San Marino. Maxi Processo Conto Mazzini. Eccezioni preliminari Avv.Stefano Pagliai: ”SI VUOL FARE IL PROCESSO AL SISTEMA POLITICO PASSATO”

Stefano PagliaiL’avvocato Stefano Pagliai, difesa Podeschi, per oltre 3 ore e mezzo, questa mattina, ha arringato l’aula in cui si sta svolgendo il maxi processo denominato Conto Mazzini.

Per due anni – dice il Pagliai – siamo stati costretti a vedere la violazione sistematica dei nostri diritti di difesa e l’abbiamo gridato davanti ai giudici inquirenti, davanti ai giudici delle appellazioni penali ed al giudice di terza istanza. Alla fine non abbiamo trovato un giudice a San Marino che poteva garantirci il diritto di difesa, ma l’abbiamo trovato a Strasburgo che finalmente sta istruendo il ricorso presentato da Claudio Podeschi. 

Strasburgo ha un’influenza determinante su questo processo perchè se ammettono che c’è stata una violazione del diritto di difesa (non oso immaginare – dice Pagliai – se rilevassero qualcosa sulla tortura) questa avrebbe un impatto importante su questa vicenda giudiziaria. 

E’ un vero processo al sistema, come scrivono i giornali, che secondo me è la definizione più calzante perchè questo è il peccato originale di questo processo; perchè in questa vicenda si è voluto processare un sistema ed un’epoca politica. Una responsabilità collettiva. Il peccato originale è che si sono allargate le maglie dei concetti giuridici; per prendere – secondo Pagliai – sempre più pesci si è allargato il tutto. Si sono stiracchiati i concetti giuridici.

Vengo a spiegare perchè si sono stiracchiati i concetti giuridici come le categorie del diritto e vengo al

capo1 – Associazione per delinquere art.287 codice penale – E’ una norma assai stringente, determinata. La giurisprudenza sammarinese li ha indicati quelli che sono gli elementi fondamentali ed ha precisato (Sent. Emiliani 79/1995) che non sia possibile risalire ad una associazione criminosa se non si prova che gli imputati abbiano   stretto tra loro un patto con lo scopo di eseguire un programma criminoso. Si aggiunge (Sent. Fazzini 191/1995) che la consistenza del reato è subordinata alla consistenza di una organizzazione, di un piano esecutivo e di un piano criminoso. Serve dimostrare ed indicare, nel capo di imputazione, quando si contesta un’associazione a delinquere – il cd. Pactum scelleris – che si è fatto un patto. Nel capo di imputazione non si indica, non si capisce quando è nata questa associazione a delinquere. Non si indica, come non si indica quando è stato fatto il patto associativo tra queste 11 persone. Non c’è scritto nemmeno il piano esecutivo, che deve essere stabilito quando è stato fatto il patto associativo. Qui non si precisa nessuno di questi elementi, ma si dice solo di questi scopi associativi che due soli, come diceva il Prof.Stortoni, possono essere inquadrati come reato. Un po’ pochini. Fare impresa per un politico non è reato, può essere poco etico ma non è reato. 

Qui si contesta il ruolo lecito, ovvero si contesta il fatto di essere stati politici, imprenditori e banchieri. Fino a prova contraria tutte professioni lecite. Se tu imputi a queste persone condotte criminose in una associazione a delinquere me lo devi dire come hanno fatto a sviare il loro ruolo lecito per piegarlo alle finalità associative illegali. Me lo devi dire Claudio Podeschi che azioni hai posto in essere per sviare la tua funzione pubblica, come mi devi dire se quello sviamento è avvenuto quando il Podeschi era Segretario di Stato, oppure consigliere o quando era Capitano Reggente perchè io non lo so da che cosa mi devo difendere. Mi si deve dire perchè sennò io non posso difendermi.

L’attività di Claudio Podeschi quando era Segretario di Stato è stata passata al setaccio quando era in galera, in quell’anno che era in carcere. Non è stato trovato nulla. Eppure qui mi si viene a dire che come Segretario di Stato avrebbe sviato il suo ruolo pubblico con scopi associativi, però non mi si spiega per quale ragione. 

SI VUOL FARE IL PROCESSO AL SISTEMA AL PERIODO POLITICO PASSATO

che si dovrebbe parlare di responsabilità collettive. Qui invece si fa il processo al singolo per fare il processo a tutta la collettività. Si pretende che a pagare per quel sistema siano solo agli imputati. E’ la politica che si deve prendere il compito di dover superare la stagione passata, che si riteneva non più sostenibile, e passare ad una fase successiva. Claudio Podeschi non può essere il capro espiatorio perchè se si fa il processo al sistema lo si fa a tutti. (…)

/ms