San Marino. Maggioranza divisa, partiti in crisi: il Governo deve andare avanti!!! … di Tancredi Falconieri

Avviso per i lettori, in particolar modo quelli affezionati a questa maggioranza: state tranquilli, nonostante il clima da campagna elettorale sia assolutamente palpabile, questa legislatura andrà avanti e arriverà (quasi) al suo naturale compimento (2024). Troppo deboli e senza prospettive concrete sono infatti le posizioni di molte componenti l’attuale maggioranza e di conseguenza troppo a rischio sarebbe la riconferma elettorale per decine degli attuali consiglieri in caso di nuove elezioni. Siamo alle solite, la poltrona prima di tutto.
E, considerato che nelle ultime settimane in diversi si stanno cimentando nel ruolo di analisti politici, mi iscrivo anch’io al gioco cercando di basarmi su informazioni certe e non su auspici o desiderata esterni.
Parto da una considerazione preliminare, l’asse forte che sostiene questo Governo è composto dal Segretario della Democrazia Cristiana Giancarlo Venturini, dal Segretario di Stato Roberto Ciavatta e dal Capo Gruppo di NPR Gian Nicola Berti. Sono loro che hanno costruito questa alleanza a partire dalla scorsa legislatura e sono loro che ancora sperano di ripresentare lo stesso schema alla prossima tornata elettorale. Peccato che i loro colleghi di partito o alleati di maggioranza siano sempre più pessimisti su questa eventualità e comincino a manifestare sempre più palesemente la loro sofferenza.
Ed è così che anche un Partito storicamente granitico come la Democrazia Cristiana fatichi ultimamente a nascondere i propri dissidi interni con la leadership di Venturini che appare sempre più fiacca e minacciata dai suoi storici antagonisti interni Lonfernini e Mussoni con la corrente CL, anch’essa allergica a Rete, che punta ancora una volta a fare l’ago della bilancia.
Ed è così che nel Movimento Rete la Monarchia Ciavattiana comincia a dare evidenti segnali di stanchezza con un’ampia fetta della base storica che vedrebbe di buon occhio un cambio di leadership magari a favore dei consiglieri più giovani che però sarebbero probabilmente propensi a rivoluzionare la politica delle alleanze portata avanti negli ultimi anni che i più considerano oramai fallimentare.
Capitolo a parte merita la tragicommedia messa in scena quasi quotidianamente dal listone Noi Per la Repubblica. È veramente difficile raccapezzarsi tra continui attacchi, contrattacchi, annunci, smentite, réunion e divisioni ma una cosa è certa all’interno di quella che è a tutt’oggi la terza forza numerica della maggioranza negli ultimi mesi c’è stata una vera e propria scissione con la gestione del tribunale a rappresentare il pomo della discordia. Da una parte c’è l’area capitanata da Gian Nicola Berti che, con la regia di un redivivo Giovanni Lonfernini, ha chiamato a sé ì consiglieri socialisti e ha (ri)portato in maggioranza tutto il Movimento Ideali Socialisti. E ovviamente Mancini (lo “stavamo bene” coi debiti), Simoncini (rinviato a giudizio per molestie sessuali per i fatti Reggenziali), Fabbri e Bronzetti hanno su risposto “presente” all’invito del “capo” con annessa promessa di tornare a Palazzo anche la prossima volta. A questi si contrappone l’altra area, rappresentata dal PSD, rinvigorito dall’ingresso di Pedini Amati, e anch’essa interessata a un nuovo schema di alleanze magari guardando a sinistra e ai reduci di RETE senza però mai tradire la fedeltà alla Democrazia Cristiana.
Infine, a completare l’arco della maggioranza, c’è Domani Motus Liberi sempre più bistrattata dagli alleati. Qual è la strategia del giovane Movimento?
Portare avanti i loro progetti, Amazon su tutti, o trovarsi un posto per la prossima volta?
Insomma, maggioranza divisa, partiti di maggioranza ancora più in crisi al loro interno ma la legislatura deve assolutamente andare avanti. Perché sulle sedie si sta comodi e per quale motivo rischiare di rinunciarci con un anno di anticipo? Tanto alle sorti del Paese ci penserà qualcun altro.

Tancredi Falconeri