”Chi sta in graduatoria a grattarsi la pancia guadagna due punti al mese.
Può stare iscritto anche se lavora e percepisce uno stipendio, basta che non sia a tempo determinato o risulti impegnato in qualche associazione e con un contratto a progetto.
Poi ci sono quelle persone che non vogliono lavorare in nero o semplicemente non possono permettersi di stare senza fare nulla, rischiano tutto con una libera professione, studiano e si aggiornano, magari investendo tutte le risorse economiche che hanno. Ma questi per la nostra legge non hanno diritto di iscriversi e di avere l’opportunità di un posto fisso. Come se essere liberi professionisti senza ferie, malattia o aspettative, senza certezza di stipendio e salassati di tasse fosse un privilegio.
Il trucco per avere un lavoro è rimanere un semplice laureato disoccupato il più a lungo possibile e diventare il primo disponibile, possibilmente senza studiare troppo o aggiornandoti, perché con il massimo dei titoli di studio puoi acquisire non più di 22 punti e quelli te li fai in 11 mesi di nulla, invece che in 15 anni di studi.
L’esperienza non viene neppure considerata ai fini del punteggio quindi non serve.
Ha diritto a trovare un impiego fisso prima di tutto chi, mantenuto fino alla laurea, non ha mai visto un lavoro in vita sua se non quello di timbrare un foglietto rosa ogni 3 mesi da un anno.
Anche lui potrebbe aprire un codice operatore e fare la libera professione o lavorare nel privato, ma costa fatica e non si può stare ad aspettare che si liberi “il posto sotto lo stato” quindi non conviene.
Questo vale anche per tutte le professioni sanitarie che nel privato, fatta eccezione per gli psicologi ed i dentisti non possono lavorare se non dandosi da fare davvero..
È simpatico vedere come un luminare a livello mondiale,anche se sammarinese, non potrebbe ricoprire un posto di ruolo all’ISS mentre un neolaureato potrebbe mettervi le mani addosso, anche se non vede un paziente da anni.
Poi parlate di fuga dei giovani da questo oblio?
Per il nostro sistema meno si studia e si lavora più si è premiati, anche a discapito della cittadinanza stessa.
Questo è il nostro Paese. #volevodirvelo”
Una lettrice di Giornalesm.com