Nuovo ”ciclo di testimonianze” per il maxi-processo Conto Mazzini per quest’oggi e tutta la giornata di domani.
Si inizia subito con l’escussione testimoniale di un pezzo da novanta della politica degli ultimi 30 anni. Ha deposto questa mattina Germano De Biagi, imprenditore e politico, già socio e membro del cda della Banca Commerciale Sammarinese.
E’ stato più uno sfogo che una vera e propria escussione testimoniale. “Mi hanno distrutto, sono ormai trattato come un delinquente” ha più volte ribadito.
De Biagi ha ricostruito quello che è stata la sua esperienza in Banca Commerciale Sammarinese, dalla modalità dell’acquisizione della sua quota all’interno fin dalla sua costituzione. La quota di proprietà di De Biagi del 10% fu pagata 2 miliardi e 100 milioni di lire con un “sovrapprezzo” rispetto al valore del capitale sociale pari a 15 miliardi pari a 600 milioni di lire. De Biagi ha riferito che il sovrapprezzo gli venne giustificato come spese tecniche. L’acquisto fu concordato con tal Angelo Sozzo.
Germano De Biagi ha anche ricordato di aver parlato in Consiglio con Fiorenzo Stolfi del suo interesse all’acquisizione di quote di una banca ma che Stolfi non ebbe alcun ruolo nella trattativa.
La truffa Gival ha suscitato particolare interesse da parte degli avvocati . L’autore della truffa di alcune decine di milioni di euro fu presentato da De Biagi a Banca Commerciale Sammarinese, anche se lo stesso ex politico ha smentito di aver alcuna colpa o di aver fatto parte alla costruzione della sottrazione di denaro. Ricostruiti tutti i passaggi a sua conoscenza della truffa, dalla “consulenza” per i rapporti con i servizi segreti libici a Kankun pari a 500.000 euro, (in verità il libico doveva avere 1/3 della somma recuperata e cioè circa 1.5 milioni di euro) alla parcella pagata a Marcucci.
A domanda sulla sua conoscenza dell’anagrafica Mazzini De Biagi ha riferito di non averne mai avuto conoscenza alcuna. “Io sono proprio un coglione” ha detto con una battuta.
Alla domanda sul sistema di finanziamento dei partiti, fattagli in quanto importante uomo politico, ha affermato che non si è mai occupato di tesoreria. Ha supposto che vi fossero, accanto al finanziamento pubblico e della raccolta acquisita dal tesseramento, dei versamenti da privati che tuttavia non venivano iscritti nei bilanci dei partiti.
Altre domande del Giudice sono state relative al fantomatico incontro tra Roberti e Mirella Frisoni per il quale De Biagi fece da tramite e che venne registrato all’insaputa di De Biagi e della Frisoni. Questo fu l’incontro nel quale la Frisoni parlo di denari dati a “bombolone” (intendendo, stando all’accusa, l’ex Segretario di Stato Claudio Felici) e di assegni dati allo stesso per circa 200.000 euro.