San Marino. “Ma lui è indagato…” Che palle! – “Qui gatto… ci cova” la rubrica di David Oddone

Che palle. Scusate lo sfogo, ma davvero non se ne può più. Da un lato il governo italiano è alla ricerca delle larghe intese. E fa una cosa tutto sommato corretta: coinvolge Silvio Berlusconi. L’iniziativa parte dal Pd. Quel Pd che fino a ieri additava il Cav di essere il peggiore dei mali: mafioso e pedofilo giusto per citare gli epiteti più infamanti. Berlusconi che tuttavia aveva ed ha un ruolo politico fondamentale: quello di rappresentare uno scudo per la destra populista. Fu lui in passato a sdoganare An e mettere un freno alle mire secessioniste del “Senatur”. E’ lui oggi l’argine verso i sovranisti e populisti rappresentati dalla strana coppia Meloni-Salvini. Una mossa dal mio punto di vista strategicamente corretta. Il prossimo rimpasto viene così edulcorato e mascherato dal cosiddetto “contributo delle forze consapevoli e democratiche”, per citare il buon Goffredo Bettini. Ce ne sarebbe davvero da dire sulla coerenza della sinistra. Una sinistra che negli anni ha sempre sventolato il conflitto di interessi, utilizzando Mediaset come clava politica, salvo oggi proteggere le aziende del “Cavaliere nero” dalle mire straniere. Ma tant’è. Dicevo, “che palle”. Tutta questa premessa è infatti propedeutica ad introdurre il vero argomento della rubrica di oggi, ovvero la nomina di Gaudio a commissario della Calabria dopo le dimissioni di Zuccatelli. Tutti contenti? Neanche per idea. Spunta infatti che il professore universitario con un curriculum da qui (Morciano) a San Marino è, udite-udite, indagato. Avete capito bene: è indagato! Lui assieme a 53 altri professori a causa di un concorso verso il quale ci sono stati ricorsi e controricorsi. Essendo lui nella commissione d’esame è stato tirato in ballo per “turbata libertà del procedimento”. E poco importa se è già stato interrogato dai Pm e la sua posizione stralciata, dunque prossimo all’archiviazione. Perché lui formalmente è indagato. Diciamolo assieme ancora una volta: “indagato”. Eh no, non ci siamo. Ce n’è abbastanza per fare indignare grillini e sardine. E perché no, anche qualche integerrimo piddino. Che palle. Se la Raggi è indagata va bene. Se lo è qualcun altro no. Se Berlusconi può aiutare alla tenuta del governo è diventato improvvisamente Padre Pio. Fino a poco fa era il diavolo. Ma vogliamo finirla? Qui non è più questione di garantismo, ma di smetterla di prendere per i fondelli la gente. Un rinvio a giudizio, una condanna non definitiva, non può essere lo strumento da sventolare in faccia a personaggi ritenuti scomodi ad orologeria e quando fa più comodo. Fermo restando che ci sono reati e reati e situazioni e situazioni. Ma qui stiamo davvero passando il segno. Mi auguro che queste righe possano rappresentare uno spunto di riflessione anche sul Monte, dove ormai si sta arrivando al paradosso: qui per avere lo stigma del delinquente non devi più neppure essere indagato o condannato, ma ti basta incrociare nel corridoio qualche personaggio “chiacchierato”. Ovviamente, al solito, c’è chi può fare tutto e di più e non perdere la propria aurea di “honestà” e chi no, come nella migliore tradizione italiota. Io penso che serva intelligenza ed è necessario fare un salto di qualità istituzionale, rendendosi conto che in politica, così come nella vita, ci vuole coerenza e si deve mettere da parte l’opportunismo del momento, visto che a chiunque prima o poi può accadere un inciampo. Chiudo citando Giovanni Falcone: “Io dico che bisogna stare attenti a non confondere la politica con la giustizia penale. In questo modo, l’Italia, pretesa culla del diritto, rischia di diventarne la tomba”.

David Oddone

Rubrica “Qui gatto… ci cova”