Sono passati già due mesi dalle elezioni della Madonna.
Si sono concluse le complicate trattative per il varo del nuovo esecutivo ed il varo delle varie Segreterie con incarichi a figure politiche quasi tutte nuove all’esperienza di Governo, ma tutte con una certa esperienza politica. E questo è un bene.
Non si possono nascondere alcune perplessità nelle formazioni dei vari staff che affiancano i Segretari di Stato.
Non si può nascondere una certa apprensione e la crescente e attesa di provvedimenti di lungo respiro che riguardino innanzitutto tutto il rapporto con l’Italia e il rifinanziamento del sistema bancario, premesse indispensabili per un nuovo ciclo economico.
I provvedimenti più importanti di un Governo e della maggioranza che lo sostiene vengono enunciati e di soliti varati nei famosi primi 100 giorni.
Ci aspettiamo pertanto che entro marzo essi vengano presentati, spiegati alla pubblica opinione e poi finalmente applicati.
Ci rendiamo perfettamente conto delle enormi difficoltà da affrontare e del disastro che il precedente “sgoverno” ha provocato, tutto preso a salvarne uno ed incapace di qualsiasi progetto.
Ma questo è il passato da superare.
Lo abbiamo denunciato ripetutamente anche da questo giornale, anche da questa rubrica e ne siamo tutti ben consapevoli.
Ma i cittadini hanno con il loro voto punito questo passato ed indicato la soluzione politica da percorrere.
Non si è trattato però di un mandato a fiducia illimitata e perenne.
Le tre componenti dell’attuale maggioranza hanno beneficiato del fatto di essere il meno peggio, raccogliendo quindi un consenso a tempo.
La soluzione dei principali problemi sul tappeto deciderà se questa fiducia si confermerà e diverrà stabile o verrà ritirata in tempi che possono essere anche molto brevi.
La Democrazia Cristiana esprime due fondamentali Segreterie: Esteri e Finanze.
La ricostruzione di un rapporto solido con l’Italia a nostro avviso non deve sottostare alle entrature con questa o quella forza politica ma poggiare su leali e reciproci e duraturi interessi fra i due Paesi: la Grande Italia ed il piccolo San Marino.
Si devono trovare tutte le possibili convergenze (ri)costruire un rapporto reciprocamente vantaggioso alla luce delle dinamiche che l’Unione Europea ha determinato (non tutte vantaggiose per la Repubblica Italiana) e dei possibili vantaggi reciproci anche con le regioni limitrofe. penso che la Presidenza della Repubblica Italiana potrebbe essere un interlocutore primo e principe in grado di recepire ed instaurare un dialogo istituzionale sui principi cardine di una nuova convenzione italo – sammarinese e trattato di amicizia e di buon vicinato.
Contemporaneamente con il Governo Italiano ed in particolare con il Ministero degli Esteri e con il ministero delle Finanze poi si dovrà concretamente attuare ciò che la nuova convenzione avrà previsto. questo possibilmente non in tempi biblici.
Rete è alla prova del fare. Sono passati i tempi della critica generalizzata e della sollecitazione viscerale dei cittadini senza l’onere di trovare poi soluzioni compatibili con la realtà.
Ora la responsabilità di Governo implica delle scelte senza troppe ambiguità e senza troppe contraddizioni e con l’arma dell’assistenzialismo difficilmente proponibile in un Paese sull’orlo della bancarotta.
Noi per San Marino è un cartello elettorale fra varie anime. oltre a governare bene ha una necessità impellente e vitale. deve trovare le energie e soprattutto le idee per un progetto riformista in grado di dare risposte di sinistra ad un Paese confuso, arrabbiato e spaventato.
Questo Governo è l’ultima speranza di mantenimento della nostra sovranità.
Confidiamo in uno sforzo massimo per il Paese e non per gli interessi di bottega che ci hanno portato al disastro.
Dario Manzaroli