quella dei sequestri fu una pagina tanto terribile quanto redditizia per le mafie che ebbero la possibilità di sperimentare come in un laboratorio il riciclaggio. In realtà infatti la ‘ndrangheta è stata sempre brava a far credere di sé di essere un’organizzazione rudimentale mentre già trent’anni fa era estremamente evoluta anche sotto il profilo finanziario.

Ciò che fa paura oggi – ha proseguito Lombardo – è il sistema bancario parallelo, quello dove non ci sono leggi e i riciclatori continuano a fare il bello e il cattivo tempo. Si diceva poi che i soldi delle organizzazioni criminali vengono ripuliti altrove dal territorio nel quale originano e questo è però vero solo in parte perché si tratta di un sistema talmente evoluto che è anche circolare e che dopo infiniti canali riesce a tornare là dove era partito, in un territorio solo apparentemente povero”.

Tante altre cose hanno detto i due magistrati al pubblico di Asset Banca che ha avuto l’opportunità di ascoltare dalla loro viva voce anche il dettaglio di casi specifici.Hanno poi chiuso con l’invito finale a prendersi la responsabilità delle proprie azioni.

Invito ribadito anche dal direttore dell’Aif, Nicola Veronesi, che ha integrato il suo intervento con dati ancora inediti mettendo in evidenza che delle 1400 segnalazioni ricevute da che l’Aif è stata istituita, 1000 hanno dato il là
ad indagini che nel 18% dei casi riconducevano ad organizzazioni criminali. Ha così invitato i professionisti “a tenere alta la guardia, a non smettere di lottare per la legalità”.

Invito cui si è unito anche il Segretario alla Giustizia, Gian Carlo Venturini che ha aperto e chiuso il convegno testimoniando l’impegno di San Marino e la lungimiranza del piccolo Stato che negli ultimi anni si è dotato di provvedimenti ancor più rigorosi di quelli della vicina Italia. “Un impegno – ha detto il Segretario – che prosegue anche ora a dispetto delle tante difficoltà che esso comporta. La lotta alla criminalità comporta l’impiego di tante risorse e a volte si è esausti e ci si domanda se ne sia valsa la pena. La risposta è ovviamente sempre sì ma è importante per recuperare energie confrontarsi anche con gli altri, tenere alta l’attenzione e parlare di temi che non sono affatto scontati. E’ fondamentale inoltre la collaborazione dei professionisti. Oggi ho imparato molto e da tempo sono convinto che lo studio e la cultura siano le uniche strade”.

Commosso anche l’intervento di Adriana Musella che ha ricordato l’uccisione di suo padre avvenuta il 3 maggio del 1982. “Era una persona comune – ha detto – e se non fosse stato per il mio impe- gno sarebbe morto invano perché nessuno lo avrebbe più ricordato. Perché la sua morte non sia vana è necessario lottare contro chi lo ha ucciso, non sentirsi impotenti di fronte al crimine. Questo è ciò che faccio con Riferimenti, l’Associazione Gerbera Gialla, il fiore che evoca la rinascita dopo la morte”.

Infine i magistrati italiani si sono recati presso il Tribunale sammarinese per un cordiale saluto, intrattenendosi con la Dirigente, dottoressa Valeria Pierfelici. Un bellissimo finale, che sancisce una simbolica stretta di mano e la fine di ogni scoria di ostilità fra i due Paesi. Un forte segnale di unione nel perseguire la legalità e l’ennesimo attestato dell’ottimo lavoro svolto dalla nostra magistratura.

Ora San Marino tutta – siano essi cittadini, banche, professionisti – ha l’obbligo morale di proseguire sulla strada della trasparenza. Una strada irreversibile. Siamo definitivamente un Paese normale. E siamo orgogliosi di essere sammarinesi.

David Oddone, La Tribuna