San Marino. Matteo Ciacci v/s Roberto Ciavatta. Duello sui fondi pensione anche nel sindacato … di Alberto Forcellini

I fondi pensione, la loro gestione e conservazione, è una questione che interessa tutti i cittadini, non solo i pensionati. È la riserva per il futuro, l’unico tesoretto che ancora è rimasto a San Marino, nonostante i tentativi di appropriamento indebito. Basti ricordare la “questione Titoli” e la manovra per salvare i fondi pensione in banca CIS. Le sensibilità sono dunque piuttosto alte. Ecco cosa è successo.

Venerdì scorso, il Consiglio di Previdenza approva il prelievo di 10 milioni di euro dal fondo pensioni lavoratori dipendenti per dare liquidità alle casse dello Stato, per il pagamento delle pensioni di fine anno. Due astensioni dai rappresentanti dei partiti di opposizione, un solo voto contrario, quello del segretario CSDL Giuliano Tamagnini. Che precisa: “La CSdL stigmatizza con forza questa decisione del Consiglio per la Previdenza, attraverso la quale ancora una volta si va ad attingere una somma cospicua dal fondo pensioni lavoratori dipendenti, sottraendo indebitamente risorse che appartengono esclusivamente ai lavoratori e ai pensionati.” Messa così, sembra l’ennesima ruberia, ma il Segretario di Stato alla Sanità Roberto Ciavatta, non ci sta e in serata replica duramente, mettendo in fila quello che è successo nella passata legislatura.

  • nel 2017 non sono stati coperti €3.831.265,96;
  • nel 2018 non sono stati coperti €2.550.374,86;
  • nel 2019 manca un acconto di €3.618.359,18;

Poi spiega: “In pratica gli stanziamenti dello Stato per il fondo pensioni (€19,5 milioni nel 2017, €19 milioni nel 2018, €0 nel 2019, spalmati sui prossimi 10 anni) non sono stati sufficienti. L’allora governo però, anziché prevedere in assestamento di bilancio nuovi versamenti a pareggio delle uscite, ha usato la liquidità rimanente dell’ISS senza alcuna copertura, facendo quadrare il bilancio con l’introduzione di una voce di “prelievo da fondi accantonamento gestione pensioni” e prosciugandone le casse. I mancati versamenti contributivi, per qualche decina di milioni di euro, non versati nel 2020 causa COVID hanno fatto il resto.”

A questo punto la domanda è lecita: ci sono stati degli illeciti? Nell’eventualità, l’attuale Segreteria di Stato si costituirà parte civile per cercare di recuperare un patrimonio che è di tutti. Il SDS Ciavatta spiega anche che il Consiglio di previdenza è ben a conoscenza della situazione, che tra l’altro è stata illustrata anche nella Commissione consiliare sanità. Insomma, il problema era conosciuto da tutti e l’accusa (implicita ma non troppo) va dritta, dritta, al passato governo.

Dagli esponenti della vecchia maggioranza ci si sarebbe aspettati una spiegazione su questi giochini contabili e sulla sparizione dei soldi, invece Matteo Ciacci, neo segretario di Libera, come se si trovasse davanti a una partita poker, rilancia e accusa pesantemente Roberto Ciavatta. “La decisione di utilizzare le riserve tecniche previdenziali per poter pagare le pensioni del mese di dicembre, è un chiaro segnale di difficoltà del Governo, che invece di assumersi le proprie responsabilità sul fatto e il non fatto, continua a guardare indietro nel tempo e ad attaccare gli avversari politici in modo sconsiderato, utilizzando minacce e dichiarazioni artatamente distorte”. Poi insiste: “La cosa drammatica in tutto questo è il tentativo maldestro del Segretario Ciavatta e del Governo di imputare alla gestione passata una chiara e limpida mancanza della sua attività politica: cosa aspetta a fare le riforme necessarie? Lei ha perso un intero anno sapendo benissimo qual era la situazione dei conti previdenziali, avendo anche nel cassetto un progetto di riforma già pronto, tra l’altro predisposto grazie al contributo di consulenti che, a quanto ci risulta, sono stati ingaggiati anche dalla Sua Segreteria”.

Nel bel mezzo dello scontro, interviene il segretario generale della CDLS Gianluca Montanari, che a differenza di Tamagnini, ha votato a favore per l’utilizzo dei fondi. “Di fronte alla richiesta avanzata dal Governo al Consiglio per la Previdenza di intervenire per coprire il disavanzo di 10 milioni di Euro, emerso per far fronte alla carenza di liquidità dell’ISS causata da disavanzi previdenziali degli anni passati, la CDLS non si nasconde dietro facili e scontate demagogie e, soprattutto, non si sottrae alle proprie responsabilità”. Precisa ulteriormente: “A complicare questo scenario già complesso e articolato, nel frattempo è emerso un ammanco di risorse non stanziate negli anni 2017/18 pari a 10 mln di Euro che dovevano coprire disavanzi previdenziali degli anni passati. C’era l’assoluta urgenza e necessità di coprire questo disavanzo previdenziale per consentire il regolare pagamento delle pensioni del mese di Dicembre e non come erroneamente affermato, per pagare gli stipendi e le tredicesime di fine anno, generando così un equivoco e sollevando ulteriori criticità tra categorie di cittadini. A fronte di questo sbilancio imprevisto il Governo ha chiesto l’intervento del Consiglio per la Previdenza dell’ISS.” La ricostruzione storica è chiarissima e la posizione altrettanto. Non si può chiamare “scaricabarile” come dice Ciacci.

Montanari, come tutti, è a perfetta conoscenza sia della difficile situazione economica causa Covid, sia dello sbilancio dei fondi pensione. Sa anche che la riforma del sistema pensionistico dovrà essere affrontata nel corso del prossimo anno, perché la situazione non è più sostenibile, ma non dice nulla dell’aborto di riforma presentata nella passata legislatura, contrastata da tutti, e poi rimasta per due anni tra le cartacce. Forse è molto meglio ricominciare tutto da capo. Ma non sul tavolo verde, dove si può bluffare impunemente.

a/f