Hanno protestato sul Pianello, hanno minacciato scioperi e ancora sono sul piede di guerra. La Smac fiscale proprio non piace agli esercenti di San Marino. Quella strisciata’ che vale come uno scontrino fiscale, in vigore in Repubblica dal primo giorno di gennaio, ha sollevato un coro di proteste.
«Per noi benzinai spiega Luca Fabbri del distributore Esso di Borgo Maggiore la Smac non è una novità, quindi non abbiamo troppi problemi tecnici. Ma le linee sono sicuramente congestionate. Quello che avevamo minacciato non era uno sciopero, ma una tutela verso una legge che non riusciamo ad applicare. Si tratta di un sistema troppo complesso e i problemi sono diversificati a seconda delle categorie». Salendo verso il centro storico la situazione non migliora. Le strade della Repubblica sono piene di turisti e i guai con la Smac aumentano.
«Il discorso del fiscale va benissimo dice Pietro Faetanini del Bar Giulietti Ci vogliono almeno trenta secondi per cliente, ma in un’attività come la nostra nella quale serviamo anche trecento persone la situazione si fa complessa. Devono trovare un sistema più veloce. Senza contare che i sammarinesi la Smac la usano pochissimi, anzi non la usano quasi per niente. Noi non siamo contrari al controllo fiscale, questo sia chiaro, ma ci devono fare lavorare tranquilli».
I problemi di Faetanini sono gli stessi di Nicola Gualtieri del ristorante Diamond in pieno centro storico. «Stiamo facendo tutto quello che c’è stato chiesto attacca ,ma obiettivamente ci sono dei problemi a livello tecnico. Tutti questi movimenti con i pos rallentano il nostro lavoro. Il sistema è macchinoso e soffocante per i commercianti. E i controlli li possono fare anche in altri modi».
Lavoro rallentato anche al market di Danilo Chiaruzzi in centro storico. «Questo succede soprattutto in attività come la nostra, di piccole dimensioni e a conduzione familiare. Prima bisogna fare il conto, poi strisciare il bancomat o l’eventuale carta di credito del cliente, e adesso c’è anche la Smac fiscale. Un lavoro brigoso, ed è questo il vero problema, non certo il registro degli incassi. Uno scontrino fiscale come quello italiano sarebbe stato più agevole».
Massimo Venturi del negozio Basilicius, sempre in centro storico, è su tutte le furie. «Cinque minuti a persona solo per le strisciate’ dice non sono possibili in attività come le nostre. Questa è una cosa fatta con i piedi. Sarebbe bastato un minimo di confronto con i commercianti per capire le difficoltà». Il Resto del Carlino