Sinistra Unita, lo conferma la sua incapacità di comprendere il significato di un flash-mob e il suo rivolgersi continuamente ai “fasti passati”, è per noi una parte della politica del passato da lasciarsi alle spalle”. A scrivere alla stampa questa durissima presa di posizione è il movimento Rete che replica così alle critiche che Su ha fatto ieri alla manifestazione organizzata da Matteo Zeppa e compagni sotto alla cella del carcere dei Cappuccini, dove è rinchiuso da oltre 2 settimane l’ex leader democristiano Claudio Podeschi con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio.
Il partito di Ivan Foschi ha definito il flash mob delle arance una “manifestazione di pessimo gusto al solo scopo di ridicolizzare chi oggi si trova in carcere” sottolineando il proprio ruolo di apripista nelle denunce negli scorsi anni, “quando andare contro corrente poteva costare molto caro”.
Per Roberto Ciavatta e soci il raduno sotto la finestra di Podeschi “ha dimostrato in pochi minuti ciò che in decenni” Su non è riuscita a fare. “A volte – continua la nota – anche noi con- sideriamo di pessimo gusto il moralismo mieloso di chi intende fare politica dalla cattedra”.
Nel suo comunicato Rete puntualizza inoltre che Su “non era stata in alcun modo coinvolta nell’organizzazione, non essendoci mai stata, da parte nostra, alcuna volontà di creare con loro un“fronte”.Dunque nessuna frattura, non essendoci mai state né saldature né volontà in tal senso”.
Quindi l’alleanza elettorale tra le due forze di opposizione con Civico 10 che ha portato alla sfavillante vittoria dei referendum sulla sanità dello scorso 25 maggio è stata soltanto una tregua.
Parlando ancora della manifestazione delle arance Rete sottolinea che la coreografia “è perfettamente riuscita grazie alla collaborazione di tutti. Un flash mob – spiega il movimento – “per chi non lo sapesse è un assembramento fulmineo di liberi cittadini teso a trasmettere un messaggio, o a fare scalpore. In questo caso il messaggio era teso a sensibilizzare il carcerato Podeschi, nel caso le accuse a suo carico venissero confermate, a fare i nomi che sa affinché la giustizia possa fare il suo corso”.
La coreografia ha visto ogni partecipante leggere qualche parola del messaggio a Podeschi. Dunque un flash mob dall’“alto valore ‘co- munitario’: il messaggio – scrive ancora Rete – è che l’unione fa la forza, che tutti insieme si crea un discorso, mentre soli non si fa altro che singole frasi prive di significato e di forza”.
Quello che interessava- va gli organizzatori era “censurare chi ha approfittato della politica e dei ruoli di potere per arricchirsi personalmen- te, e nel contempo fornire una prova significativa di come sia solamente attraverso l’unione dei singoli che si può raggiungere dei risultati”. Se da una parte si parla di unione dall’altra la stoccata a Michelotti e compagni è forte. “Su è stata l’apripista contro il malaffare? – conclude la nota – Se vogliono un applauso saremo felici di farglielo! Ma sinceramente non ci pare che nessuno abbia rivendicato titoli per il passato… non ci piacciono i gamberi che credono di procedere camminando indietro. Noi, saremo strani, siamo soliti guardare al futuro!”
La Tribuna