E’ fatta… da lunedì sera si possono togliere i condizionali e sostenere senza timore di smentite che la riunificazione delle forze socialiste, almeno per i loro quattro quinti, è cosa fatta. PSS, MD, ELEGO e PSD hanno ufficializzato a Noi Sammarinesi -con i quali condividono il “contenitore” Noi Per la Repubblica, la sottoscrizione dell’intesa.
Era nell’aria -e lo avevo anticipato proprio lunedì mattina su queste pagine elettroniche (clicca qui)- e oggi è certo. La svolta, come detto, si è vista lunedì sera, durante una riunione allargata ai cosiddetti “SocialBerti” e a MIS di Rossano Fabbri, tenuta a Gualdicciolo nella Pizzeria da Italo, nella quale i quattro frammenti del socialismo sammarinese hanno annunciato il loro matrimonio…
Mancava solo l’anello e il celebre “chi ha qualcosa da dire parli ora e taccia per sempre!”. Nonostante ciò qualcuno ha comunque parlato: Rossano Fabbri. E, al momento, sembra essersi consumata una vera rottura con la quinta forza socialista del Titano, il MIS appunto. Il suo leader, infatti, ha espresso senza troppa diplomazia -così riecheggia nei corridoi politici- la sua contrarietà per come i “compagni” sono giunti alla riunificazione che non include la sua forza politica.
Era, comunque, prevedibile. Del resto già nei giorni scorsi l’unificazione era turbata da veti e controveti che si abbattevano proprio sul MIS e, segnatamente, sulla “sua” Denise Bronzetti, oggi invisa a tutti gli altri e “non scaricata” da Fabbri. Almeno per ora. Forse, a questo punto, solo un coraggioso e saggio passo indietro della stessa potrebbe sbloccare la situazione di stallo che impedisce di parlare di una totale riunificazione del socialismo sammarinese sotto un unico e nuovo Garofano.
In ogni caso, se Noi Sammarinesi è fuori per le sue origini e la sua storia, che ben poco ha a che spartire con la cultura politica socialista -ma ciò non preclude alleanze o collaborazioni future, hanno concordato un po’ tutti-, il confronto fra il nuovo Garofano e il MIS non si può dire concluso. Del resto, trovare una intesa e arrivare ad una unità vera e completa, non “monca” come oggi, è interesse di tutti. E’ interesse dei recenti “sposi” ed è interesse, soprattutto, della forza politica socialista rimasta chiusa fuori dalla porta. Ritrovarsi nella scheda elettorale come alternativa al socialismo unitario potrebbe rivelarsi fatale per la sopravvivenza politica del Partito di Rossano Fabbri. Vedremo…
Superate, almeno all’apparenza, anche le diatribe interne ai partiti che si sono riuniti e che vedevano protagonisti Alessandro Mancini e Giacomo Simoncini, i quali oggi appaiono allineati alla scelta unitaria, non avendo sollevato alcuna eccezione nel summit di lunedì sera…
Ora, l’attenzione -oltre che sul confronto fra, chiamiamolo, Garofano e MIS, che continuerà di certo- è concentrata sugli altri partiti sammarinesi che potrebbero “pagare” pesantemente questa ritrovata unità. Non sono poche, infatti, le individualità socialiste che, spaesate dalla frammentazione, hanno trovato “rifugio” in altri partiti come, per citarne un paio, Libera e Rete e oggi guardano con enorme interesse questa ritrovata casa unitaria socialista.
Interessatissimi all’evoluzione del ritrovato Garofano anche gran parte dei democristiani, oggi forza trainante di un governo e di una maggioranza quanto mai frammentata e quindi difficilissima da gestire, specie in questo periodo di importanti riforme sociali ed economiche.
L’unione in una nuova e unica casa di quattro delle cinque forze socialiste potrebbe essere la soluzione a questa pesante frammentazione che perlomeno rallenta l’azione del governo? Secondo tanti in Via delle Scalette -ma non tutti!- sì! La palla, così, oggi passa proprio al “Partitone”.
E ai “sondaggisti”. Difatti, un Partito Socialista che nelle urne possa arrivare al 20% dei consensi, unito ad una DC che appare stabile negli stessi consensi elettorali, potrebbe facilmente superare la soglia fatidica che concede alla coalizione quattro sesti della rappresentanza parlamentare… Prenderebbe vita una maggioranza ben più coesa e semplice da gestire dell’attuale, minata dalla citata frammentazione e dalle profonde differenze culturali e politiche delle forze che la compongono…
Si voterà già nella prossima primavera? Se dovessi scommetterci, io, punterei con decisione sul sì!
Enrico Lazzari