Mi sono approcciata alla figura di Luigi Pasquini, pittore, insegnante, giornalista e xilografo, per tracciarne la biografia sammarinese, nel 2012, quando la responsabile della Fondazione Valori Tattili di Asset Banca mi chiese di organizzare la mostra Luigi Pasquini a San Marino 1925-1932. Conoscevo ed apprezzavo i suoi lavori di grafica e gli acquarelli, ma non essendo una storica dell’arte, ho chiesto a Michela Cesarini, profonda conoscitrice di Pasquini, di affiancarmi per tratteggiarne gli esiti artistici.
Da questa collaborazione è scaturita la piccola esposizione temporanea inaugurata il 17 novembre del 2012, presso la sede di Banca Asset, che nel suo breve periodo di apertura ha permesso ai sammarinesi di apprezzare per la prima volta una piccola campionatura di acquarelli e xilografie dell’artista, conservati presso il Museo e la Biblioteca di Stato e dedicati a San Marino. Il catalogo della mostra, pubblicato nella rivista Valori Tattili, rimandava però ad una ben più ampia produzione sammarinese.
L’interesse verso questo personaggio ed artista si è ridestato oggi per iniziativa di un’altra banca, la Cassa di Risparmio di Rimini, che ha promosso la mostra Luigi Pasquini. Un cronista del pennello, inaugurata presso il Museo riminese lo scorso 21 dicembre. La mostra resterà aperta fino al 17 febbraio per permettere di riscoprire un Pasquini che “restituisce in modo riconoscibile e immediato, senza formalismi, con un disincanto lieve e sentimentale il contesto della città e dei suoi dintorni, l’immota serenità campestre della Valmarecchia o del territorio sammarinese (dove visse e operò dal 1925 al 1932 abbracciando il suo primo incarico da insegnante)”, come scrive Annamaria Bernucci, nel suo saggio del corposo catalogo a corredo della mostra, edito da Minerva.
In mostra sono infatti esposti ben 6 acquarelli di soggetto sammarinese, di particolare interesse quelli che descrivono, da cronista come suggerisce il titolo della mostra, l’episodio di Rovereta, con data 10-12 settembre 1957, prestati dagli Istituti Culturali della Repubblica di San Marino.
Nel catalogo si legge poi che “la mostra si affianca all’esposizione concomitante Un “buon sammarinese”, Luigi Pasquini a San Marino dal 1925 al 1932”, aperta a Palazzo Valloni fino al 16 febbraio, che ripropone, amplificata e riletta, quella nostra prima mostra, infatti come scrive Claudia Malpeli “è seguendo il filo delle collaborazioni sammarinesi che abbiamo intessuto la trama del percorso espositivo ora allestito a Palazzo Valloni: Goffredo Fanti, Innocenzo Cappa, Manlio Gozi, Francesco Balsimelli, Filippo Della Balda per le Arti Grafiche questi ed altri sono i nomi di coloro che hanno maturato un sodalizio fruttuoso con l’artista riminese”.
Cristina Ravara Montebelli su Repubblica Sm
