San Marino. Luciano Francioni: ”Consulta o presa in giro?”

Luciano FrancioniUn popolare paragone che distingue tra l’ottimista e il pessimista, è che il primo vede il bicchiere mezzo pieno e l’altro lo vede mezzo vuoto, ma quando il bicchiere non ha il fondo, continuare a versarci dentro l’acqua è una perdita di energia e di tempo.

Quel bicchiere è la Consulta dei Sammarinesi Residenti all’Estero.

Tra qualche giorno avrà luogo la prossima assemblea dei pellegrini che annualmente saranno presi per il naso con vuote promesse e false illusioni, da chi detta legge sul Titano.

Saranno accolti da persone di riguardo, le quali dopo un abbraccio o una stretta di mano, chiederanno: ‘ Che piacere vederti, quando vai via?”        

Occuperanno delle sedie per scaldarle, ascolteranno gli stessi argomenti, proporranno gli stessi cambiamenti, interpelleranno i medesimi personaggi politici e pochi giorni dopo con le code tra le gambe e i cuori colmi di speranze, chiuderanno i lavori del pellegrinaggio e torneranno a quei luoghi da dove sono partiti.

Forse un giorno capiranno che è inutile e impossibile insegnare ad un tacchino a volare, si spreca del tempo e si disturba la povera bestia.

Come quando si getta un osso verso un cane che abbaia per farlo tacere, i vari Presidenti e i membri dirigenti delle Comunità Sammarinesi saranno invitati a qualche cenetta o a prendere il caffè in un bar in compagnia di qualche politico e saranno assicurati che tutto il possibile sarà fatto per rimediare ai danni subiti da chi dovette partire e trapiantare le radici in un altro suolo lontano, e se qualcuno crede che manterranno tutte le promesse fatte, o che almeno ci penseranno sopra, io possiedo un ponte da vendere tra Brooklyn e Manhattan e per un milione di Dollari glielo vendo.

È sempre meglio essere pazienti e ottimisti che il contrario, ma quando la pazienza termina e l’ottimismo si esaurisce, il tutto diventa una cruda realtà, ed è che non siamo considerati, e la Consulta altro non è che una colossale e degradante presa in giro. Per alcuni poi, è solo una scusa per usufruire di una gita a San Marino priva di spese di viaggio.

Prima che fosse istituita gli emigrati erano trattati meglio, potevano godere degli stessi diritti a disposizione di tutti i Sammarinesi su un livello di uguaglianza, e può essere difficile da crederlo ma anche apprezzati per coloro che rimpatriando o investendo nei Castelli di San Marino, il frutto degli anni trascorsi lavorando lontano. Facendo in tal modo hanno fatto scaturire la scintilla che eventualmente ha acceso la fiamma dell’economia Sammarinese.

Perciò mi chiedo, perché continuare sullo stesso sentiero e coltivare in un terreno arido e sterile? Un fungo non diventerà una quercia    

 

Questa è solo una mia riflessione, e chi legge si faccia la sua.

Da New York, LUCIANO FRANCIONI