San Marino. Marino Grandoni a Nicola Renzi: “…bisogna che ratifichiate e poi vi incazzate con presidente e membri” del Condir di Bcsm. Screen Whatsapp agli atti del Tribunale che il candidato di RF, sotto giuramento, non ha definito falso

Se, abbiamo ricordato (leggi qui) il ruolo che Miriam Farinelli e Sara Conti, ambedue candidate di Repubblica Futura, hanno avuto nella definizione di un esposto giudiziario contenente una “notizia di reato” a carico di colei –Catia Tomasetti, Presidente di Banca Centrale- che, per le azioni messe in campo, appariva come la nemica “numero 1 della “Cricca” che ha devastato il sistema finanziario sammarinese nello scorso decennio, con le ricadute determinate sul benessere di tutti i sammarinesi, oggi, sulla stessa tematica, ovvero l’ormai famosissimo verbale del Ccr successivo alla riunione del Condir (il Consiglio Direttivo di Bcsm) del 31 luglio 2018, ricordiamo il ruolo che, precedentemente all’esposto delle due candidate di RF, sembrerebbe aver avuto nientemeno che l’allora Segretario di Stato agli Affari Esteri e alla Giustizia, sempre di nomina RF e oggi candidato nella stessa lista, Nicola Renzi.

Come sempre lo facciamo limitandoci a far riferimento ad atti e “fatti” giudiziari emersi nel corso dei recenti procedimenti giudiziari che ruotano attorno alla “galassia” Banca Cis, senza cedere -nel limite del possibile- ad interpretazioni o opinioni. Fatti, solo fatti documentati, nudi e crudi.

Nel corso della testimonianza che Nicola Renzi ha fatto durante il Processo Buriani-Celli, incalzato dall’Avvocato Filippo Cocco (legale di parte civile della Presidente di Bcsm) che gli chiedeva se “con l’Ingegner (Marino; ndr) Grandoni” avesse “mai avuto interlocuzioni aventi a tema Banca Cis, la sua risoluzioni, il finanziamento o il ruolo in generale della Tomasetti all’interno di Banca centrale”, il candidato di Repubblica Futura (del quale è uno dei fondatori, dopo essere stato coordinatore in Alleanza Popolare) rispose (leggi qui): “Allora… no, però a nessuno sfugge che siano usciti, diciamo così pubblicati, da un eroico Anonymous, un sito che è apparso, poi è scomparso e del quale ovviamente nessuno è riuscito a capire chi fosse l’autore, sono comparsi dei messaggini che in alcuni casi sono stati ricondotti da qualcuno, non credo dall’Autorità Giudiziaria, a scambi di messaggi fra me e Marino Grandoni. Io su quella vicenda sono già stato chiamato una o due volte a testimoniare davanti al Commissario Morsiani e a lui dissi che non potevo né confermare né smentire il fatto che quelli fossero messaggi intercorsi fra noi due, nel senso che mi sembravano molto strani i contenuti, ma non sapevo se…”.

Ma cosa contenevano quei messaggi che Renzi, sotto giuramento, non ha con decisione e certezza definito dei fotomontaggi, degli screen-fake, limitandosi a sostenere che non può né confermare né smentire la loro autenticità?

Si tratta di una serie di immagini che apparentemente riportano delle schermate -”screenshot”, in gergo informatico- di Whatsapp relative ad una conversazione fra lo stesso Nicola Renzi e Marino Grandoni, quest’ultimo al centro di diversi procedimenti giudiziari fra cui una indagine tuttora aperta, assegnata al Comissario Elisa Beccari e incentrata sull’ipotesi di reato di “associazione a delinquere” con il Commissario Alberto Buriani, il finanziere lucano Lorenzo Confuorti, il Dg di Banca Cis Daniele Guidi (condannato in secondo grado per la truffa dei fondi pensione e dei fondiiss che visto volatilizzarsi 75 milioni di euro).

L’ing.Marino Grandoni e l’ex Segretario di Stato Nicola Renzi

La presunta chat, comunque agli atti perchè, come spiegato dall’Avv.Cocco in un “battibecco” l’Avv. Vecchi (difensore di Buriani) “è una produzione ammessa al fascicolo, perchè è la copia di un fascicolo di questo Tribunale, aperto in questo Tribunale, con documenti contenuti in questo Tribunale, dei quali qualora si voglia verificare la rispondenza, il Signor Giudice potrà acquisire la copia presso la Cancelleria che risponde a quella che l’Avv.Ercolani ha depositato”…

Questa “chat” agli atti del Tribunale, come detto, apparentemente riportava una conversazione fra Renzi e Grandoni tenuta -lo si deduce dal testo- all’indomani della riunione del Condir che, in seguito, diede vita all’esposto, di cui abbiamo parlato stamattina, che Fernando Bindi, Miriam Farinelli e Sara Conti inoltrarono e che minò per mesi l’autorevolezza del vertice di Banca Centrale (leggi qui).

Ma cosa contenevano quelle misteriose schermate di un telefono cellulare? 

Un messaggio in particolare appare eloquente. Lo “screen” ci fa dedurre che Marino Grandoni ha scritto a Nicola Renzi: “Ciao Nicola -è il testo (testuale, senza correzioni)- volevo ricordarti e sottolineare che furbescamente il verbale del cda (si presume si riferisca al Condir di Bcsm; ndr) di ieri è stato modificato precisando che la delibera di approvazione e (è; ndr) condizionata a ratifica .. per cui se non ratificate noi siamo cotti .. bisogna che ratifichiate e poi vi incazzate con presidente e membri cda .. in particolare qui è stata deleteria la mazza”.

In quei giorni Nicola Renzi, si ricordi, ricopre l’incarico di Ministro del Governo AdessoSm nella più importante Segreteria di Stato del Governo, quella agli Esteri e alla Giustizia e Grandoni, semplice imprenditore, azionista di Banca Cis -sempre secondo gli “screen” prodotti in Tribunale, quindi atti giudiziari-, gli detta le azioni da compiere: “…bisogna che ratifichiate e poi vi incazzate con Presidente e membri del cda” di Bcsm…”. “…e poi vi incazzate” con la Tomasetti è la la “traduzione”…

Per completezza di informazione è doveroso ricordare che l’unico elemento che dà credibilità a quelle chat, a quegli screen viene dalla testimonianza di Nicola Renzi, il quale sotto giuramento, di fronte al Giudice, nell’aula di un Tribunale, non ne ha categoricamente smentito l’autenticità: “Io su quella vicenda (le schermate Whatsapp; ndr) sono già stato chiamato una o due volte a testimoniare davanti al Commissario Morsiani e a lui dissi che non potevo né confermare né smentire il fatto che quelli fossero messaggi intercorsi fra noi due”.

Alla luce di ciò, pur nella necessaria prudenza data dall’autenticità non provata al di là di ogni ragionevole dubbio, ma che Renzi sotto giuramento non ha definito “fake”, falsi, il candidato di Repubblica Futura Nicola Renzi dovrebbe, secondo voi sammarinesi, avere un ruolo, uhno scranno nel prossimo Consiglio Grande e Generale che, perché la “Cricca” che nello scorso decennio ha devastato il sistema finanziario del Titano possa ricevere il “colpo di grazia”, dovrà essere totalmente impermeabile alle eventuali pressioni di quel gruppo di potere, oggi indagato per “associazione a delinquere” in un’indagine del Commissario Elisa Beccari?

Come consuetudine di questa serie di approfondimenti e di “ricordi”, la risposta dovrete trarla da soli, nel segreto dell’urna elettorale del prossimo 9 giugno…

Intanto, da atti italiani, prodotti nell’ambito del procedimento n.16583/22, oggi archiviato, ma che vedeva indagato fra gli altri Daniele Guidi, da accertamenti effettuati  dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, emerge un’altra azione che, senza che vengano prefigurate ipotesi di reato al nome presente nella lista elettorale, collega il candidato di “Domani –  Motus Liberi”, Nicola Codicé, a Daniele Guidi… Ma di questo parleremo meglio domani…

Enrico Lazzari

 

 

 

 

 

Nota importante dell’Autore e di GiornaleSm: in questi approfondimenti si raccontano fatti senza alcun commento o valutazione. Fatti attinenti azioni che hanno visto protagonisti alcuni candidati alle prossime elezioni politiche e fatti che -direttamente o indirettamente, consapevolmente o inconsapevolmente, ingenuamente o dolosamente che sia- hanno avuto l’effetto di favorire la “cricca” o tentare di mettere o mettere in difficoltà, creare problemi, minare l’autorevolezza, bloccare l’azione di chi combatteva strenuamente quel gruppo di potere privato che ha contribuito in maniera importante al dissesto finanziario ed economico che tutti i sammarinesi stanno ancora oggi pagando.
Nulla più, nessuna accusa diversa da una eventuale responsabilità politica, men che meno un reato penale, è contenuta o deducibile relativamente ai personaggi, ai candidati citati che, per quanto risulta oggi, non compaiono fra gli indagati o gli imputati di alcuna azione penale nota e, pertanto, vanno considerate tutte  “brave persone” fino a eventuale e non nota oggi prova contraria.