La tutela dei diritti dei lavoratori rappresenta un traguardo imprescindibile per ogni Stato che ambisce a essere considerato un baluardo di civiltà e giustizia. Tale principio trova eco nella stretta attualità, sia nelle recenti iniziative di San Marino con l’adozione del Piano Pluriennale ispirato alla Convenzione OIL n. 190, che nelle drammatiche rivelazioni sull’ambiente lavorativo del World Economic Forum di Davos. Attraverso un’analisi comparata, possiamo evidenziare come le istituzioni, seppur con scopi e dimensioni diverse, affrontano la tematica delle violenze e molestie sul lavoro, ponendo in rilievo l’importanza della coerenza tra proclami e azioni concrete.
San Marino: un impegno concreto contro le molestie sul lavoro
Il recente Piano Pluriennale sammarinese, sottoscritto dal governo, dalle organizzazioni sindacali e da quasi tutte le categorie economiche, rappresenta un passo significativo verso la realizzazione dei principi sanciti dalla Convenzione OIL n. 190. L’accordo non solo mira a garantire la riservatezza e la protezione delle vittime di violenze e molestie sul lavoro, ma richiede anche un impegno legislativo chiaro e inequivocabile da parte del Consiglio Grande e Generale per perseguire tali crimini d’ufficio. La necessità di dirimere le contraddizioni presenti nel Decreto sulla violenza di genere evidenzia l’urgenza di una normativa coerente e applicabile che non lasci spazio a interpretazioni ambigue.
Un elemento cruciale del Piano è l’educazione e la formazione dei lavoratori, fondamentali per prevenire, riconoscere e contrastare ogni forma di abuso. La promozione della Contrattazione Collettiva e l’inclusione di misure di prevenzione nel Documento di Valutazione dei Rischi sono ulteriori strumenti che rafforzano la posizione di San Marino come modello di tutela dei diritti sul lavoro. Tuttavia, la mancanza di dati statistici sui fenomeni di violenza e molestie rappresenta una lacuna che necessita di essere colmata con urgenza per monitorare e migliorare l’efficacia delle misure adottate.
Il World Economic Forum: un paradosso di disuguaglianza
In contrasto con l’impegno sammarinese, il World Economic Forum di Davos, che annualmente riunisce l’élite globale per discutere di progresso e benessere, è stato oggetto di un’inchiesta del Wall Street Journal che ha rivelato una realtà lavorativa diametralmente opposta ai valori pubblicamente proclamati. Le testimonianze di licenziamenti discriminatori, molestie sessuali e razzismo dipingono un quadro inquietante di abusi e impunità, svelando una dissonanza tra gli ideali del Forum e le pratiche effettive al suo interno.
Durante la lunga presidenza di Klaus Schwab, episodi di abuso di potere e discriminazione sarebbero stati sistematicamente ignorati o minimizzati, nonostante le numerose denunce dei dipendenti. Le donne, in particolare, sono state vittime di molestie sessuali e licenziamenti ingiusti, spesso legati alla maternità. La cultura lavorativa del Forum, descritta come psicologicamente violenta e discriminatoria, contrasta fortemente con i rapporti annuali sulla parità di genere pubblicati dallo stesso WEF.
Un parallelo inevitabile: la coerenza tra proclami e azioni
L’analisi di questi due scenari evidenzia l’importanza della coerenza tra le dichiarazioni di intenti e le azioni concrete. San Marino, con il suo Piano Pluriennale, dimostra un impegno serio e strutturato per affrontare le molestie sul lavoro, un impegno che coinvolge tutti gli attori sociali e mira a creare un ambiente lavorativo sicuro e rispettoso. Al contrario, le rivelazioni sul World Economic Forum mettono in luce le contraddizioni di un’istituzione che, pur promuovendo pubblicamente valori di equità e rispetto, fallisce nel garantire tali principi all’interno della propria organizzazione.
Dal Consigliere Civerchia (Dc) un focusa sulla disabilità
Così a La Serenissima, il Consigliere Dc, Francesca Civerchia: “Contrastare e prevenire la violenza nei luoghi di lavoro è un dovere condiviso che richiede il fermo impegno di datori di lavoro, dipendenti e istituzioni. L’obiettivo comune è la creazione di ambienti lavorativi sicuri, inclusivi e rispettosi per tutti. Nello specifico, è necessario dedicare un’attenzione particolare alla tutela delle persone con disabilità, spesso maggiormente esposte a fenomeni di abuso e violenza. In linea con le crescenti attenzioni rivolte alle vittime e con l’evoluzione delle leggi in materia, si propone l’introduzione di un iter normativo specifico per la denuncia di tali violenze. Questo iter dovrebbe garantire alle persone con disabilità un percorso chiaro, accessibile e sicuro per segnalare eventuali abusi, facilitando l’emersione del fenomeno e l’attivazione di adeguate misure di contrasto”.
Fondamentale ascoltare le richieste sindacali
Alla luce di quanto esposto, è evidente che le richieste sindacali devono essere prese in debita considerazione per garantire una tutela effettiva dei lavoratori. Le esperienze di San Marino e del World Economic Forum dimostrano che senza un impegno sincero e trasparente, le dichiarazioni di principio restano vuote e prive di efficacia. Come dare torto a Nelson Mandela? “Negare alle persone i loro diritti umani è sfidare la loro stessa umanità”.
David Oddone
(La Serenissima)