Il governo incontra i cittadini. “Siamo il Paese della trasparenza e tra le nostre ambizioni c’è quella di diventare simili a Malta”. Per la Gabanelli si guarda a un modello con scalità nebbiosa dalle cui banche non è mai partita una segnalazione di operazione sospetta.
Noi siamo guidati dal governo della trasparenza ma somigliamo molto e sempre più vorremmo assomigliare a Paesi che proprio trasparenti non sono tra i quali Malta. Lo ha detto il governo una settimana fa incontrando la cittadinanza: tre incontri che sono stati organizzati con tutta probabilità perché servono a tastare il terreno in merito alle possibili reazioni sui prossimi interventi che lo stesso Segretario Celli senza troppi giri di parole ha definito ‘invasivi’. Si tratterà infatti di ‘prelevare’ soldi dalle tasche dei cittadini sammarinesi fino ad arrivare per il momento ad incassare 18 milioni. Ma si sa già che non basteranno e che siamo solo all’inizio. Tornando a quegli incontri, si replica domani alla sala Montelupo di Domagnano, durante il primo i Segretari presenti: Santi, Podeschi e Celli, hanno parlato molto di un Paese di cui San Marino avrebbe tutte le intenzioni di seguire le tracce.
Quel Paese è Malta.
Uno dei Paesi effettivamente più ricchi d’Europa sebbene non proprio un Paese di ‘valori’ come in- vece San Marino ha dichiarato anche di recente di voler essere con l’approvazione di un ordine del giorno sull’accoglienza dei migranti. Malta, tanto per dirne una, non accoglie un solo migrante in arrivo col barcone. E’ Milena Gabanelli ad essere tornata di recente sull’argomento Malta parlando di un Paese a fiscalità agevolata e nebbiosa dove non risulta che da una sola delle sue banche sia mai partita una segnalazione di operazione sospetta.
Un Paese in crisi che nel 2013 per risanare le proprie casse avrebbe deciso di mettere in vendita la cittadinanza: “650 mila euro per l’immigrato investitore più 25 mila per la moglie e 50 mila per ogni figlio a carico. Tempo di attesa: 1 anno. Le intenzioni dichiarate sono quelle di attrarre ricchi russi, azeri, cinesi, mediorientali, però il numero dei passaporti venduti è un segreto governativo”, “Cipro con questo sistema ha incassato nel 2016 4 miliardi dalla vendita di 2000 passaporti”. Un giro d’affari non certo paragonabile a quello della piccola Repubblica dove le cosiddette residenze elettive hanno avuto appeal per il momento sul solo Ali Turki.
La Repubblica