San Marino. Maggioranza risicata, ma finalmente più coesa. …E governo più forte e concreto!

Mentre fra maggioranza, con in testa la Democrazia Cristiana, e Rete è in pieno atto il rimpallo delle responsabilità della crisi di governo -un rimpallo inutile, visto che sono mesi che la ormai vecchia coalizione di governo non esisteva più nel concreto- i sindacati sono scesi in campo evidenziando, fra le righe, le solite distanze “politiche” fra Csdl e Cdls, pessimista la prima (visto che la sinistra di riferimento è all’opposizione e dovrà restarci per ancora un anno), ottimista la seconda, visto che i suoi riferimenti saranno ancora al governo per un anno…

Non ne può fregare di meno a nessuno, né del rimpallo di responsabilità fra maggioranza e Rete, né delle posizioni di sindacati che sanno esaltarsi nel fare politica ben più di quando si trovano a difendere dei lavoratori. Fino alla prossima primavera -purtroppo!, aggiungo io- non si voterà, perchè nessuno, neppure nelle opposizioni che chiedono il voto subito, vorrebbe in piena estate inseguire i sammarinesi in una caccia all’ultimo voto; perchè non si può ricevere, in ottobre, il Presidente italiano Sergio Mattarella in un Paese che è in piena compagna elettorale; perchè se cambiassero gli attori del tavolo di confronto slitterebbe alle “calende greche” la sigla dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea; perchè c’è la legge di bilancio da varare… Perchè -e forse questo il motivo vero- nessuno, fra le forze politiche che compongono la maggioranza di 32+1, è oggi pronto per affrontare una tornata elettorale.

Volenti o nolenti, si voterà soltanto nella prossima primavera. Ho sempre sostenuto, dall’autunno scorso, che prima si fosse andati al voto meglio sarebbe stato per il Paese. Del resto, un governo che non governa è una palla al piede per ogni Paese, per la sua economia, per il suo sviluppo, per il benessere dei cittadini… Avrei preferito il voto oggi, con coalizioni coese, finalizzate a governare davvero, in luogo delle solite ammucchiate acchiappavoti favorite da una delle peggiori leggi elettorali che il Paese abbia mai avuto.

Al tempo stesso, però, la crisi di governo e l’entrante maggioranza di 32+1 (che potrebbe crescere ancora a breve) non mi preoccupa per nulla. Anzi, sono convinto vada a rivelarsi più produttiva di quella appena naufragata -nonostante potesse contare su ben 40 seggi consiliari- che passerà alla storia per la frequenza con cui portava in Aula provvedimenti legislativi per poi mestamente ritirarli per l’opposizione che trovava addirittura al suo interno, in una sorta di tragicomica paradossale degna del miglior Mr.Bean.

E, perdipiù, come può incutere pessimismo il cambio di vertice, qualunque sia il successore, ai vertici della sanità pubblica sammarinese, visto lo stato di insoddisfazione da record dell’utenza toccato in questa legislatura? Ma questa è un’altra storia…

Sono convinto che l’uscita di Rete finirà, anziché indebolirlo, per rafforzare il governo e ricompattare l’esigua maggioranza, permettendogli di recuperare quella progettualità perduta nel rincorrere le spericolate manovre poste in essere da un partito perennemente in guerra al suo interno; un Movimento dove la priorità sembrava tutelare la convivenza di politica e antipolitica, di progettualità e mera ricerca del consenso perduto.

Il Paese ha bisogno di un governo che pensi a governare, di una maggioranza capace di trovare la sintesi fra le diverse visioni e le diverse sensibilità. Oggi lo ritengo finalmente possibile e non mi sorprenderebbe se l’azione di governo, anche in senso riformista, dovesse subire una repentina accelerazione. Del resto, nessun partito vuole andare al voto prima della prossima primavera, tutti sono consapevoli che ogni forza della risicata maggioranza è indispensabile, il Paese non può permettersi un altro anno di governo che non governa…

Assegnate “ad interim” le deleghe delle due Segreterie di Stato lasciate vacanti dalle dimissioni dei ministri di Rete, partirà necessariamente un serrato confronto fra Motus Liberi -mai così forte come oggi nei rapporti di forza interni alla coalizione che sosterrà il governo- e il resto della maggioranza. Un confronto che si chiuderà con un chiaro, netto compromesso capace di far ripartire velocemente l’iter di approvazione di tutti quei provvedimenti abortiti, frenati, congelati o ritirati quando erano ormai ad un passo dal licenziamento da parte dei “Sessanta”.

Si sta insediando, quindi, un governo numericamente più “debole” del precedente, ma nel concreto -sono pronto a scommetterci, nonostante lo scontato scetticismo critico della Csdl- più forte e concreto!

Enrico Lazzari