San Marino. Movimento DEMOS: Davvero abbiamo imparato la lezione? 

Lo stato della sanità a San Marino è quotidianamente sotto gli occhi di tutti, negli ultimi anni ha subito danni e  devastazioni che andrebbero arginate al più presto per poter garantire nuovamente alla popolazione un servizio  d’eccellenza a tutela della salute individuale e collettiva. 

Il COVID, avrebbe dovuto insegnarci molto ma abbiamo davvero imparato la lezione? 

“Implementare una strategia globale, per la prevenzione delle pandemie” e ancora “ribadita l’importanza di affrontare  le emergenze tramite un approccio multidisciplinare” sono punti enunciati alle nazioni unite dai nostri rappresentanti  durante l’Assemblea generale. 

Dal nostro punto di vista, la grande assente di questi ultimi anni è stata la medicina territoriale e funzionale, il rapporto empatico medico-paziente, capace di guarigione a vantaggio di uno sbilanciamento sempre più evidente verso le  terapie farmacologiche e la telemedicina.  

Si punta sulla cura ma si omette la ricerca della causa non solo patologica ma anche psicologica. Gli anni del covid ce  lo hanno mostrato chiaramente, nessuna visita domiciliare, nessuna diagnosi, solo attesa e paracetamolo fino ai  protocolli di intubamento nelle terapie intensive. 

Si, serve un approccio multidisciplinare, lo ribadiamo da tempo e lo abbiamo proposto in tempi non sospetti, ma  abbiamo avuto a che fare con una Segreteria alla Sanità sorda e capace solamente di decreti restrittivi. La deriva presa poi dopo il periodo della pandemia, porta inevitabilmente verso una medicina a distanza, asettica,  priva del rapporto medico-paziente, destinata e creare ulteriori malati. 

San Marino può vantare una sanità pubblica, non ancora totalmente trasformata in azienda, che rappresenta un valore  sociale come diritto inalienabile, stabilito nella nostra carta dei diritti, quindi, a tutti gli effetti, un’istituzione salda e  basilare della società civile, eretta sui diritti civili e sociali, sullo stato sociale, sulla previdenza e non ultimo,  sull’assistenza sanitaria universale e per questo motivo deve perseguire l’obiettivo di garantire al meglio con i fondi  pubblici la salute collettiva. 

Per tali ragioni la politica deve intervenire, sostituirsi alla dirigenza “aziendale” e indirizzare la sua operatività, in modo  tale da proteggere l’interesse collettivo. In tale contesto la figura del medico di Medicina Generale (MMG) è il fulcro  centrale del comparto sanitario, più di qualsivoglia telemedicina o intelligenza artificiale o algoritmi di sorta. La tecnologia, seppure fondamentale nella diagnostica, non dovrebbe predominare in ambito sanitario. Le macchine  non possono sostituire il rapporto empatico medico-paziente. La tecnologia può intervenire in nostro supporto e aiuto,  ma non sostituirci. 

Nel prossimo futuro, l’implementazione di tale tecnologia determinerà l’inutilità dei sanitari del territorio. Oggi  vengono utilizzate come uniche soluzioni percorribili per portare migliorie, snellire i servizi e come panacee di ogni  disfunzionalità, mentre sarebbe utile riflettere sulle cause del disastro sanitario, riflettere su tutte le variabili possibili  determinate da tanti fattori. 

Secondo Demos tale tendenza risponde unicamente ad uno scopo economico ma che inevitabilmente sottrarrebbe  ulteriormente personale sanitario dal servizio e ulteriori risorse economiche.

Movimento Politico DEMOS