Di recente, l’Authority per le Pari Opportunità ha lanciato un deciso appello per la modifica della normativa in materia di prevenzione e sostegno delle donne vittime di violenza e molestie in ambito familiare e sui luoghi di lavoro, a fronte del costante aumento dei casi. La CSU condivide le proposte, tra cui l’allontanamento del molestatore dal luogo di lavoro. Intervento richiesto dalla CSU al tavolo tripartito che ha prodotto l’accordo pluriennale per l’applicazione della Convenzione ILO n. 190, nonostante il parere contrario delle Associazioni di categoria e il mancato sostegno del Governo. Staremo a vedere se, con la partenza del tavolo tecnico conseguente alla firma del “Piano Nazionale Pluriennale sull’eliminazione della violenza, delle molestie e delle discriminazioni nel mondo del lavoro”, del quale attendiamo la convocazione a breve, ci saranno le condizioni per dare corso agli impegni assunti e riprendere i punti rimasti in sospeso. Il lavoro da fare è tanto, sia dal punto di vista culturale che legislativo. Ad esempio, servono norme più incisive per contrastare le discriminazioni nei confronti delle lavoratrici madri. Nelle scorse settimane è stata emessa una sentenza che ha condannato un’azienda a risarcire il danno ad una lavoratrice, sostenuta dalla CSU, poiché è stato comprovato che la mancata proroga del contratto a tempo determinato è avvenuta quale conseguenza diretta della gravidanza della lavoratrice. Il Commissario della Legge non ha riconosciuto il diritto al reintegro, a suo giudizio per un vizio procedurale. La CSU esprime perplessità rispetto a questa parte della sentenza, in quanto ritiene che avrebbe dovuto applicarsi il principio di un licenziamento senza giusta causa, ma ciò non toglie la soddisfazione per la condanna della condotta discriminatoria del datore di lavoro. L’esito positivo della sentenza non sarebbe stato possibile senza la testimonianza di ex colleghi di lavoro, che hanno confermato come la persona assunta in sostituzione espletava le medesime mansioni, al contrario di quanto dichiarato all’Ufficio del Lavoro. La difficoltà di reperimento di testimoni, specie se ancora assunti presso la medesima impresa, rende questo risultato senza precedenti, ma apre a riflessioni necessarie per fornire ulteriori strumenti alle persone che subiscono abusi e discriminazioni. Un’altra proposta che la CSU muove è, infatti, quella di favorire le segnalazioni da parte di terzi, con la garanzia dell’anonimato e la certezza della presa in carico delle stesse al fine dello svolgimento dell’indagine. Ciò ad oggi non appare possibile in quanto senza la querela della parte offesa non parte la macchina giudiziaria. Al tempo stesso, la CSU è favorevole all’istituzione di ulteriori incentivi per le imprese, in particolare quelle più piccole, per far fronte alle esigenze organizzative conseguenti alle temporanee assenze determinate dalla genitorialità. Cogliendo l’occasione della ricorrenza dell’8 marzo, la CSU avvia un’inchiesta basata su un’indagine anonima, compilabile online sui siti www.csdl.sm e www.cdls.sm, dal titolo “LOTTO CONTRO VIOLENZA, MOLESTIE E DISCRIMINAZIONI SUL LAVORO”. L’iniziativa è rivolta a tutte le persone, lavoratrici e non, con l’obiettivo di raccogliere dati utili a supportare le azioni di lotta e contrasto a questi fenomeni e a orientare le future attività di formazione e informazione. Vista l’importanza del tema, la CSU invita a supportare questa prima iniziativa dedicando ciascuno una piccola parte del proprio tempo compilando il questionario; anche questo fa parte delle attività da mettere in campo per sensibilizzare ad un fenomeno che è ancora poco percepito, ma molto frequente. La CSU ringrazia anticipatamente chi vorrà aderire.
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