San Marino. Medici no-vax? Forse ce n’è uno. Forse … di Alberto Forcellini

Siamo entrati in campagna elettorale? Magari ci è sfuggito qualcosa, perché non abbiamo visto alcun documento, o iniziativa, che aprisse la crisi di governo. Certi giornali, invece, danno quasi per scontato che stia andando tutto scatafascio.

E poi, quale sarebbe l’obiettivo: aprire la porta al rientro della “cricca”? Nessuno dei partiti dell’attuale maggioranza pare abbia dimenticato cosa ha dovuto subire nella passata legislatura.

S.E. Giancarlo Venturini, che era alla guida della DC, sicuramente non ha dimenticato la lotta durissima contro il gruppo di potere esterno, che tentava di impadronirsi del Paese. Il Consigliere Mariella Mularoni, sicuramente non ha dimenticato di essere stata denunciata quando era Reggente, su suggerimento di RF, per la questione dei giudici di appello. Massimo Andrea Ugolini sicuramente non ha dimenticato il mobbing spaventoso (anche personale) subito quando era presidente della Commissione giustizia. I rappresentanti di Rete non solo sono stati avversati con ogni mezzo, ma quotidianamente processati su tutti i giornali.

Logica conseguenza delle battaglie fatte insieme all’opposizione, è condividere ora la responsabilità di governo, anche se si tratta di due forze politiche totalmente diverse. Unico tratto comune: rimettere in piedi il Paese.

La Dc sa molto bene che Rete non è un compagno di viaggio facile e comodo. La sua formazione deriva dall’associazione Sottomarino, frutto di una profonda scissione a sinistra, per incolmabili divergenze con “Ivan Drago”, la Michelotti e un po’ tutta la dirigenza. Dall’associazione alla strutturazione in movimento, il passo è stato breve. La scalata in Consiglio, una vera apoteosi.

È normale che una forza politica con queste caratteristiche e con questo percorso, abbia sofferto molto per l’episodio di via Giacomini. Ma nessuno ha nascosto la testa sotto la sabbia. Anzi, stando a certe fonti, per un’intera settimana si sono succedute riunioni tra tutti e con tutti gli aderenti e simpatizzanti, in presenza o sulle piattaforme digitali, per dare voce e significato ad ogni dissonanza. Poi quando quelli di Rete si sono accorti che solo loro erano stati messi sulla graticola, hanno capito il trappolone in cui sono caduti e hanno avuto netta la percezione dell’importanza del loro ruolo al governo. Chiusa la storia.

Tutto ciò in sintonia con il pensiero di tanta gente: basta parlare di porchetta, parliamo di porcate.

A questo punto, non ha molto senso dal punto di vista della comunicazione giornalistica, fare titoloni sui dissensi interni di Rete che si sono risolti un mese fa, e poi smentirli il giorno dopo in due righe di testo su altro argomento. Ma è la tattica tipica di chi è diventato famoso per le fake.

Così arriviamo ai medici no-vax, che emergerebbero dopo due mesi dall’inizio della campagna vaccinale, a dispetto delle dichiarazioni dei vertici ISS sulla totalità delle adesioni. È bastato fare due chiacchiere con conoscenti all’interno del corpo infermieristico per capire che, forse, c’è un solo medico no-vax. Uno. Forse. Ma tanto è bastato per fare il titolone e raccontare un dissenso nazional popolare, che non c’è, se non in qualche frangia.

Diversa è la situazione tra gli OS della RSA, pe i quali la non vaccinazione potrebbe essere l’occasione di cambiare lavoro ed essere trasferiti in qualche situazione meno gravosa. In questo caso, la non vaccinazione avrebbe ben altre motivazioni rispetto a quelle rivendicate dai liberisti ad oltranza.

Sul pensiero di tante persone, ben felici di essere immunizzate, raccontiamo un siparietto a cui abbiamo assistito un paio di mattine fa, in un bar della bassa.  Arriva un signore con tanto di mascherina fin sotto gli occhi, si siede al tavolo e ordina il caffè. Un altro signore, amico o conoscente, gli si avvicina e gli chiede: hai fatto il vaccino? Sì, l’ho fatto, risponde il tipo. L’altro insiste: tutte e due le dosi? Certo, tutte e due, gli risponde. Ma il primo non desiste: allora perché porti la mascherina, adesso si può togliere. L’altro replica piccato: ci sono troppi untori in giro, io preferisco stare attento.

Questa è la migliore risposta a quanti continuano a rivendicare una libertà che può rivelarsi dannosa per l’intera comunità. I decreti anti Covid non li fa Tizio o Caio: li fa il Congresso di Stato su consiglio degli esperti e dei tecnici ISS. La si può buttare anche in politica, fare i titoloni, ma la sostanza, alla fine, non c’è.

a/f