San Marino. “L’uomo ha il diritto di chiedere, la donna ha il dovere di rifiutare” – “Qui gatto… ci cova” la rubrica di David Oddone

E’ passata da pochissimo la giornata mondiale contro la violenza sulle donne e pare già che l’attenzione venga spostata all’anno prossimo, a quei dieci giorni che precedono la ricorrenza, dove qualcuno troverà il modo di svuotarsi la coscienza, magari dedicando qualche attimo del proprio tempo alle dissertazioni sul tema. Nel frattempo, purtroppo, tantissime donne saranno rimaste vittime del proprio aguzzino, senza riuscire a trovare la forza di ribellarsi. Gli ultimi articoli di questa rubrica li ho dedicati all’autorevolezza che le Istituzioni devono avere. Autorevolezza che non solo deve esserci, ma che si deve pure percepire. Per questo alcune recenti sentenze del tribunale mi lasciano con l’amaro in bocca, per quanto esse vadano accettate, eventualmente impugnate, ma certamente possono essere commentate. E’ il caso di quanto accaduto nel processo davanti alla Corte d’Assise di Brescia, dove un soggetto se l’è cavata perché incapace di intendere e volere a causa di un totale vizio di mente per “un delirio di gelosia”. Si è così chiusa (per il momento) con una discutibile assoluzione la vicenda giudiziaria di un 80enne che un anno fa in città uccise la moglie, insegnante di scuola superiore. La donna venne prima stordita nel sonno con un colpo di mattarello in testa e poi accoltellata alla gola. In fase processuale è emerso come egli fosse “in preda ad un evidente delirio da gelosia che ha stroncato il suo rapporto con la realtà e ha determinato un irrefrenabile impulso omicida”. Detto che immaginiamo che la procura ricorrerà, ci troviamo di fronte a un dejavù, che proprio dalle nostre parti ci ha profondamente indignato. Esiste un filo rosso fra questo terribile fatto di cronaca e quello che vide protagonista Michele Castaldo, che il 5 ottobre 2016 uccise a Riccione, strangolandola, Olga Matei, la donna che lo aveva lasciato dopo una breve relazione. L’appello bis era stato disposto dopo l’annullamento della Cassazione della dibattuta sentenza che citava la “soverchiante tempesta emotiva” per concedere le attenuanti generiche e, di conseguenza, ridurre a 16 anni la pena. In seguito è stato escluso che “il moto passionale che ha pervaso l’imputato al momento del fatto” possa aver inciso in modo “necessariamente significativo” nella consumazione del delitto. Questa – per fortuna diciamo noi – la conclusione, al termine di un lungo ragionamento, della Corte di assise di appello di Bologna che a luglio ha confermato i 30 anni. Ma torniamo a Brescia. Detto che bisognerà attendere e leggere le motivazioni dei magistrati, possiamo già comunque dire che siamo di fronte a un terribile ritorno al passato. Vengono immediatamente in mente le atmosfere di uno dei capolavori del cinema, quel “Sedotta e abbandonata” di Pietro Germi, con una splendida Stefania Sandrelli, giovane e bravissima protagonista. Una delle frasi celebri della pellicola recita: “L’uomo ha il diritto di chiedere, la donna ha il dovere di rifiutare” (sic!). Il background culturale è quello della Sicilia degli anni ’60, dove il delitto cosiddetto di “onore” era accettato. Insomma l’uomo che trovasse la moglie a letto con l’amante e sparasse uccidendo l’uno, l’altra o magari entrambi, verrebbe assolto proprio perché incapace di intendere e di volere essendo accecato dalla gelosia. Ma se dall’analisi impietosa che Germi conduce di quella società chiusa e “machista” si salvano soltanto i carabinieri e la magistratura intelligente ed attenta all’applicazione delle leggi, la realtà come abbiamo visto racconta un’altra storia e supera per certi versi persino la finzione scenica (che tanto finzione non è). Non a caso, a Brescia, il pubblico ministero aveva chiesto per l’80enne “geloso” l’ergastolo. Chiudiamo con una riflessione che dovrebbe essere ovvia, ma che evidentemente non lo è. E’ proprio per la capacità di tenere a freno le nostre pulsioni che ci distinguiamo dalle bestie (quasi sempre molto più umane di noi). Altrimenti chi deve fare i propri bisogni, invece di recarsi al bagno, si metterebbe a defecare per terra, ovunque si trovi. E chi provasse un’attrazione per una donna, se la “prenderebbe” con la violenza. Esempi scioccanti. Lo stesso shock che prova oggi una persona normale nel leggere possibili giustificazioni verso chi ammazza l’altro. Pensare che la gelosia possa rappresentare un’attenuante è come dire a una vittima di stupro che se l’è cercata perché era uscita con la minigonna. Non so a voi, ma a me una società del genere, questo modo di pensare, fa profondamente schifo.

David Oddone

Rubrica “Qui gatto… ci cova”