Descrivere il desiderio di due persone che si vogliono bene di unirsi per la vita davanti alla legge come una VOGLIA, NON UN DIRITTO, come ha fatto Don Mangiarotti nel suo infervorato intervento, è vergognoso.
Di più, è vergognoso e non rispettoso della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, che ribadisce chiaro in ben due articoli quello che dovrebbe essere il principio cardine di un qualunque Stato laico:
Art. 4 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo: ?“La libertà consiste nel potere fare tutto ciò che non nuoce ad altri. Così l’esercizio dei diritti naturali di ciascun individuo non ha altri limiti se non quelli che assicurano agli altri membri della società il godimento di questi stessi diritti.”
Art. 5 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo:?“La legge ha diritto di proibire soltanto le azioni nocive alla società.”
Ora: ci piacerebbe capire dalle truppe cammellate degli autoproclamatisi sostenitori dell’etica cristiana, anche se di cristiano certi comunicati hanno veramente molto poco, quale diritto loro o di qualunque cattolico praticante violerebbe l’unione di due persone, anche se omosessuali, riconosciuta davanti alla legge.
L’Istanza presentata da Federico Podeschi non nomina neppure il “diritto all’adozione”, che non è un diritto ma al massimo una facoltà, che a San Marino non hanno solo le famiglie eterosessuali, ma tutte le persone che vengono riconosciute adatte dal Tribunale. Non la nomina, quindi non si capisce perché Don Mangiarotti tiri fuori questo concetto nel suo infervorato intervento su Tribuna del 15 settembre, se non per spargere il seme della paura dell’ignoto in una società non ancora pronta a discutere di determinati argomenti.
Non chiedono, i firmatari, neppure che la Chiesa cattolica espanda la possibilità di contrarre il sacramento del matrimonio anche alle coppie omosessuali, nel qual caso l’intervento a difeso del dogma religioso di Don Mangiarotti avrebbe un suo valore di esistere.
L’Istanza chiede di correggere una evidente violazione del principio di uguaglianza davanti alla legge per tutti i cittadini di uno Stato laico.
L’Istanza chiede che non ci siano differenze DI LEGGE fra due cittadini che intendono vedere il proprio diritto alla famiglia, inteso come nucleo di persone che si vogliono bene, riconosciuto giuridicamente, con diritti e doveri connessi.
Gli istanti non chiedono altro. Per questo riteniamo sacrosanta la richiesta di uguaglianza presentata dal cittadino e primo firmatario Federico Podeschi. Per questo riteniamo fuorvianti i concetti espressi dai sostenitori dello Status Quo in questa materia.
