Egregio Direttore,
una breve considerazione, che rimetto a Lei se di interesse e, nel caso, pubblicare.
Grazie per l’attenzione
Matteo Mularoni
Il rispetto da parte dei consociati delle norme eccezionali dettate a seguito del Covid-19, restrittive di alcune delle nostre libertà fondamentali (art. 1 e 6 della Dichiarazione dei Diritti e dei Principi Fondamentali dell’ordinamento sammarinese), risponde al superiore dovere di solidarietà sociale (art. 4 della Dichiarazione di Diritti e art. 14 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo – c.d. CEDU).
Il primo di questi doveri consiste nella tutela della salute (artt. 1, 5 e 9 della Dichiarazione dei Diritti), nostra e, nondimeno, di quella dei nostri concittadini: in questo momento il nostro stile di vita può compromettere la salute e la vita di chi ci sta accanto.
A questo primario dovere, ne seguono altri, forse non così stringenti, ma di certo non meno importanti. Le drastiche conseguenze economiche del Covid-19 incideranno negativamente, non solo sulla salute, ma purtroppo sul lavoro e sulle attività economiche in genere.
Lo Stato è chiamato a supportare (con il sostegno diretto o indiretto di ciascuno di noi) persone, lavoratori ed imprese in difficoltà. Specularmente, ciascuno di noi dovrebbe, con altrettanto spirito di solidarietà e nell’ambito delle proprie prerogative, attenuare gli effetti della crisi secondo il principio di sussidiarietà.
Non sarebbe stato solidale e sussidiario se le imprese, pur disponendo di mezzi finanziari capienti, avessero fronteggiato la crisi, chiedendo per i propri dipendenti la CIG, in luogo dell’utilizzo delle ferie. È financo inaccettabile che, dinnanzi al comportamento responsabile di un imprenditore, il quale assegni le ferie ai propri dipendenti per la crisi del Covid – 19, un’organizzazione sindacale si opponga, chiedendone invece la CIG: con le ferie il costo è sostenuto dalla sola impresa, senza aggravio per lo Stato, con la CIG ricadrebbe, invece, sulla intera collettività.
Sorprende dunque che, chi invoca solidarietà, professi poi egoismo, tutelando gli interessi di alcuni soli dei propri iscritti, a danno della collettività, nonché, magari, compromettendo la possibilità di altri propri iscritti che sfortunatamente prestino la propria attività lavorativa presso datori, i quali effettivamente necessitino di fare ricorso alla CIG.