Riceviamo e pubblichiamo
Sono un cittadino Sammarinese, malato oncologico e pertanto in cura presso l’Ospedale di San Marino il cui massimo dirigente ha il nome di Francesco Bevere, Super Manager “importato” per volontà politica dal nostro governo, per liberare la Calabria dalla ingombrante spazzatura e assolvere da tale compito amici politici italiani come Pierpaolo Sileri.
Altri articoli di giornali si sono occupati dei compensi e delle “sospette malefatte” del nostro Super Manager, Bevere, pertanto io mi limiterò a raccontare ciò che il Bevere non ha fatto, ovvero il dirigente dell’ospedale di San Marino.
Si perché il reparto di oncologia è stato letteralmente abbandonato e smantellato per una inetta gestione del personale sanitario alla quale era deputato il Bevere, non lo chiamo più Super Manager, perché di fatto ancora non ha una sua collocazione professionale ben chiara.
Nelle aziende i manager se non realizzano ciò per cui vengono assunti e pagati, di solito vengono cacciati in maniera rapida, affinchè si possa poi porre rimedio agli errori e risolvere i problemi causati da chi avrebbe dovuto evitarli.
Ho conosciuto, purtroppo per me, il reparto di oncologia lo scorso anno a capo del quale c’era la direttrice dottoressa Raffaella Bracci, brava, capace ed umanamente eccezionale e la dottoressa Rovinelli, medico serio e professionale con una grande empatia nei confronti dei malati.
La Bracci, circa a novembre del 2021 aveva avvisato che alla fine dello stesso anno, si sarebbe dimessa dall’incarico in quanto non poteva sommare i periodi pensionistici tra San Marino e Italia.
Ma anche questo non importa, resta il fatto che il Bevere non si è preoccupato di preparare la sostituzione della dottoressa e così quando a dicembre del 2021 la dottoressa Bracci, pur enormemente dispiaciuta per dovere lasciare il reparto di oncologia a lei affidato e nel quale aveva trovato un ottimo ambiente dove lavorare, se ne è andata ad oggi (sono passati 12 mesi), ancora non esiste un dirigente del reparto di Oncologia, ma con una trovata geniale il Bevere ha concluso un accordo con l’IRST di Meldola dal quale, in qualità di consulenti prestano le loro capacità con visite giornaliere periodiche, 4 dottori a turno. Per carità nulla contro la loro professionalità, che ho avuto modo di conoscere personalmente ma il reparto ha necessità di un primario.
Nel frattempo il mio caso come quello ovviamente di altri pazienti oncologici (chissà se il Bevere conosce questa parola), è passato ad altra dottoressa, Francesca Rovinelli, la quale aveva in scadenza di contratto il 4 di ottobre scorso. La dottoressa ad agosto sollecitò l’ufficio competente, indovinate da chi diretto?,
Chiese di rinnovare il contratto utilizzando la legge che permette l’assunzione di specialisti e le dissero che quella legge aveva dei tempi di attuazione lunghi e non poteva essere utilizzata. (se avessero preso in mano il rinnovo a tempo debito non ci sarebbero stati questi disservizi)
La scorsa settimana la dottoressa ha dovuto abbandonare il reparto perché dopo avere nuovamente sollecitato il rinnovo, le è stato detto che ci sarebbe voluto del tempo, sguarnendo così il reparto di un’altra importante figura.
Quindi anche la dottoressa Rovinelli al momento non è più in oncologia. E chissà se e quando tornerà.
Le uniche dottoresse che lavorano nel reparto sono la dottoressa Carlotta Santelmo, l’ematologa Anna Bugli e la dottoressa Nicoletta De Luigi. Le prime due vengono anche incaricate per le notti e festivi, pertanto il giorno seguente la dottoressa De Luigi è l’unica dottoressa in reparto. Da cinque dottoresse a 1 in alcune giornate. Queste tre dottoresse sono brave ma non hanno il dono della clonazione, ma sono sempre a disposizione con generosa disponibilità sempre sorridenti tra noi malati.
Ora una riflessione va fatta ma prima voglio ricordare e tengo a sottolineare con tutto il mio cuore che Giusy, Lucia, Vanessa Sabrina e Marta sono le infermiere che devono supportare i malati come noi e lo fanno con grandissima professionalità, con sempre un sorriso per noi che lottiamo per rimanere ancora un po’ qui, e con tantissima generosità e lo fanno tra tantissime difficoltà perché lavorare in queste condizioni non è per nulla facile.
Pertanto dico veramente grazie a tutto il reparto, dalle dottoresse alle infermiere, ma non riesco a dire parole che non siano insulti a chi, di queste persone non ha il rispetto dovuto.
Mi riesce facile, invece fare presente al Bevere che noi malati oncologici vediamo nei nostri medici e nelle infermiere la nostra salvezza, ci affezioniamo a loro, diventano i nostri salvatori i nostri complici, persone alle quali affidiamo le nostre speranze e le nostre vite.
Se ne andrà anche questo, strapagato, con auto blu e autista, ma mi rivolgo alla politica e in particolare al sig. Ciavatta, non esente da colpe, cieco e sordo di fronte a diverse manifestazioni di insofferenza già portate alla sua attenzione.
Ma come si può assumere una persona cacciata dal dipartimento di tutela della Regione Calabria per aver scaldato la sedia e con diverse altre situazioni che dimostrano quanto sia incapace, con un curriculum veramente indecoroso. E il Ciavatta lo assume e lo strapaga.
Chi ha assunto il Bevere, ne dovrebbe pagare le conseguenze, chi sbaglia a certi livelli deve pagare, ma bisognerebbe anche indagare su questa assunzione.
Ora è tempo che Ciavatta risolva il danno da lui stesso creato incaricando persone qualificate e competenti e poi dimettersi e fare altro nella vita che occuparsi di politica.
Il mio nome è Guido Bruccoleri
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Vista tale legge e data informazione ai lettori si rende noto che chiunque quereli, in maniera pretestuosa, il nostro direttore per la pubblicazione di questo video verrà immediatamente controquerelato per CALUNNIA in quanto l’ipotetico querelato era, grazie a quanto scritto sopra, a conoscenza della nostra non punibilità a norma di legge per la pubblicazione di video/scritti/dichiarazioni di altri purché identificati.
Art. 357 del codice penale sammarinese. Calunnia: ”Chiunque, mediante denuncia o querela diretta al giudice o a un pubblico ufficiale che abbia l’obbligo di riferirglielo, incolpa di un misfatto taluno che egli sa innocente ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato, è punito con la prigionia dal secondo al terzo grado.”