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  • San Marino. Mario Venturini (Ap): “La Dc cambi nome, simbolo e comportamenti”.

    Mario VenturiniLa Festa dell’amicizia scalda i motori. Si tratta del piu? importante appuntamento politico dell’estate, un laboratorio dove testare e tastare con mano l’umore non solo della piazza democristiana, ma dell’intero governo. Governo che pare scricchiolare a causa dei movimenti al centro dell’asse, con una Ap molto attiva e lo spettro del Partitone all’opposizione. Di questo ed altro abbiamo parlato con il capogruppo di Ap, Mario Venturini.

    Consigliere, avete comunicato di recente la costituzione di un nuovo soggetto politico con Upr. Vuole riassumerci i motivi di questo incontro con un altro partito?

    “La strada verso nuove aggregazioni ci era stata indicata dall’assemblea congressuale di Alleanza Popolare agli inizi del 2013. Abbiamo scelto quella che si e? dimostrata la piu? percorribile. Tentiamo cosi? di rispondere alla frammentazione – quattro forze politiche di centro sono obiettivamente tante – che e? sempre un ostacolo alla governabilita?, e poi di conservare una esperienza politica che ha avuto un ruolo significativo negli ultimi vent’anni. Si tratta ora di elaborare il documento politico che sara? presentato alla nostra Assemblea per l’approvazione”.

    I partiti di centro a cui si riferisce sono Ap, Upr, Dc e Noi Sammarinesi. Perche? allora solo voi e Upr?

    “Gli accordi si fanno con chi e? disponibile. Con Noi Sammarinesi la partita e? ancora aperta e contiamo sull’apporto di altri soggetti con cui abbiamo un dialogo avviato che speriamo di chiudere positivamente. Pensiamo a una forza politica non ideologica, laica, aperta alla partecipazione di uomini e donne che provengono da altre esperienze e culture e meno moderata di quello che sono di solito i riferimenti di chi appartiene all’area di centro. Oltre che, naturalmente, molto attenta alla questione morale”.

    Meno moderata?

    “Voglio dire che il centro moderato, che e? una definizione classica, quando ha governato ha prodotto riforme che, col pretesto della gradualita?, hanno avuto tempi di gestazione lunghissimi in momenti storici in cui il cambiamento doveva essere rapido. Cosi? non si e? al passo coi tempi. Occorre essere, qualche volta, piu? radicali nelle scelte. Una riforma istituzionale degna di questo nome e? stata varata, mi pare nel 2005, con un ritardo di almeno dieci anni rispetto ad un dibattito presente da tempo nella politica e nel Paese; la riforma della PA non e? stata ancora interamente applicata; il tema dei diritti civili non viene affrontato come i tempi imporrebbero ma con piccoli passettini che non rispondono adeguatamente a esigenze sulle quali sara? anche lecito storcere il naso ma sono reali e, oltretutto, sollecitate dalla comunita? internazionale. Ma sono solo alcuni esempi di che cosa intendo io per eccessivo moderatismo”.

    E la Dc?

    “Sinceramente non so se abbia in mente evoluzioni di qualche tipo. Si tratterebbe, pure nel rispetto di una storia importante e non rinnegando certamente i valori fondanti, di cambiare nome, simbolo e, aggiungo io, comportamenti e metodi. Non credo che tutto cio?, ammesso che sia un obiettivo, possa realizzarsi in tempi brevi. Aggiungo comunque che la Dc non e? piu? la stessa forza politica rispetto agli anni della baldoria quasi collettiva”.

    Una domanda la devo fare, anche se forse e? prematura. Il nuovo soggetto politico da che parte stara?? Parlo della questione delle future alleanze.

    “La domanda e? brutale e non ha una risposta. Posso dire che la nuova formazione non nasce contro qualcuno ma per realizzare un progetto al quale possano lavorare molte mani, piu? di quelle attualmente a disposizione di alcuni piccoli partiti a cominciare dal nostro. E, ci auguriamo, con l’apporto di giovani e di soggetti che magari sono ai margini della politica, per scelta o perche? non si riconoscono in cio? che offre il quadro politico attuale. Il tema delle future alleanze non e? stato fra gli argomenti di confronto con l’Upr”.

    La domanda aveva un senso. Come vi collochereste in una coalizione con la Dc e il Psd che, come sembra, potrebbe essere allargata al Partito Socialista?

    “Intanto, sara? pure banale dirlo, in politica non c’e? nulla di certo. Alla fine della legislatura mancano due anni e, per ora, il dialogo con i socialisti riguarda alcune tematiche che richiedono interventi urgenti sui quali un partito di opposizione ha dato disponibilita? a trovare soluzioni maggiormente condivise. Proprio perche? si tratta di questioni importanti. Alla fine della legislatura si tireranno le somme e non solo per quanto riguarda l’apporto del Partito Socialista ma soprattutto sui risultati complessivi della coalizione Bene Comune. Se dovremo valutare, per non eludere la domanda, ruolo e spazi in una eventuale coalizione con Dc, Psd e Ps, lo faremo e sara? interessante il riscontro dei nostri aderenti. Non nego che tali questioni sarebbero complesse. Comunque un autorevole esponente democristiano, se non sbaglio membro di governo, ha gia? detto che in una mega coalizione futura potrebbero benissimo fare a meno dei piccoli partiti che sono capaci solo di porre dei veti… beh, qualcuno ci ha dato il benservito!”.

    Secondo Lei, questo governo arrivera? al 2017?

    “Vi sono problematiche aperte sulle quali occorre dare risposte in tempi brevi. Banca Centrale, Iss, riordino dei corpi di polizia, Cassa di Risparmio, fabbisogno e PA e poi il bilancio, oltre – naturalmente – alle indicazioni contenute nel documento di verifica che riguardano nuova occupazione e metodi. La tenuta del governo dipende da tutto questo ma e? superfluo sottolinearlo. E’ sempre cosi?, a maggior ragione in un momento difficile per l’economia di questo Paese. Poi ci sono le questioni giudiziarie che potrebbero avere incidenze non prevedibili, che non mi auguro di certo. Per quanto riguarda i posti di lavoro, un primo incoraggiante segnale viene dalla convenzione sul polo della moda. Spero che il governo intensifichi gli sforzi in questa direzione che rimane la priorita? di questi anni”.

    Se arrivera? il referendum sul polo della moda, come la mettiamo?

    “E’ la cosa che mi preoccupa di meno. Decideranno i sammarinesi e se vorranno imboccare la strada dell’impoverimento, cosi? sara?”.

    David Oddone, La Tribuna