Il 15 settembre di ogni anno si celebra in tutto il mondo la
Giornata Internazionale della Democrazia, data che coincide con l’adozione
nel settembre 2007, della Dichiarazione Universale sulla democrazia da
parte dell’Unione Interparlamentare.
Una ricorrenza che quest’anno assume una valenza
particolare proprio per la drammatica situazione che tutti gli Stati hanno
vissuto e stanno ancora vivendo a causa dell’emergenza sanitaria. Al tragico
costo in termini di vite umane e di sofferenze, si aggiunge il grave e
duraturo impatto economico e sociale del Covid-19, che ha evidenziato
criticità e rafforzato preesistenti condizioni di grave ingiustizia e
disuguaglianza. Quelle stesse condizioni che contribuiscono anche ad
alimentare sfiducia e scetticismo nei confronti della democrazia e della sua
capacità di rispettare i diritti fondamentali di tutti i cittadini e di dare
risposta ai loro bisogni.
Ampi sono stati il dibattito e la riflessione relativamente agli
effetti della pandemia sulla vita pubblica e sull’attività delle Istituzioni,
nonché sui potenziali rischi legati all’adozione delle misure straordinarie
adottate per contenere il contagio.
Una riflessione doverosa da affrontare con la consapevolezza
dell’impegno profuso dagli stati democratici, anche nelle situazioni di
emergenza e di eccezione e di fronte all’urgenza di decisioni rapide, per
salvaguardare un difficile equilibrio tra i diritti di tutti, per assicurare
responsabilità, trasparenza e partecipazione ai processi decisionali.
A guidarci in questo difficile passaggio epocale, deve essere la
constatazione che, anche di fronte a sollecitazioni e sfide di tale portata,
tanto più solida si mostra una democrazia quanto più si fonda anche sulla
partecipazione vigile, consapevole e responsabile dei cittadini.
Abbiamo trovato nel vincolo di solidarietà che ci lega l’un
altro, nel sacrificio e nell’impegno di ciascuno per concorrere ad un
prezioso bene comune quale è la salute, la forza per affrontare questa
terribile prova.
Non dobbiamo disperdere questo forte senso di comunità,
valorizzarlo quale fondamentale risorsa per affrontare l’impegnativo
processo di ricostruzione dopo un evento, quale la pandemia, così gravido
di conseguenze per il nostro futuro.
Questo senso comunitario, questo sentirsi parte di uno stesso
destino deve già da oggi tradursi in volontà di partecipazione, in impegno
per sollecitare le istituzioni e la politica ad operare con lo sguardo rivolto al
futuro adoperandosi concretamente nella direzione di una maggiore equità,
sostenibilità ed inclusività. In questo modo, la terribile prova che abbiamo
vissuto potrà diventare occasione per rafforzare le nostre democrazie.