Servono almeno 6-7 dipendenti in più che, insieme a quelli esistenti, dovranno turbare.
Molti gli esercenti del centro storico di Città a non sono d’accordo con l’apertura serale obbligatoria fino alle 23 introdotta dal così detto decreto Lonfernini, dal nome del segretario al Turismo che l’ha creato e fortemente voluto. A due settimane dal primo giorno in cui sarà operativa la coscrizione emerge la delibera con cui il governo dà il via ad un’operazione chiesta da molti (e promessa a suo tempo dallo stesso Lonfernini): l’apertura fino alle 23 anche degli esercizi pubblici.
Con la delibera numero 16 del 27 maggio infatti il governo autorizza “il Direttore della Funzione Pubblica a sottoscrivere un Accordo con le Organizzazioni Sindacali, a mente dell’articolo 4, comma 1, lettera c), della Legge n. 108/1990, per incarichi a tempo determinato di ‘Addetto Qualificato – Addetto Musei e Monumenti’ – Museo di Stato”. L’obiettivo è, come spiegato nel documento, da un lato prolungare l’orario di apertura dei musei e monumenti dalle ore 20 alle ore 23 per “completare l’offerta turistica” e dall’altro sfruttare l’operazione per “stimolare la fruizione dell’offerta museale” sammarinese.
Per questa ragione “in via sperimentale” la volontà del governo è di rendere gratuita l’entrata nella fascia serale.
Oggi, come spiegano dalla segreteria di Stato all’Istruzione a cui compete la gestione dei musei, i monumenti della capitale occupano circa una ventina di persone e d’estate chiudono alle 20.
Per raggiungere l’obiettivo occorrono dunque almeno 6-7 dipendenti in più che, insieme a quelli già in organico, possano turnare nei 27 giorni decisi da Lonfernini.
La delibera precisa quindi l’ordine in cui dovranno essere individuati i nuovi addetti. In primo luogo dovrà essere impiegato il personale “che ha fatto richiesta di trasferimento temporaneo per motivi di salute”, a seguire il personale non docente, il personale dei cinema e teatri e dal resto della Pa allargata. Se necessario si potrà quindi interpellare “lavoratori iscritti nelle liste di mobilità e di disoccupazione che percepiscono gli ammortizzatori sociali e non siano altrimenti impegnati in attività formative”.
Davide Giardi, La Tribuna