San Marino. Mark Cutts (ONU): “L’operazione di aiuto transfrontaliero nel Nord Ovest della Siria è un’ancora di salvezza per milioni di persone” – Rubrica internazionale a cura di David Oddone

Rubrica internazionale a cura di David Oddone,
giornalista referente Onu per San Marino

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Le persone in Siria stanno peggio che in qualsiasi altro momento da quando è iniziato il conflitto 10 anni fa. La sofferenza è straziante nel Nord-Ovest, dove milioni di persone, la maggior parte di loro donne e bambini, sono rimaste intrappolate lungo il confine con la Turchia in una zona di guerra attiva.

Più di 2,7 milioni di persone sono fuggite al Nord-Ovest, un’area fuori dal controllo del governo siriano. Sono arrivate in cerca di sicurezza, sopravvivendo a orribili assedi in luoghi come Aleppo, Ghouta orientale, Homs o Raqqa.

Le loro vite dipendono dai camion delle Nazioni Unite che portano cibo, medicine, rifugi e altri aiuti di primo soccorso lungo il confine con la Turchia. La comunità internazionale non è riuscita a fermare la carneficina in Siria, ma è riuscita a tenere in vita le persone portando loro cibo essenziale, forniture sanitarie e rifugi.

Um Aiham vive con i suoi cinque figli in uno dei pericolanti campi profughi. “Chiudere il valico significa morte per noi” dice. “Le medicine per il mio diabete e ipertensione e il cibo per i bambini provengono dal confine”.

Più di 1.000 camion attraversano il confine ogni mese. Quando l’anno scorso un milione di persone sono state sfollate nel Nord Ovest nel più grande spostamento dall’inizio del conflitto, i lavoratori umanitari erano in grado di fornire loro cibo, medicine, protezione e rifugi. A maggio, 26.000 persone hanno ricevuto la loro prima vaccinazione per il COVID-19 grazie al valico di frontiera.

Il Consiglio di Sicurezza approva il sostegno ogni anno. Quando l’ha fatto un anno fa, i suoi membri hanno detto che “la devastante situazione umanitaria in Siria continua a costituire una minaccia alla pace e alla sicurezza nella regione”. Mentre discutono nuovamente il rinnovo dell’autorizzazione per altri 12 mesi, la necessità di fornire supporto transfrontaliero in Siria è oggi ancora più critica.

Ho lavorato in zone di conflitto negli ultimi tre decenni, in posti come Afghanistan, Bosnia, Eritrea, Etiopia, Iraq, Myanmar, Somalia, Sud Sudan, Sudan e Cisgiordania e Gaza. Ma il nord-ovest della Siria è una delle situazioni umanitarie più disperate che abbia mai visto.

La maggior parte della gente vive in tende instabili, in valli che si allagano o su colline rocciose dove non c’è abbastanza acqua. Molti sono stati uccisi o feriti quando gli incendi hanno devastato campi affollati. Decine di migliaia di tende sono state spazzate via durante le inondazioni. Fuori dai campi, ci sono un altro milione di sfollati. Alcuni hanno trovato rifugio in edifici incompiuti, o nelle rovine di città e villaggi bombardati. Altri si rifugiano in scuole e magazzini abbandonati.

Traumatizzati da tutto quello che hanno passato, la maggior parte delle persone teme di tornare nelle zone controllate dal governo da cui sono fuggiti. Non possono nemmeno attraversare il confine legalmente in Turchia, che già ospita più rifugiati siriani che il resto del mondo messo insieme. Con l’intensificarsi dei combattimenti, si ritrovano di nuovo intrappolati in una zona di guerra ma questa volta non c’è più nessun posto dove scappare.

Il Dott. Mohamed Altwaish è un coordinatore medico sul campo per un’organizzazione di aiuti locale, la Hand in Hand for Aid and Development, nel nord ovest della Siria. “La povertà è dappertutto,” ha detto. “Questa settimana, in una clinica ostetrica, una donna incinta necessitava di un’operazione e il marito non aveva neppure i pochi soldi che servivano a pagare la benzina per andare alla banca del sangue. È stato il personale stesso a pagarla.”

Il dott. Altwaish teme che, senza l’assistenza dell’ONU, i bambini moriranno di fame e il COVID-19 dilagherà nei campi affollati, portando nuove violenze e ulteriori sfollamenti.

“Nonostante l’enorme intervento dell’ONU in Siria e in tutta la regione, servono maggiori ingressi umanitari per raggiungere chi ha più bisogno,” ha affermato António Guterres, il Segretario Generale dell’ONU, al Consiglio di Sicurezza del 23 giugno, spiegando l’importanza di mantenere ed espandere gli accessi. Aumentando i passaggi e i fondi, l’ONU potrebbe fare di più per aiutare il numero sempre più elevato di persone bisognose.

Possiamo solo sperare che si arrivi presto a una risoluzione politica del conflitto in Siria. Nel frattempo, possiamo salvare vite attraverso valichi di frontiera cruciali. Con il rinnovo dell’autorizzazione prima del 10 luglio, data della sua scadenza, il Consiglio di Sicurezza garantirà che milioni di civili intrappolati in una zona di guerra, continuino a ricevere l’aiuto di cui hanno disperatamente bisogno.

di Mark Cutts, vice coordinatore umanitario regionale delle Nazioni Unite per la crisi siriana

In esclusiva per San Marino 

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