San Marino. M5S è sopravvissuto al voto dopo aver fatto cadere il governo… Dietro le “sparate” di Rete la volontà di imitare i “cugini” italiani? … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Rete vuol far saltare il governo? Parrebbe di sì… Prima la “pantomima” sull’assestamento di bilancio con, all’apice di questa, l’infondata presa di posizione sull’art.3bis che ha generato una confusione enorme nell’opinione pubblica, fino a convincerla che un tecnica “partita di giro” contabile celasse l’occultamento, la sparizione di oltre 10 milioni di euro dalle casse BNS e quindi pubbliche; poi l’ultimo durissimo attacco, indiretto ma pesante, al Segretario di Stato alle Finanze, il democristiano Marco Gatti, che condivide gli scranni dell’esecutivo con gli uomini di Rete, più o meno occultamente accusato di “aggiustare” il bilancio per poter “vantare” un attivo che, in realtà, accusa Rete, tale non sarebbe. 

Anzi, il passivo “reale” sarebbe pesantissimo e quantificato in 76 milioni nei calcoli dei “tecnici” finanziari del Movimento che nelle elezioni politiche del 2019 ha conquistato 3.276 voti che gli sono valsi 11 consiglieri e la “salita” in maggioranza al fianco dei democristiani, dei giovani di Motus Liberi, degli ex democristiani e dei diversi partiti socialisti confluiti in Npr.

Un ruolo di governo che, piano piano, ha eroso sia il gruppo consigliare che il consenso. E ha creato forti malumori all’interno del gruppo nato sull’onda dell’exploit grillino italiano.

Forse, proprio guardando il non tragico risultato che M5S, dato per spacciato in ogni sondaggio, ha ottenuto nelle ultime elezioni italiane -dove ha più che dimezzato i consensi ma è riuscito a mantenere una rappresentanza importante in Parlamento- gli equilibri interni al Movimento sammarinese si sono spostati verso coloro che sono disposti a sacrificare il governo pur di salvare il “partito”…

Questa ennesima “provocazione” -a prescindere dal fatto che sia fondata o meno nel merito risulta essere tale visto il metodo utilizzato per segnalare la presunta “anomalia” nei bilanci- potrebbe rivelarsi la goccia che fa traboccare il vaso.

Mai come oggi il governo sammarinese ha vacillato… Tutto lascia intendere che, nel tentativo di imitare i “cugini” grillini italiani, in Rete si voglia staccare la spina al governo, in maniera repentina e traumatica, motivando la rottura come un gesto di “responsabilità” e contrasto al “malaffare”. Poco importa se, poi, questo “malaffare” sia reale o meno… Basta poterlo dare in pasto agli elettori, quanto mai distratti sugli approfondimenti e, al tempo stesso, quanto mai “permeabili” alle denunce eclatanti, anche se infondate.

Del resto, appare innegabile che senza uno “scossone”, senza un eclatante e “populista” colpo di teatro, Rete uscirebbe dal prossimo voto decimata, se non addirittura annientata. Ma possono essere così sicuri, in Rete, che imitando le gesta del M5S italiano -ovvero staccare la spina al governo e determinare la crisi- si faccia la cosa migliore per salvare il Movimento?

Direi proprio di no… A rendere accettabile il tracollo di consensi dei grillini non è stata la politica “urlata”, né è stato il “populismo sterile”. Il Movimento fondato da Beppe Grillo ha limitato i danni solo grazie ad uno scambio: voi votate noi e noi salviamo il reddito di cittadinanza… Potrebbe Rete imitarli in questa strategia sul Titano? No… Non sarebbe credibile.

Ma, se le eccezioni sollevate da Rete fossero fondate tutto il ragionamento che ho appena fatto crollerebbe, può pensare qualcuno… Assolutamente no. Perchè se dietro alla denuncia del bilancio “falsato” ci fosse l’obiettivo di correggere l’errore o contrastare l’abuso, una forza di maggioranza avrebbe avviato un confronto interno alla stessa e non avrebbe cavalcato le cronache politiche dei media… 

E’ difficile, quindi, ignorare la serie di azioni che vedono Rete sempre più in contrasto con gli alleati e non individuare, in queste, un preciso obiettivo: far cadere questo governo e costringere il Paese, magari senza essersi assunti la responsabilità delle impellenti riforme, al voto anticipato…

Enrico Lazzari