La nuova normativa che introduceva l’incompatibilità per l’appartenenza ad associazioni massoniche segrete per i ruoli istituzionali più importanti era passata a larga maggioranza in Consiglio grande e generale con 41 si 6 no e 1 astensione.
Non solo ma anche con procedura d’urgenza.
“Il voto finale era stato accolto dalla stampa e dai politici del Titano come una conquista -si legge nel blog di Roberto Grazioli, giornalista de Il Fatto Quotidiano- ma la legge anti massoni nella politica e nella Pubblica amministrazione della Repubblica del Titano ha accusato una battuta di arresto. I Capitani Reggenti, come nella piccola Repubblica nel cuore della Romagna si chiamano i capi di Stato che restano in carica solo per sei mesi, hanno infatti deciso di non promulgare le norme di incompatibilità per l’appartenenza ad associazioni segrete, rinviandola al Consiglio grande e generale che aveva varato il testo lo scorso 28 maggio”. (…) La Tribuna