Report è tornato nella puntata di lunedì sera sul caso del sottosegretario della Lega Armando Siri cui, come è noto, il presidente Conte ha tolto le deleghe per tutelare la fiducia delle istituzioni. “Quando ci sono delle condotte politiche che per noi non sono assolutamente accettabili – ha detto il ministro Di Maio – allora la politica deve agire prima dei giudici. Quando poi si somma anche la questione di San Marino in cui non è indagato il sottosegretario ma c’è un’inchiesta, ci preoccupiamo. Mercoledì scorso il premier Conte ha ritirato le deleghe al sottosegretario Siri perché, fatta salva la presunzione di innocenza, si è persa la fiducia”. Siri è l’ideologo della flat tax, colui che ha in mano la gestione della formazione della Lega ma è soprattutto un imprenditore che avrebbe lasciato dietro di sé parecchi fallimenti. Ciò che lo ha reso noto qui in Repubblica è l’esser riuscito ad acquistare un immobile a Bresso pagato 585mila euro, soldi che gli sono stati dati da Banca Agricola di San Marino. Per sapere come abbia fatto ad ottenere un mutuo di importo così elevato la giornalista di Report Di Pasquale si è prima rivolta al notaio che ha redatto l’atto e subito dopo è salita sul Titano. Il notaio si chiama Paolo De Martinis e alcuni anni fa sarebbe stato sospeso dal suo ordine per aver lavorato troppo. “Evidentemente – ha detto – davo fastidio”. La segnalazione dell’acquisto di un immobile da parte di Armando Siri come operazione sospetta è partita proprio dal notaio De Martinis che ai microfoni di Report ha detto “in generale a destare sospetti può essere anche la provenienza dei capitali, la professione, l’appartenenza a determinate categorie professionali”. Alla domanda se vi fossero garanzie sul mutuo ha risposto: “garanzie reali nell’atto a mio rogito non ce ne sono, non c’è ipoteca quando normalmente c’è ipoteca”. A San Marino Di Pasquale riesce a parlare con un funzionario di Bac che pur sotto copertura rivela: “La pratica di Siri non è neanche arrivata al comitato crediti, è sparita dal comitato crediti perché forse qualcuno avrebbe potuto dare parere negativo. Se il comitato crediti avesse dato parere negativo la pratica non avrebbe potuto andare avanti, la cosa più semplice era bypassarlo. E’ comunque nei poteri del direttore generale deliberare la concessione del mutuo”. Il direttore generale di Bac è Marco Perotti con un passato in Unicredit. La giornalista di Report è anche con lui che avrebbe voluto parlare ma neanche il tempo di parcheggiare l’auto che – racconta – sarebbe stata chiamata la polizia che l’avrebbe fermata per dei controlli. “Voi giornalisti italiani avete il tesserino, posso vederlo?”
E’ in quello spazio di tempo che il direttore generale viene visto allontanarsi con l’auto. Raggiunto al telefono dichiara: “non posso dire nulla perché c’è l’autorità di vigilanza. Sono in imbarazzo, è stato fatto tutto in regolarità mi creda” Eppure il mutuo è finito sul tavolo dell’Aif il cui direttore Nicola Muccioli ha dichiarato: “abbiamo ritenuto in questo caso che l’informazione fosse rilevante per le autorità italiane e l’abbiamo trasmessa alla Uif il 5 dicembre 2018. Le ragioni sono legate all’importo del prestito, alle caratteristiche tecniche, al soggetto a cui viene assegnato. Ci sono delle anomalie che sono date dal fatto che si tratta di un finanziamento chirografario cioè senza garanzie né di tipo reale né personale, i rischi sono il mancato rientro che non riguarda solo la banca ma anche la collettività. Potrebbero esserci potenziali reati”. Negli ultimi tempi – ricorda la trasmissione – Bac ha subito un terremoto: si sono dimessi l’amministratore delegato, il direttore finanziario, a novembre se ne è andato via un direttore della rete commerciale e il suo vice”. Lo sciame sismico non pare arrestarsi.
