Roberto Ciavatta, Rete: ”Proposta d’urgenza in UdP: sdoppiamento del comma su Arzilli. Una parte segreta, in cui discutere delle cose delicate (voluntary disclosure, questioni penali ecc) e una parte pubblica, nella quale discutere la fiducia a Arzilli.
Ma in questa seconda parte non si potrebbe discutere su nulla relativo alla trasmissione e alle questioni economiche e penali.
Ergo, la parte pubblica
Inoltre si dovrebbe discutere la fiducia a Arzilli ma lo stesso non ha presentato le dimissioni né in Consiglio né in Congresso.
RETE ha richiesto di trasformare l’intero comma in comma pubblico. Non se ne discute.
A breve si voterà per lo sdoppiamento, senza possibilità di discussione (nemmeno in comma comunicazioni).
RETE voterà contro lo sdoppiamento, perché così è una farsa.
Saremmo favorevoli alla trasmissione del comma, ma non di un comma in cui non si possa discutere di nulla!
Matteo Zeppa, Rete: Venerdì scorso è stato convocato l’upd per delineare i lavori del Consiglio. La querelle Arzilli, ha spaccato la maggioranza. Il comma, già in quel contesto, doveva essere pubblico. Rete si espresse in tal senso. Decisero che doveva essere segreto. A distanza di 5 giorni, quella spaccatura è tornata a far capolino oggi alle 12.00 con una riunione urgente dello stesso UDP. La scelta proposta ad un ora dall’inizio dei lavori, era quella di rendere pubblico il dibattito su Arzilli e NON quello che emerse dal filmato del tg1. Quindi il papocchio è totalmente ingeneroso per lo svolgimento del dibattito.
Esempio: come faccio io a parlare di ciò che è accaduto, senza avere la possibilità di discutere sull’oggetto, ossia su uno dei metodi per aggirare la voluntary?
Dovrei lodare Arzilli? Assurdo no?
L’intero comma DOVEVA ESSERE PUBBLICO!!!
Punto. Non svegliarsi 5 giorni dopo, accorgendosi di aver fatto un casino mettendoci una pezza sdrucita.
Andrea Zafferani, Civico 10: 35 favorevoli, 9 contrari e 4 astenuti: la proposta per riportare in seduta pubblica almeno la discussione politica sulla vicenda Arzilli non è passata (servivano 39 voti).
Rimane la seduta segreta
BERTI: “NON CAPISCO CERTI GIOCHI”; P.AMATI: ”RISERBO INSENSATO” (DIRE) San Marino, 19 nov. – Cio” che verra” detto in parlamento sul ”caso Arzilli” restera” fra le mura di Palazzo Pubblico. Almeno durante la ”diretta”. In apertura dei lavori del Consiglio grande e generale di oggi, infatti, la proposta di rendere pubblica una parte del confronto sul tema, che vede il segretario di Stato all”Industria al centro dell”attenzione dopo le dichiarazioni del padre trasmesse dal programma Rai Tv7, nelle quali avrebbe suggerito come acquistare diamanti in contanti a San Marino portandoli fuori territorio con un certificato di riparazione, non ha raggiunto i due terzi dei voti necessari per il via libera. I 35 ”si”” incassati sarebbero tutti arrivati dalla maggioranza, ma la quota minima era 39. A esprimersi contro la proposta di uno sdoppiamento del dibattito (una parte segreta, incentrata sulla voluntary disclosure, e la seconda, pubblica, sull”affaire Arzilli) sarebbero stati Upr, Sinistra unita, Rete e gli indipendenti Federico Pedini Amati e Luca Lazzari. Mentre il Partito socialista avrebbe optato per l”astensione. Il voto aveva seguito l”Ufficio di presidenza convocato per le 12 di oggi e durato quasi due ore. Da quanto emerge le posizioni avrebbero rispecchiato i valori emersi durante il voto, con qualche valzer fra i presenti. Per quanto riguarda la lista che unisce il Pdcs e Noi sammarinesi, per esempio, il capogruppo Luigi Mazza si sarebbe fatto da parte per permettere a Maria Luisa Berti di dire la sua in qualita” di rappresentante del movimento di Arzilli, che ha rimesso il suo mandato proprio nelle mani di Ns.
Il capitolo al centro della querelle, chiamato genericamente “Riferimento del governo su recenti fatti e notizie trasmessi dagli organi di informazione”, era stato inizialmente inserito nell”agenda dei lavori del parlamento come “segreto”. Quindi a porte chiuse. Una scelta che Noi sammarinesi aveva messo in discussione assieme ad altre sigle politiche, tanto da portare, oggi, a una proposta che divideva in due il confronto: la prima, segreta, incentrata sulla voluntary discolure, e la seconda, pubblica, sull”affaire Arzilli. Da quanto emerge nei commenti raccolti fra i parlamentari presenti dopo l”Ufficio la prima, segreta, incentrata sulla voluntary discolure, e la seconda, pubblica, sull”affaire Arzilli. di presidenza, non sarebbero mancate situazioni di contrasto e incomprensioni: “Il verdetto non mi soddisfa- commenta Berti a caldo- ma avevo gio” capito che non c”erano le condizioni per approvare la proposta, devo capire a che gioco sta giocando chi dichiara pubblicamente di volere un dibattito pubblico ma poi vota contro”. Dall”altra trincea del Consiglio e” invece Pedini Amati a esprimersi: “Secondo l”argomentazione che ci e” stata proposta c”era l”esigenza di sdoppiare il comma per confermare la necessita” della segretezza, ma in realta” questa esigenza non c”era, potevamo benissimo parlare a microfoni aperti dell”intera questione”.