Il tempo è ormai scandito da sentimenti di incredulità, stupore, angoscia per un mondo che si è fermato a causa di un male misterioso. Di quanto complesso sia stato essere alla guida del Paese, cercando di dare ordine al caos, in un momento tanto delicato ne abbiamo parlato con l’ex Capitano Reggente Mariella Mularoni.
Consigliere, l’aver ricoperto la carica più alta nell’ora forse più buia per San Marino cosa ha significato?
“E’ stata una esperienza unica, un grande onore poter ricoprire la carica di Capitano Reggente; soprattutto anche a livello umano, è stato bellissimo sentire la vicinanza della cittadinanza, l’apprezzamento per questa coppia reggenziale, per il suo ruolo di garanzia; la Reggenza è un punto di riferimento importante per tutti i sammarinesi, e noi ci siamo adoperati al meglio per esprimere una ampia rappresentatività, abbiamo cercato in questi mesi veramente impegnativi di adempiere all’incarico con spirito di servizio e dedizione. Siamo stati eletti in una fase di passaggio, in piena crisi di governo, che ha portato alle elezioni politiche di dicembre ed alla formazione di una nuova maggioranza”.
Riavvolgendo il filo ci sono stati anche momenti di forte tensione come quello della presa d’atto dei giudici. Come avete vissuto quella fase?
“La richiesta della presa d’atto è arrivata in un momento in cui non avevamo un esecutivo e dove tutti gli organismi, penso al Consiglio Giudiziario Plenario e alla Commissione Giustizia, con lo scioglimento del Consiglio Grande e Generale, non erano più operativi e dunque in quella fase abbiamo ritenuto opportuno, unitamente all’Ufficio di Presidenza, attendere l’insediamento del nuovo esecutivo e quello successivo delle Commissioni Consigliari al fine di poter convocare il Consiglio Giudiziario Plenario. Poi a gennaio è arrivata la Sentenza del Collegio Garante sul Conflitto di attribuzioni che invitava il Congresso di Stato a compiere degli atti e la Reggenza ad effettuare la presa d’atto da parte del Consiglio Grande e Generale e ricevere nelle proprie mani il giuramento dei due Giudici d’ Appello, avvenuto il 21 febbraio. Nonostante le fortissime tensioni siamo andati avanti forti del confronto politico e grazie al supporto costante dell’Avvocatura dello Stato e della Segreteria Istituzionale. “
Cosa l’ha colpita di più durante questo mandato?
“A colpirmi di più sono state le richieste da parte della cittadinanza che abbiamo avuto modo di incontrare nelle udienze del mercoledì. Ci sono molte più famiglie di quanto si possa immaginare che si trovano in condizioni di disagio, persone malate, e persone in grosse difficoltà economiche anche nel far fronte alle più piccole necessità quotidiane. La Reggenza ha sempre mostrato vicinanza nei confronti di queste persone e sappiamo che su questo si dovrà lavorare per fare in modo che chi si trova in una situazione tanto drammatica possa sperare in un futuro migliore. Proprio in questi giorni è al vaglio del Governo un nuovo Decreto che prevede misure a sostegno delle famiglie fino alla cessazione dell’emergenza sanitaria, attraverso la concessione di un reddito famigliare minimo mensile, proprio per quelle famiglie che non hanno disponibilità finanziarie; un’iniziativa lodevole, fortemente sostenuta dalla Democrazia Cristiana, da sempre attenta ai bisogni delle famiglie attraverso aiuti concreti, e dalla maggioranza.”
Verso la fine del mandato si è abbattuto su San Marino l’uragano del coronavirus. Come si affronta da capi di Stato una pandemia?
“Noi stavamo rientrando da Ginevra, era il 25 febbraio scorso e ci siamo trovati a dover far fronte a questa pandemia che, anche a San Marino ha portato sofferenza e dolore in tante famiglie. In diverse occasioni abbiamo cercato di essere vicini alla cittadinanza, manifestando la nostra comprensibile preoccupazione ed abbiamo rivolto diversi appelli affinché le persone collaborassero responsabilmente e compissero ogni sforzo per cercare di contenere il contagio e superare l’emergenza. Un’emergenza che il nostro Paese sta affrontando e superando grazie anche al lavoro encomiabile del personale medico, infermieristico, socio-sanitario, della Protezione Civile, dei Corpi di Polizia, dei volontari, e tutti quanti a vario titolo hanno contribuito nella gestione dell’emergenza sanitaria, a cui va tutta la mia gratitudine oltre ad un ringraziamento sincero per la dedizione e gli sforzi profusi in un momento veramente difficile. Si è lavorato con spirito di servizio facendo grandi sacrifici, mettendo in secondo piano le proprie esigenze personali, la propria famiglia, e così il sistema ha reagito positivamente. E’ stato significativo vedere il grande attaccamento, anche in termini di donazioni, alla nostra Repubblica”.
Come vede il prossimo futuro di San Marino?
“San Marino sta affrontando una prova difficilissima, ed i suoi cittadini hanno dimostrato di essere disponibili a fare enormi sacrifici pur di uscire dall’emergenza. L’auspicio è che con la collaborazione di tutti si possa superare quanto prima questo momento così difficile e tornare in tempi brevi alla quotidianità, rilanciare l’economia del Paese fortemente provata in questa situazione e quindi a progettare il futuro del nostro Paese, dei nostri figli tornando a riabbracciare le persone care. I sammarinesi stanno dando prova di grande maturità, e di una compattezza superiore alle aspettative, anche rispetto alla vicina Italia; sono momenti molto difficili, siamo chiusi in casa da settimane per combattere la propagazione del virus eppure tutti teniamo duro. Questa è la cornice in cui anche San Marino sta applicando le regole restrittive ed il Governo sta mettendo a punto quelle per ripartire. Siamo ancora alla fase in cui vediamo le prime luci e dobbiamo difendere i risultati raggiunti. Capisco la voglia di uscire, ma i numeri ci dicono che siamo ancora dentro l’emergenza: non possiamo permetterci un passo falso, rischieremmo di vanificare tutti i sacrifici fatti fino ad oggi. Bene, quindi la cautela del Governo nel decreto a cui sta lavorando, che prevede un allentamento delle restrizioni e dà qualche annuncio di ritorno alla normalità. A tempo debito, con tutto quello che è successo, mi piacerebbe che si potesse prevedere un momento di riflessione per ricordare tutte le persone che sono venute a mancare e per le quali non è stato possibile celebrare nemmeno il funerale, provocando nelle persone una sofferenza e una tristezza indicibili”.
Olga Mattioli