Niente ribaltone. Parola di Marco Gatti. Il segretario della Democrazia cristiana sammarinese, in carica da cinque anni, non vuole sentir parlare di rottamazioni o ventate di aria fresca, dopo le recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto il suo partito, la tangentopoli sammarinese che ha messo nel mirino la classe politica del Titano e quella della Dc in particolare. E non pensa nemmeno che ci sia una ‘corrente’ all’interno del Pdcs che miri a questo.
E’ così segretario?
«Semplicemente perché il ribaltone, se così vogliamo chiamarlo, c’è già stato. Abbiamo già rottamato eccome se guardiamo a cos’è la Dc oggi e cosa era prima del 2006».
Quindi niente ‘anno zero’?
«Niente ‘anno zero’. Basta dare un’occhiata in Consiglio grande e generale per capirlo. Ci sono soltanto tre persone che hanno un’esperienza precedente al 2006».
Cosa farà la Dc per recuperare credibilità davanti ai propri elettori?
«I recuperi di immagine non si fanno con i maquillage, ma con proposte concrete. Il rinnovamente non è una questione di facce o di simboli e nomi che cambiano. Non è così semplice».
Dunque non temete un flop alle prossime elezioni?
«Sono convinto che la gente dia la propria preferenza alle persone che hanno delle idee. Il nostro processo di rinnovamento è iniziato ben prima delle inchieste giudiziarie e alle ultime elezioni, nonostante già il clima non fosse tranquillo, abbiamo raccolto consensi grazie a quello che abbiamo proposto. Questo è un partito che si è risvegliato ben prima degli arresti di Podeschi e Gatti».
Perché i sammarinesi dovrebbero votare il Pdcs?
«Nel partito l’innesto di figure capaci e nuove c’è già stato. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti considerando che in questo momento siamo al governo. Se questo Paese sta ripartendo è perché qualcosa di buono è stato fatto grazie a riforme importanti».
Nuove alleanze in vista?«In primis occorre vedere se le motivazioni della coalizione San Marino Bene Comune funzionano ancora. Evidentemente in questo momento un po’ di sbandamento c’è».
Segretario, lei si sente in discussione?
«Siamo sempre tutti in discussione. I ruoli si portano avanti sino alla fine senza pensare al domani. Non sono mai stato legato al ruolo anche perché in questo momento tutti dobbiamo lavorare non per gli interessi personali, ma esclusivamente per il bene del Paese».
Il Resto del Carlino