San Marino. Maltrattamenti animali: i numeri della vergogna

Cani e gatti fanno parte a pieno titolo delle nostre vite. E che ci sia qualcuno che possa prendersela proprio con loro ci sembra incredibile sebbene siano tante le storie di maltrattamenti che ogni giorno ci vengono restituite dalla cronaca. Ciò accade quasi sempre fuori dai nostri confini ma non mancano casi di maltrattamenti che si sono verificati anche a San Marino. Si tratta delle violazioni al 282 bis del codice penale, casi finiti in Tribunale tra i quali quello clamoroso che costò la vita ad un capriolo prima investito e poi finito a bastonate. La maggior parte dei casi non riguarda però maltrattamenti ma prescrizioni e sanzioni che non fanno scattare il reato penale. Così, fanno sapere da Iss, nel 2016 vi sono state sei prescrizioni, nel 2017 quattro, principalmente a cacciatori che utilizzavano il collare elettrico, nel 2018 tre, tra cui un sequestro cautelativo di un cane che non è stato più restituito in quanto tenuto in condizioni giudicate non adeguate. Prescrizioni accompagnate da sanzioni che vanno da un minimo di 100 euro fino a 500 euro quando c’è l’uso del collare o la persona viene colta in flagrante mentre abbandona il proprio animale domestico. L’ultimo caso risalirebbe al 2015. Tra le prescrizioni oltre all’uso del collare ci sono altre casistiche, la legge non prevede infatti la possibilità di tenere il cane alla catena se non per brevissimi periodi, il cane poi non può essere recluso in spazi troppo angusti né la sua cuccia deve toccare a terra, la situazione igienica deve essere adeguata. Ci sono inoltre tante altre sanzioni che non rientrano nelle prescrizioni che riguardano la mancata iscrizione all’anagrafe canina o il cane vagante, in questi casi visto che lo Stato spende soldi per intervenire nel recupero di questi cani, vi sono delle multe che si aggirano intorno ai 100 euro, di tali casi in media se ne verificano dai 30 ai 40 all’anno. Per quanto riguarda il 2019, c’è stato il sequestro di un collare che sembrava elettrico e quindi fuorilegge ma poi sarebbe emerso che quello utilizzato emetteva ultrasuoni e aveva per finalità l’addestramento. Sempre verso la fine del 2019 aveva fatto scalpore la vicenda della sammarinese Francesca Verducci che per difendersi da quello che lei aveva definito un vero e proprio assedio dei cacciatori di fronte alla sua abitazione, aveva organizzato delle azioni di disturbo chiedendo l’aiuto del Movimento anticaccia italiano i cui aderenti fecero emergere proprio in quell’occasione la presenza di un collare presumibilmente elettrico attorno al collo di un cane. Numeri alla mano, la situazione che riguarda i maltrattamenti non appare grave (detto che pur se pochi, si tratta sempre di troppi casi) ciononostante vale la pena continuare a tenere la guardia alta nell’interesse dei nostri amici a quattro zampe e anche alla luce del fatto che troppo spesso la violenza sfogata contro gli animali prelude a quella sfogata contro le persone, spesso familiari.

Repubblica Sm