Leggendo le prese di posizione di Repubblica Futura mi viene un dubbio: ma siamo sicuri che la “cricca”, con le pesanti responsabilità appioppatele nella relazione conclusiva della Commissione di Inchiesta e dai procedimenti penali in corso ad essa connessi, sia stata “sgominata” e ridotta all’impotenza?
Cosa -vi chiederete- alimenta questo mio pesante dubbio? Più di una situazione; alcune -chiamiamole- coincidenze, a partire da quella che sembra essere la priorità delle priorità nell’azione di opposizione del partito nato sulle ceneri di Alleanza Popolare: ribaltare gli attuali vertici della governance di Banca Centrale. Un obiettivo che la “Cricca” -alla luce di quanto emerso in recenti udienze dibattimentali dei Tavolucci- avrebbe perseguito ai tempi in cui era in auge, mentre parte del Tribunale arrivò addirittura ad iscrivere l’attuale presidente di Bcsm nel registro degli indagati sulla base di -sembrerebbe- uno o più esposti anonimi. E ciò in uno dei momenti più delicati per il futuro di Banca CIS.
A questo si uniscono, poi, le dichiarazioni rilasciate da Catia Tomasetti, Presidente Bcsm, sotto giuramento, relativamente alle pressioni dell’ex Segretario di Stato alle Finanze del governo AdessoSM, Simone Celli, il quale facendo leva sulla ovvia preoccupazione della stessa per l’indagine istruita dal Commissario della Legge Alberto Buriani su un evento che la riguardava direttamente, la sollecitava a spendersi affinchè si concludesse positivamente l’acquisto di Banca Cis da parte di Stratos. Ma non solo: nella stessa occasione -un incontro in Roma- Celli le avrebbe “consigliato” di “avvicinarsi” a Nicola Renzi e Mario Venturini, in quel momento personaggi di primissimo piano di Repubblica Futura.
Perchè Celli, il quale, alla luce delle dichiarazioni giurate della Tomasetti, sembrava prodigarsi (senza successo) affinché la Presidente rimuovesse gli ostacoli che rischiavano di compromettere il buon fine della vendita di Banca Cis -operazione perseguita con estrema determinazione dalla “cricca”, che faceva capo agli azionisti ed alla governance di quella banca- si preoccupava anche di “avvicinare” la stessa a Repubblica Futura?
Perchè, cercando di favorire i progetti della “Cricca”, Celli si preoccupava anche di avvicinare il vertice di Banca Centrale a Repubblica Futura, o, meglio, a parte di essa? Che vantaggio avrebbe potuto avere la “Cricca”, o Stratos, o Banca Cis da una “amicizia” fra la Tomasetti e Mario Venturini o Nicola Renzi?
Un dubbio che resterà tale, visto che a nessuno o quasi, in Consiglio Grande e Generale, sembra interessare fare piena luce su un decennio drammatico per la democrazia sammarinese e per il suo sistema bancario e finanziario e, conseguentemente, per le casse pubbliche e il tasso di benessere dei cittadini.
Ma riassumiamo i fatti, le coincidenze e i dubbi, inserendoli in un possibile, ipotetico scenario. Siamo nel 2019, nel pieno della trattativa Stratos-Cis. L’ex Segretario di Stato Celli, apparentemente, sembra agire nelle vesti di una sorta di “ambasciatore”, cercando di favorire gli interessi della “Cricca” -che mira a cedere la banca sammarinese al gruppo lussemburghese- farebbe leva sull’inchiesta penale aperta dal giudice Buriani e che vede indagata la Tomasetti per indurre quest’ultima a “ritirare” le perplessità emerse sulla solidità dell’acquirente.
Ma torniamo allo scenario ipotetico. E’ il 2019 e Celli starebbe facendo più o meno velate pressioni alla Presidente di Banca Centrale perché possa arrivare presto il via libera all’operazione di compravendita di Banca Cis per mano di Stratos. Nello stesso momento, il medesimo “ambasciatore” starebbe anche spingendo, o meglio tentando di spingere, la Presidente di Bcsm fra le braccia di due personaggi di spicco di Repubblica Futura, partito i cui rappresentanti politici non perdono occasione per attaccare il Presidente di Bcsm, evidente ostacolo alla concretizzazione dell’operazione di compravendita bancaria, soprattutto negli organismi che riuniscono i vertici Bcsm e la politica.
Ma c’è un’altra coincidenza interessante, ovvero il fatto che la difesa del Giudice Buriani, nel dibattimento che vede imputato lo stesso Commissario e l’ex Segretario Celli, abbia citato a deporre proprio Nicola Renzi, Marco Podeschi e Andrea Zafferani, nel governo AdessoSm tutti tre Segretari di Stato, i primi due in quota RF e il terzo poi confluito in Rf. Ben inteso, nulla di strano, ma una ennesima coincidenza che può far trarre delle conclusioni, giuste o errate che possano essere.
Alla luce di tutto ciò -mi e vi domando- è così azzardato ipotizzare, o meglio sospettare la presenza, in quel 2019, di una sorta di, magari inconsapevole, “comunione di intenti” fra azionariato e governance di Banca Cis e, almeno parte, di Repubblica Futura? Forse sì… Ma se fosse un po’ meno azzardato troverebbe giustificazione razionale il continuo sfruttamento di ogni possibile occasione da parte di RF, per “sparare” sulla Presidente, su Banca Centrale e sugli organismi ad essa connessi. Non mi è facile comprendere, infatti, visto l’insignificante vantaggio che ciò può portare in termini di consenso elettorale, le grandi energie che RF continua a riservare nel cavalcare una campagna solitaria, apparentemente finalizzata ad un cambio ai vertici di Bcsm.
Non tutto è perfetto nella gestione di Banca Centrale? Possibile… Anzi, probabile! Ma i risultati ottenuti da questa gestione parlano da soli: pulizia delle distorsioni e avvio efficace dell’opera di ricostruzione di un sistema che è basilare per poter pensare ad un serio e duraturo sviluppo economico del Paese. Con, in mezzo, il risanamento, ormai pressoché centrato, di banche fortemente provate da una crisi ultradecennale ed oggi tornate profittevoli.
Davvero complicato, forse pretestuoso e certamente impopolare, il tentativo di delegittimare l’attuale governance Bcsm. Eppure Rf non perde occasione per farlo. A che pro? Perché, perdipiù anteponendo questa battaglia “contro i mulini a vento”, di difficile comprensione per la cittadinanza, a prese di posizione su questioni di ben più alta rilevanza e di forte impatto diretto sulla vita dei sammarinesi?
Che cosa gliene può fregare a Pippo Rossi da Chiesanuova se il Presidente di Bcsm dopo aver ripulito da distorsioni il sistema bancario sammarinese e avviato il suo risanamento e sviluppo, ha fatto quattro chiacchiere con una autorità italiana, magari per unire gli sforzi e trovare l’eventuale tesoretto milionario, sparito dalle casse Cis? Anzi forse è il contrario: Pippo Rossi da Chiesanuova si meraviglierebbe che, chi potesse, non lo facesse, soprattutto se anche lui ancora aspetta di recuperare parte dei suoi risparmi custoditi in Banca Cis. Il nostro ipotetico Pippo Rossi, probabilmente, preferirebbe un impegno di RF per spronare a destinare risorse, persone e mezzi al recupero dei fondi pensione svaniti nel nulla… Ma non ricordo prese di posizione di RF in tal senso!
Che gliene può fregare, inoltre, a Marietta Gasperoni da Murata, alle prese con il mutuo casa alle stelle, con il carrello della spesa raddoppiato, con le bollette impazzite, con mesi e mesi di attesa per l’ecografia e così via, del fatto che la presidente di Bcsm sia amica di famiglia di un alto esponente della GDF italiana, con incarichi importanti (all’epoca, oggi non più) nella gerarchia dello Stato italiano?
Far fuori la Tomasetti, in fondo, un tempo sembrava interessare solo a Repubblica Futura (mi riferisco agli “scontri” nei vari organismi comuni fra politica e Bcsm, ripercorsi sotto giuramento dalla Tomasetti) e alla “Cricca”… Oggi, solo a Repubblica Futura… O forse, nascosta, sommersa, “quatta quatta” -magari confidando nel successo della disperata e impopolare campagna di Rf contro la governance di Bcsm- la “Cricca” esiste ancora e “cova” una sua rinascita?
Enrico Lazzari
