San Marino. Marino Grandoni a Milano Finanza: ”a fine estate il closing con i sauditi”

Stretta sulla cessione di banca cis. la Trattativa è con imprenditori di Riyadh

San Marino, porte aperte ai sauditi

Il proprietario dell’istituto, Grandoni, esce allo scoperto Sull’intero sistema della Repubblica grava il peso degli npl. Il governo prepara la bad bank e cerca capitali esteri

di Marcello Bussi e Andrea Montanari

Insomma, Grandoni è un passo dalla cessione dell’istituto che ha fondato e ha fatto crescere anche con l’acquisizione, avvenuta nel settembre del 2013, di Eurocommercial Bank. «Vendo perché da sola la banca non può fare il salto di qualità necessario per andare ad affrontare i mercati internazionali, visto che quello locale è asfittico», specifica il proprietario di Banca Cis. «Questi investitori non sono interessati ad acquisire altre banche sammarinesi. Da questa operazione l’economia del Repubblica trarrà solo benefici».

Ma sul Monte Titano c’è chi, invece, non nasconde la propria preoccupazione perché il sistema creditizio è molto debole e deve affrontare il nodo degli npl: oltre 2 miliardi di crediti deteriorati lordi (compresi i 700 milioni che la Cassa di risparmio detiene nei confronti del gruppo Delta, società bolognese attiva nel credito al consumo, poi commissariata) a fronte di un totale degli attivi superiore a 5 miliardi. Per questo c’è il timore che l’ingresso dei sauditi in Banca Cis sia solo il primo passo per altre acquisizioni. «Non mi risulta che siano interessati ad altre banche», taglia corto Grandoni.

Chi è favorevole a un cambiamento radicale del mercato è il segretario di Stato alle Finanze Simone Celli. «L’internazionalizzazione del sistema dovrà passare per l’apertura del nostro mercato ai grandi investitori esteri. E’ interesse strategico creare le opportunità per incentivare le grandi banche o i grandi fondi, a investire a San Marino attraverso il sistema bancario esistente, stabilendo una gradualità nei volumi e nei tempi d’investimento, diversificando i rapporti ed evitando di concentrarsi esclusivamente su singole iniziative», si legge in uno dei passaggi salienti della relazione presentata nei giorni scorsi al Consiglio Grande e Generale. Celli sostiene altre linee per il risanamento e il rilancio del settore bancario. «Va rilevata la grande opportunità incardinata delle futura sottoscrizione dell’accordo di associazione con l’Unione Europea», di cui San Marino non fa parte pur adottando l’euro come moneta. «Una maggiore integrazione con la Ue (…) potrebbe permettere di far entrare la Banca Centrale nel sistema delle banche centrali europee con la conseguente possibilità di accedere direttamente alla liquidità dell’Eurosistema».

E’ evidente la preoccupazione di non essere totalmente dipendenti dall’Italia e di cercare altri partner. Infine Celli ha preannunciato «l’inevitabile ulteriore ricapitalizzazione della Cassa di risparmio»: operazione che «dovrà essere messa in campo nelle prossime settimane». Una scelta obbligata legata alla volontà di fare dell’istituto, controllato dallo Stato, il «pivot attorno al quale completare il processo di ristrutturazione e riconversione del sistema bancario sammarinese». Insomma, la banca di sistema della Repubblica. Infine, la Banca Centrale sta definendo la normativa necessaria per la costituzione di bad bank. Si partirà proprio dalla Cassa di risparmio che sarà divisa in due: good bank e bad bank. Sul modello italiano.