Ci accapigliamo ogni giorno per mille questioni e non si vede, né ci preoccupa, il cancro occulto che sta spargendo le sue metastasi nel nostro tessuto economico.
Forse le cose non si devono sapere, né si devono scrivere, visto che la relazione della Commissione antimafia è stata letta e discussa in seduta segreta. Quanto fosse importante, lo si deduce dal numero altissimo degli iscritti a parlare. Quindi, l’argomento era pregnante. Ma tutto segretato, compreso l’ordine del giorno conclusivo. Che alla fine è stato reso pubblico dopo un’aspra battaglia, come ci racconta un comunicato di Rete, dispiaciuta perché la seduta consiliare sia rimasta nel silenzio. E comunque, nulla sui contenuti della relazione e del dibattito: perché questa omertà?
Tutto ciò manda segnali molto ambigui. È molto positivo infatti che la politica, di fronte a possibili attività economiche a rischio di infiltrazioni mafiose, stia in allerta. Controllare è il primo compito di uno Stato: e su questo c’è stata unanimità, come si evince dall’odg. Il quale offre un segnale di certezza alla popolazione e offre anche un’immagine di sicurezza al di fuori dei confini.
La reazione della politica, unanime e condivisa, è certamente molto importante, ma non è trasparente perché non aiuta i cittadini a capire. Come se avendo scoperto della sporcizia, la si voglia nascondere sotto il tappeto.
Di fronte a certi fatti, è giusto non fare i nomi perché comunque ogni cittadino è innocente fino al terzo grado di giudizio, ma è indubbio che il sistema presenti elementi di vulnerabilità. Dove sono le mancanze: nelle leggi? E allora cambiamole! Si sente mormorare che esiste il malcostume del prestanomato: anche in questo caso, non si può intervenire? Ci sono settori più a rischio di altri? Bisognerà monitorarli più spesso, rendere più stringenti le norme che li regolano.
Scorrendo a ritroso le cronache politiche, viene in evidenza un grosso litigio in maggioranza ai aprimi di aprile dello scorso anno. Durante i lavori della commissione finanze viene approvata all’unanimità un pdl di semplificazione per l’avvio di attività economiche, presentato dalla Segreteria Industria. Ma gli altri partiti della maggioranza presentano a latere un odg “per introdurre maggiori controlli e contrastare i prestanome e altre distorsioni”. L’odg viene approvato, ma scoppia il caos, perché il Segretario Righi non accetta quanto avvenuto poiché vi ravvisa la “volontà di commissariare le sua segreteria”. (fonte RTV)
Non ci permettiamo di dire chi aveva torto o ragione, ognuno può farsi la sua idea. E non aggiungiamo altro perché non ci sono informazioni ufficiali e quindi si rischia di fare inutili speculazioni. Ma il silenzio, quando si parla di infiltrazioni mafiose, non aiuta a uscire dal problema ed è un grave torto che si fa ai cittadini.
Conforta il fatto che, in Polizia Civile, sia stato potenziato il settore dei controlli sulle attività economiche. Come è stato illustrato in una conferenza stampa di alcuni giorni fa, il recente decreto sul fabbisogno emesso dalla Segreteria Interni si è posto l’obiettivo di rafforzare il concetto di prevenzione in quelle aree economiche e imprenditoriali maggiormente esposte a rischi distorsivi. In questo caso verrà attivata una sezione amministrativa con personale altamente qualificato, non in divisa, che collaborerà a stretto contatto con gli agenti in divisa.
Il prossimo passo dovrà vedere sedute del Consiglio aperte, in modo che tutti possano capire cosa succede.
a/f