SAN MARINO. MESSAGGIO DEGLI ECC.MI CAPITANI REGGENTI IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA PACE  

Ricorre oggi la Giornata Internazionale della Pace, istituita dalle  Nazioni Unite. Ricorrenza che offre a tutti gli Stati, alla comunità  internazionale ed anche ai singoli individui l’opportunità di promuovere azioni finalizzate alla diffusione della cultura della pace, della non violenza  e del cessate il fuoco ed a favorire, attraverso l’educazione, la  consapevolezza e la condivisione dei valori della pace e la cooperazione  attiva a tutti i livelli. 

Quest’anno il tema cui la giornata è dedicata richiama – e non  potrebbe essere altrimenti – la situazione di emergenza sanitaria mondiale  e soprattutto l’impatto e gli effetti a catena che la stessa ha prodotto sulla  comunità intera, in modo particolare sui soggetti più svantaggiati ed  emarginati. 

La pandemia, gettando il mondo nel caos, ha reso ancora più evidente  quanto sia fragile la nostra ‘pace’: i conflitti sfuggono di mano, l’emergenza  climatica si sta aggravando, le disuguaglianze e la povertà si acuiscono, così  come si inaspriscono la sfiducia e la divisione tra le genti.  

A livello globale i popoli che già vivono situazioni drammatiche per  conflitti politici, etnici, religiosi, povertà endemica, morbilità diffusa e  radicata, sono stati travolti dall’emergenza sanitaria che ha inevitabilmente  determinato l’aggravarsi delle già miserrime condizioni di vita. 

Ma anche se andiamo ad analizzare la situazione in contesti più  ristretti, nelle nostre città, dove le condizioni economiche, sanitarie, di  scolarizzazione sono senz’altro più favorevoli, ci accorgiamo che la  pandemia ha comunque prodotto effetti dirompenti, aumentando le  situazioni di disagio tra i più fragili, tra chi già viveva situazioni di  emarginazione e di ingiustizia sociale. Questo ha lacerato la convivenza nella comunità, minandone i valori fondamentali ed inducendo non di rado  gli individui, già in difficoltà, anche a forme di violenza personale, provocate dalla rabbia e dalla frustrazione, inflitte su individui ancora più  deboli. Pensiamo solo alla violenza domestica che questa emergenza  sanitaria ha visto in doloroso aumento. 

Ecco che “il guarire”, “il recuperare meglio per un mondo equo e  sostenibile” – che è l’appello formulato dalle Nazioni Unite per questa  giornata – non può che diventare la parola d’ordine per ogni individuo e  quindi per la sua comunità e – ancora più in alto – per la comunità degli  Stati.  

Oggi siamo chiamati tutti ad adoperarci affinché l’umanità possa  rialzarsi, ricostruirsi, ripartire al meglio. Ma non solo. Dobbiamo fare  anche il possibile per rendere il mondo più egualitario e giusto, più equo ed  inclusivo, più sostenibile e sano. 

Costruire la pace significa diffondere un’autentica cultura della  pace nella scuola, nel mondo del lavoro, nell’economia, nella politica, nelle  religioni; significa fare pace con l’ambiente in cui viviamo e che abbiamo  reso troppo vulnerabile; e significa farlo, come singoli, incominciando dalle  piccole azioni quotidiane, con comportamenti virtuosi e responsabili e,  come comunità, con le “armi” della solidarietà, della cooperazione e del  mutuo sostegno. 

E’ con questo spirito che la nostra Repubblica intende celebrare  questa importantissima giornata, confermando il proprio sostegno alle  Nazioni Unite, e da qui partire per un impegno concreto che coinvolga le  istituzioni, i cittadini e il Paese tutto a favore della pace a tutti i livelli. 

E’ questa la nostra responsabilità.