Nessuno può sapere cosa sia accaduto nell’abitacolo di un’auto sportiva una notte di inizio estate 2013 sulle colline del Riminese. Quel che si sa, invece, è che due giovani calciatori di 25 anni, residenti proprio nella provincia di Rimini, ora dovranno affrontare un processo per le pesanti accuse di violenza sessuale, sequestro di persona e rapina. Fatti che avrebbero visto come una ragazza di Carpi, oggi 38enne. I due sportivi, infatti, sono stati rinviati a giudizio lo scorso 3 maggio e domani, nel tribunale, in sede collegiale, di Rimini, inizia il processo a loro carico. Rimini perché i fatti, tre anni fa, si sarebbero svolti proprio sulla riviera romagnola e la presunta vittima, difesa dall’avvocato Enrich Stove, la stessa notte si è rivolta ai carabinieri in lacrime per sporgere denuncia. Ecco i fatti. L’estate è appena iniziata e la giovane, insieme ad un’amica, in vacanza in diverse strutture tra Rimini e Cattolica, decide di trascorrere la serata in discoteca, sulle colline. All’interno del locale le due amiche fanno amicizia con due giovani sportivi. Due ragazzi che si presentano come calciatori di una squadra di serie minore romagnola. L’alba si avvicina e le due ragazze decidono che è arrivato il momento di tornare in camera. I calciatori, a quel punto, si offrono di accompagnarle, facendole salire sulla loro fiammante auto sportiva a tre porte. La prima ad essere accompagnata è l’amica della carpigiana. Dopo di che i due giovani – secondo la presunta vittima – cambiano atteggiamento. Non hanno più voglia di andare a letto, così propongono alla 30enne di trascorrere il resto della nottata nella loro villa sulle colline. La ragazza inizialmente resta al gioco, spiegando poi che l’orario per restare in piedi è passato e che preferisce rientrare. «Dai che ci stai, che va anche a te», le avrebbero detto, cercando anche con ‘le belle maniere’ di convincerla ad accettare. La carpigiana, a quel punto, avrebbe utilizzato toni più accesi, chiedendo di scendere dall’auto, essendo impossibilitata ad aprire la portiera. Secondo la pubblica accusa, a quel punto, i calciatori si sarebbero adirati dinanzi al risoluto rifiuto e le avrebbero messo le mani addosso, molestandola. La 38enne avrebbe allora iniziato a gridare, chiedendo di essere ‘liberata’ e sarebbe poi stata scaricata per la strada, in collina e privata della borsetta. Da qui le accuse di sequestro di persona e rapina. Solo dopo due ore la ragazza sarebbe riuscita a piedi e grazie ad un altro automobilista a raggiungere la caserma dei militari per poi sporgere denuncia. Successivamente, nella villa dei calciatori, è stata rinvenuta la borsetta della ragazza. Il Resto del Carlino
