San Marino. Ma quello del Reggente denunciato era uno “scoop”? E dov’era in quel caso la Consulta? … di un lettore affezionato

Caro Direttore, vorrei sottoporle alcune riflessioni circa gli ultimi fatti.

Leggo che ha deciso di querelare la Consulta per l’Informazione.

Immagino che in quella sede, avendo accesso agli atti, potrà chiarire chi ha firmato il comunicato stampa contro giornalesm ed eventualmente chi avrà avallato le “segnalazioni” minacciate contro il suo sito.

Lo dico perché se fra coloro che hanno firmato il comunicato stampa ed eventualmente parteciperanno a segnalazioni/denunce vi fossero anche soggetti che lei ha querelato in passato, si paleserebbe un vero e proprio conflitto di interessi. Ma di questo se ne occuperà eventualmente chi di dovere.

Una cosa però non capisco del comunicato stampa della Consulta.
Parlano di ricerca dello “scoop” come qualcosa di negativo. Ma i giornalisti che fanno? I passacarte? Non dovrebbero cercare appunto notizie? Non è il loro dovere?
Mi faccio un’altra domanda. Mi pare che un particolare giornale sammarinese abbia fatto qualche tempo fa lo “scoop” del Reggente denunciato.
Notizia lanciata prima che Sua Eccellenza finisse il semestre reggenziale, rovinando in questo modo l’immagine di un Ufficio amato e rispettato da noi sammarinesi.

Non ricordo in quel caso un intervento della Consulta.

Per quale motivo? La mia speranza è che uffici comunque pubblici, perché appartengono a tutti, non facciano due pesi e due misure perché le regole debbono valere per tutti.

Peraltro chi fece lo “scoop” del Reggente è giornalista, lei invece Severini ha scelto di non esserlo restituendo la tessera nel 2018, come leggo.
Che c’entra dunque lei con la Consulta? Sarebbe grave se qualcuno abusasse del proprio ruolo.

Si chiede inoltre sempre a gran voce e da più parti che la politica resti fuori dai giornali e dai media.
Che c’entra allora l’attacco frontale della Consulta al segretario Lonfernini?
Ma non ci sono appunto gli enti preposti ad intervenire? Vedi tribunale o autorità per l’informazione?
Come sopra: mi auguro che organismi che dovrebbero tutelare la liberà di stampa non vengano utilizzati per fare politica.

Chiudo con il servizio pubblico, che paghiamo tutti.
Passi, si fa per dire, che qualcuno col suo giornale faccia ciò che gli pare.
Ma il servizio pubblico non mi sta bene.
Chissenefrega se Tizio ha querelato Caio! Ma è una notizia che un signore che qui nessuno conosce abbia querelato o segnalato Severini? 

Ma soprattutto, visto che ci si riempie la bocca con la parola deontologia, la deontologia non vorrebbe che si sentisse anche la controparte? Con Fitch è stato subito sentito Marco Gatti.

In altre occasioni quando veniva tirato in ballo magari un segretario di stato, questi veniva immediatamente intervistato per una replica.
Perché Severini non è stato chiamato per dire la sua? In fondo si parla di una persona che è stata per due giorni attaccata pesantemente e tirata in ballo. Perché nessuno ha sentito l’altra campana? E’ giornalismo questo?

Per la terza volta: mi auguro che non si utilizzino enti pubblici o soldi pubblici per guerre da pollaio o per fini privati.

Un lettore affezionato