San Marino. Nessun olocausto va dimenticato … di Paolo Forcellini

Il 27 gennaio ricorre la giornata alla” Memoria per non dimenticare”. Una giornata ricca di eventi per tramandare alle future generazioni il ricordo di genocidi perpetrati nella storia contro etnie diverse. Il più grande, volenti o nolenti, fu decisamente quello degli Indiani d’America, conosciuto come i “500 anni di guerra” impresso nella storia del genere umano per la durata e perdita di vite umane. Lo sterminio di tutte le etnie “indie”, ovvero dei Nativi Americani, dal Nord America all’America Centrale fino al Sud America, è il più immane e devastante genocidio di tutti i tempi operato per mano degli Occidentali. La strage dei nativi americani non fu solo lo sterminio di milioni di persone, fu qualcosa di più profondo. Fu anche la totale distruzione delle loro avanzatissime culture. Di questo massacro solo ultimamente se ne è preso coscienza grazie anche all’interessamento di diversi divi del cinema americano che hanno spostato l’attenzione sulla fine di coloro che erano e sono tuttora i veri americani. Circa 100 milioni di nativi, appartenenti alle più disparate “ nazioni” sono stati sterminati dall’uomo bianco che si è impossessato delle loro terre e relegando i pochi superstiti in riserve. Una storia questa dei Nativi Americani poco raccontata nelle scuole a differenza di altre, usate da molti anche per fini politici. la Shoah, quello che viene più ricordato, fu il genocidio degli ebrei per eccellenza perpetrato dal nazismo e suoi alleati durante la seconda guerra mondiale, quello per cui è stato coniato questo termine. Ma non fu il solo. Nella storia dell’umanità ce ne sono stati tanti altri di genocidi che avevano sempre il fine ultimo di cancellare dalla faccia della terra il nemico, o presunto tale. Un massacro del quale si parla poco, raramente e con reticenza è quello delle foibe ,degli eccidi ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia, da parte dei partigiani comunisti jugoslavi Il nome deriva dai grandi inghiottitoi carsici dove furono gettati molti dei corpi delle vittime, che nella Venezia Giulia sono chiamati “foibe”. Si stima che le vittime in Venezia Giulia e nella Dalmazia siano state circa 11.000, comprese le salme recuperate e quelle stimate, più i morti nei campi di concentramento jugoslavi Una giornata anche per non dimenticare il genocidio armeno, cioè  le deportazioni ed eliminazioni di armeni perpetrate dall’Impero ottomano tra il 1915 e il 1916,  che causarono circa 1,5 milioni di morti. Per non dimenticare neppure quello degli Aborigeni australiani, dei Catari da parte della chiesa, del Ruanda, gli ucraini per mano di Stalin con milioni di vittime, dei greci sempre per mano turca, dei Rom compiuto dai nazisti, l’olocausto nero con 10 milioni di vittime, di Pol Pot in Cambogia con 3 milioni e del Congo per mano dei Belgi per fini commerciali. Genocidi che non si possono dimenticare e che devono  pesare tutti in egual modo nelle coscienze di tutti i cittadini del mondo, al di là di chi li abbia perpetrati. Non ci sono genocidi di serie A o serie B. Un genocidio è sempre un genocidio.

Paolo Forcellini