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  • San Marino. Mussoni (Dc): “Chi non è serio non ha scampo”

    Il Paese vuole normalità. Una normalità che per i tempi che stiamo vivendo apparirebbe come rivoluzionaria. C’è urgenza di una certa ars amministrativa, un certo buon senso laborioso, di una certa sapienza fattiva, da suole consumate. Ne abbiamo parlato con l’avvocato Francesco Mussoni, candidato tra le fila del Pdcs.

    Avvocato Mussoni, lei è stato uno dei pochi consiglieri a dichiarare in aula che non si sarebbe ricandidato, per quale motivo è tornato sui suoi passi?
    “Ho molte legislature alle spalle e una certa esperienza, alla fine mi è sembrato giusto in questo momento così delicato per il Paese, dare il mio contributo e l’ho fatto con grande convinzione”.

    In Consiglio lei ha battuto il chiodo sulla forma che è di fatto sostanza. Come giudica il ‘pasticcio’ della pubblicazione istituzionale che ha creato un pregiudizio a Npr?
    “E’ una cosa piuttosto grave, in un momento elettorale così difficile l’esattezza è fondamentale, che una forza non si trovi in par condicio, fosse anche per una sola copia, sicuramente è un aspetto molto negativo”.

    Come la pensa in merito alla delibera che tante reazioni ha scatenato perché a parere di molti attaccherebbe la Reggenza?
    “Mi pare che si sia ampiamente dibattuto su questo, il contesto era inopportuno e anche entrando nel merito della delibera, sicuramente tiene una lettura che non va bene perché manca appunto di rispetto. Più in generale occorrerà ristabilire un clima di ordine, in tutti i settori, serve che le regole siano rispettate, occorre più serietà e meno ballottini, io credo che quella che si aprirà sarà la legislatura della serietà, chi non è serio non ha scampo”.

    Ci sarebbero stati 134 nuovi assunti nella Pa in un solo mese, in fase di ordinaria amministrazione è un’anomalia?
    “Il tema della riorganizzazione e dell’efficientamento della Pa è centrale, è chiaro che questo dato non è normale, seppur immagino ci siano stati concorsi, nella forma sarà tutto ineccepibile, nella sostanza è un meccanismo che non può essere un corretto meccanismo. Occorre che la macchina della Pa diventi via via simile a quella privata”.
    Anche sull’orizzonte dell’Iss si sono addensate parecchie nubi. Da ex Segretario alla Sanità, qual è la sua opinione?
    “Rischio di dire cose banali ma come ho già detto al pari di ogni altro settore ritengo vada ristabilito un ordine anche nell’ambito della Sanità. Vanno sicuramente sostituiti i dirigenti del comitato esecutivo, va ripresa in mano una politica precisa di sviluppo e una gestione efficiente di tutta la struttura. Iss è patrimonio di tutti i sammarinesi, servono le competenze migliori, servono risorse, bisogna toglierlo dagli interessi di alcune persone che da anni ne hanno e vogliono continuare ad averne”.

    C’è anche chi se la sta prendendo con l’informazione, nemmeno i media sono in salute?
    “Ci sono certi aspetti che vanno necessariamente stigmatizzati. Io credo che si debba smettere di fare attacchi alle persone, non è la politica giusta quella del fango, gli organi di informazione debbono a mio avviso gestire l’informazione in modo distaccato, terzo. C’è un Paese che ha bisogno di ristabilire un ordine, si è creato un clima surreale anche fra i media, fra le forze politiche, la gente è in grande difficoltà e ha paura, avverte un sentimento di profondo timore. Quello di cui si ha sete è un po’ di chiarezza, di stabilità, di credibilità politica”.
    E poi c’è la cultura che, facciata a parte, sembrerebbe essere la grande assente di questa campagna elettorale. Repubblica.sm ha seguito da vicino il viaggio tra le ‘rovine’ di San Marino proposto dal suo collega di partito Teodoro Lonfernini che ha acceso i fari su un problema. Ci sono anche le soluzioni?
    “Io credo innanzitutto che evidenziare un problema sia già un fattore positivo. La risposta ai cantieri lasciati abbandonati a mio avviso sta nella revisione delle leggi sugli appalti che vanno sottratti a interessi precisi e nell’efficientamento della Pa. C’è un meccanismo non sano alla base. Vanno riviste in profondità le regole che gestiscono questi settori. E’ impensabile che gli stessi che hanno gestito queste situazioni fin qui si propongano come protagonisti di una stagione all’insegna del cambiamento”.

    Alla vigilia delle elezioni abbiamo sentito tanto parlare anche di azioni di responsabilità.
    “Si tratta di azioni che non porta avanti direttamente la politica, per come la vedo io il quadro è abbastanza semplice, noi come politici dobbiamo essere attenti a chiedere giustizia e che le norme vengano rispettate ma bisogna anche uscire dal cono del giustizialismo politico visto che non possiamo pensare di giudicare noi”. (o.m.)

    Repubblica Sm