San Marino. Maxi-Processo Conto Mazzini. Persi tre miliardi di investimenti … di Enrico Lazzari

SAN MARINO – Il Titano ha perso una grande occasione rappresentata da investimenti sul territorio per la bellezza di tre miliardi di dollari americani… “Dove sono ora questi tre miliardi di investimenti?” ha chiesto l’uomo d’affari internazionali, di origini brasiliane e laureato ad Harward, Daniel de Maghalaes, rimediando la doverosa reprimenda del giudice Gilberto Felici, ligio nel ricordare che la procedura del dibattimento prevede che il testimone risponda alle domande e non si cimenti nel produrle…

Sta di fatto che il merito della seduta di ieri del processo denominato “Mazzini” -dove sono riecheggiati nomi illustri come, per citarne uno, Henry Kissinger- e che vede imputati i massimi esponenti della politica sammarinese degli anni trascorsi è andato ben oltre il tema oggetto del dibattimento, ovvero l’ipotesi di accusa di presunte tangenti passate dalle casse della Fondazione per lo sviluppo di San Marino, che lo stesso teste ha ricondotto esclusivamente a Pietro Silva, non avvalorando l’ipotesi accusatoria di un coinvolgimento, nella gestione della stessa, di Claudio Podeschi. Anzi, a dire il vero, appare un poco strano che, seppure figurino ben 21 persone fisiche imputate, pressochè ad ogni teste venga dall’uno o dall’altro chiesto se conosceva o aveva rapporti con Podeschi… Ma tant’è.

Ma, come detto, le vicende puramente processuali sono passate in secondo piano, sepolte da tre miliardi di investimenti che -secondo le dichiarazioni rese dal teste de Maghalaes, citato dalla difesa di Silva- avrebbero potuto portare sul Titano un aeroporto, infrastrutture ricettive di altissimo livello, e donare vera autonomia allo Stato sovrano sammarinese. Alla fine, però, nonostante il grande impatto che avesse potuto avere sul futuro della Repubblica, con il cambio di maggioranza del 2006, il progetto si arenò e a riportarlo attuale ci è voluto addirittura un processo giudiziario.

Ma un progetto che, a particolari condizioni -come ha spiegato poi il testimone fuori dall’Aula- “potrebbe ancora oggi trovare attuazione”, sempre che si “smetta di considerare investitori dalla condotta ineccepibile come Simon Murray” alla stregua di criminali.

“Conobbi Pietro Silva -ha spiegato l’uomo d’affari, rispondendo a Procuratore del Fisco, parti civili e legali di difesa- in Tunisia mentre stavo seguendo un progetto di Ericsson”. “Quando intravidi -ha continuato- le opportunità che offriva la Repubblica di San Marino, priva di tutto, mi rivolsi a Silva e pensai di organizzare sul Titano una grande conferenza internazionale con protagonisti i più importanti capi di stato, del calibro di Bush, Berlusconi… L’idea piacque, lo stesso Bush assicurò che sarebbe intervenuto ma la conferenza naufragò per l’assenza in San Marino di strutture in grado di ospitare personalità di quel livello”.

“Dunque -ha aggiunto- a San Marino non c’era nulla ma intravedevo un enorme potenziale e ne parlai con Murray con il quale decidemmo, viste le carenze sammarinesi sul fronte bancario, di puntare sulla costituzione di una banca privata così da attirare investitori e costruire le infrastrutture mancanti”. Proprio sulla base di questo progetto partirono i bonifici verso la Fondazione di Silva, identificata come partner operativo nella concretizzazione del progetto che poi non trovò attuazione a causa, si presume, del cambio ai vertici del governo sammarinese.

In ogni caso, i sei milioni bonificati dagli investitori per le spese  non sarebbero mai rientrati, fino ad ora, agli stessi che, comunque, ha spiegato il teste in Aula, attendono ancora fiduciosi…

Enrico Lazzari, La Voce