La Repubblica è partita in ritardo con i vaccini per problemi più volte raccontati. Ha avuto un numero elevatissimo di contagi (superati i 5000) tutti da gestire dal punto vista clinico e sanitario, con uno sforzo organizzativo impensabile fino a qualche tempo fa. Ieri, finalmente, un lungo elenco di belle notizie.
La campagna vaccinale sta avendo risultati molto buoni e sta portando San Marino in cima alle classifiche mondiali per la percentuale di immunizzazioni. I numeri dei contagiati crollano e, se si continua così, la prossima settimana si può sperare di smantellare la zona rossa in ospedale. Le attività hanno riaperto, il coprifuoco soppresso, la scuola in presenza, cinema e teatri di nuovo in funzione con i primi eventi già in cartellone. Non solo, ma è stata aperta la vaccinazione a residenti e soggiornanti, nonché a turisti stranieri (non italiani) che vengano a trascorrere in albergo i giorni necessari all’inoculazione, prima e seconda dose.
Sul lato oscuro della medaglia ci sono gli oltre 6 mila sammarinesi che non si sono prenotati, anche se lo sprint finale della campagna promozionale ha avuto un buon effetto; e poi la non risposta dell’Italia a vaccinare i frontalieri.
C’è ancora qualche resistenza sullo Sputnik, come dice il generale Figliuolo in una recente intervista; mentre il professor Francesco Vaia dello Spallanzani afferma: tutti i vaccini sono validi. Infatti sul fronte politico italiano, più di una voce ha ricordato che, in caso di emergenza sanitaria, l’Italia può prendere decisioni autonome, quindi ordinare 50 milioni di Sputnik e riceverli in una settimana. L’unica speranza è che anche in Italia, la campagna vaccinale decolli come si deve, con qualsiasi tipo di vaccini, perché questo ci farà sentire tutti più sicuri.
Tuttavia, vaccinati e non, occorre avere un nuovo atteggiamento verso il virus e le sue varianti più o meno note. Non più muro contro muro, come si è fatto lo scorso anno, quando si avevano poche informazioni e si andava per tentativi, ma un atteggiamento di convivenza. Quindi, mai comportarsi con leggerezza e usare sempre mille precauzioni. Il virus è stato rilevato sul manico dei carrelli del supermercato e sui POS. Ma quante altre cose tocchiamo ogni giorno? Disinfettare le mani, lavarle spesso, usare la mascherina: sono regole che dobbiamo continuare a rispettare sempre,
Del resto, la vita sociale è fatta di regole, di orari, di limitazioni su cui non è mai stato posto l’accento tanto quanto durante la pandemia, proprio perché sono diventate più restrittive. Il che è avvenuto per un obiettivo superiore di salute pubblica. Qualcuno non l’ha ancora capito e si scatena sia sui social, sia in contatti diretti con le persone, per rivendicare la propria libertà di scelta e di comportamenti, inalberando un egoismo che è agli antipodi di qualsiasi forma comunitaria di convivenza civile. Insomma, quando si vive in un contesto sociale così articolato e complesso com’è quello del terzo millennio, non si può rivendicare il diritto di “voler fare il proprio comodo”.
Nella valanga di commenti e considerazioni che inondano i social, abbiamo voluto riprenderne uno che ci è piaciuto particolarmente. Quello del dottor Antonio Morri, ex primario del Pronto Soccorso: “ … La data di inizio della campagna vaccinale coincide con la caduta del picco della terza ondata di questa malattia. I se e i ma, le paranoie antivaccinistiche e il pressapochismo social, lasciano il campo all’utilizzo razionale di un grande dono che il Padre Eterno ci ha fatto: l’uso del cervello. Io mi sono vaccinato, per la mia salute e per vivere in modo concreto e responsabile nella comunità delle persone.”
Su questa linea, ci siamo comportati anche noi. Anche perché i virologi già preannunciano l’ondata pandemica autunnale, che sarà diversa dal recente passato solo se saremo tutti vaccinati.
a/f