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  • San Marino. NESSUNO TOCCHI BANCA CENTRALE. Valentini & Capicchioni: “Sbagliato criticare sempre e comunque ??Banca Centrale”.

    valentiniIl giudizio sul sistema bancario sammarinese è positivo.

    Un sistema che si è definitivamente stabilizzato e che per spiccare definitivamente il volo attende con trepidazione la firma del memorandum d’intesa con Bankitalia che non dovrebbe tardare ad arrivare. La stessa voluntary disclosure non fa paura: lo “stress test” al quale sono stati sottoposti gli istituti del Monte con lo scudo, avrebbe messo in ginocchio chiunque.

    Mentre qui è stata fatta una sorta di selezione naturale e chi è rimasto – con poche eccezioni – è perfettamente in grado di reggere qualsiasi possibile urto. Questo in estrema sintesi quanto emerso dalle parole di Renato Clarizia, ieri in conferenza stampa.

    I risultati ottenuti

    “Il 2014 – si legge nella relazione consuntiva di Banca Centrale sull’attività svolta e sull’andamento del sistema finanziario – si caratterizza per essere un anno di consolidamento del comparto bancario, in un quadro di sostanziale stabilizzazione”. Un anno che ha visto “un complesso e oneroso percorso compiuto verso la piena trasparenza e correttezza operativa del settore, che ha favorito il conseguimento di importanti obiettivi tra cui l’ingresso nella White List fiscale italiana e, nel corrente mese di maggio, anche nella White List antiriciclaggio”.

    Il riconoscimento a livello internazionale dei progressi effettuati da San Marino in ambito normativo e operativo “ha garantito apprezzamenti e rinnovata credibilità da parte delle organizzazioni finanziarie internazionali – Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale e Ocse”.

    L’attività della Vigilanza è stata principalmente finalizzata “al raggiungimento di una maggiore omologazione del sistema bancario e finanziario sul piano delle regole e delle prassi operative internazionali, contribuendo al conseguimento di importanti risultati per il sistema Paese quali l’entrata in vigore degli accordi di cooperazione finanziaria ed economica con l’Italia, l’adesione al gruppo degli Early Adopters in ambito Ocse e l’inserimento nelle White List sopra indicate”.

    La centrale rischi

    L’impegno della Banca Centrale “è stato costante anche sul versante del rafforzamento dei presidi a tutela della stabilità finanziaria del sistema, sia attraverso il progetto per la realizzazione di una Centrale
    dei Rischi sammarinese, che renderà più efficaci gli strumenti di valutazione della rischiosità del credito, sia mediante l’avvio delle attività svolte per la costituzione di un istituto autorizzato, in grado di gestire le carte di pagamento sammarinesi, al momento collocate tramite operatori esteri.

    La Centrale dei Rischi, in particolare, per la quale è in atto un percorso di verifica delle condizioni tecnico-normative con l’Autorità di Vigilanza italiana, permetterà di giungere – si auspica – più celermente, alla firma del Memorandum con Banca d’Italia. Quest’ultimo, nel quadro di un rinnovato e positivo rapporto di collaborazione, definirà, in un contesto di reciprocità, con una chiara definizione degli ambiti di operatività di intermediari finanziari e banche dei rispettivi Paesi”.

    Si guarda alla crescita

    Sono molte altre, inoltre, le iniziative intraprese dalla Banca Centrale “per dar corso, in breve tempo, all’apertura del comparto bancario e finanziario verso il mercato italiano e, nel medio periodo, alla fattiva internazionalizzazione dello stesso: il recepimento della normativa comunitaria in tema di Convenzione Monetaria con l’Unione Europea, l’accordo FATCA con gli Stati
    Uniti di America, la definizione di accordi di collaborazione con altri Paesi e il consolidamento dei già elevati livelli di professionalità degli operatori del sistema tramite percorsi di formazione
    e aggiornamento professionale che la Banca Centrale, tramite la propria Fondazione e accordi con l’Università degli Studi in San Marino e altre primarie Università italiane, sta concretizzando”.

    In tale rinnovato contesto “gli intermediari, sammarinesi e non, se da una parte saranno messi nelle condizioni di sfruttare al meglio le opportunità per la propria crescita, dall’altra dovranno necessariamente ripensare al proprio ruolo all’interno del sistema economico, ponendo maggiore attenzione alle problematiche di carattere sociale”.

    L’analisi

    Spulciando più a fondo nel corposo documento, non mancano alcuni richiami di indirizzo alle banche: “È necessario – si legge – che le banche si impegnino al meglio delle loro potenzialità nello stimolare e accompagnare la ripresa e lo sviluppo dell’economia locale. L’attuale situazione di crisi economica e sociale deve sollecitare un ripensamento nel modo di approcciarsi alla clientela da parte delle banche, in una logica non esclusivamente di prestatore di danaro ma di collaboratore e di consulente delle imprese sovvenzionate, al fine di trovare assieme i finanziamenti maggiormente adeguati alla loro attività oppure formule di rientro dalle esposizioni che non siano estremamente onerose. E’ necessario inoltre che vengano create le condizioni che sono indispensabili per una politi- ca finanziaria in grado di attrarre investimenti stranieri nel nostro Paese”.

    A proposito di FondISS

    Vari incontri si sono avuti – e ancora continuano in questo anno 2015 – con la Segreteria di Stato per la Sanità per il problema del FondISS nei confronti del quale – in ragione dell’assetto normativo venutosi a determinare dopo il referendum popolare – la Banca Centrale svolge contemporaneamente il ruolo di advisor, di banca depositaria e di Autorità di Vigilanza. Una tale evidente anomalia è stata denunciata, oltre che da questa Banca Centrale già quando si discuteva del primo disegno di legge, anche dal FMI.

    Le osservazioni di carattere esclusivamente tecnico avanzate dalla Banca Centrale non intendono assolutamente interferire né con la volontà popolare né con le scelte di carattere politico, intendono solo evidenziare problemi di operatività concreta”.

    Il punto di vista di Clarizia

    Venendo alla parte “discorsiva” della conferenza stampa, Renato Clarizia, plaude “all’ingresso di San Marino nel Sepa”, l’Area unica dei pagamenti in Euro, e “nella white list fiscale italiana”. Traguardi che si sommano a quelli raggiunti dal 2010, rispetto ai quali il numero uno di via del Voltone parla di “fatti che vanno oltre le iniziali aspettative”. Prosegue il presidente di Bcsm: “All’inizio del mio mandato- confida Clarizia- era impensabile pensare di collaborare a questi livelli con l’Italia”.

    Sul fronte interno “si è arrivati alla normalizzazione di un sistema che aveva 12 banche e circa 50 finanziarie”, mentre le richieste arrivate da Roma, in primis “da Banca d’Italia e dal ministero per l’Economia”, sono state assecondate “con la creazione delle leggi necessarie”. Il tutto, sottolinea il presidente di Banca centrale, “senza che a livello di personale ci siano state nuove assunzioni, anche se la nostra attività è triplicata”.

    Parlando dei documenti passati al vaglio dell’assemblea, Clarizia segnala anche per Bcsm “un bilancio utile netto di esercizio di 50.143 euro”: l’82% in meno sull’anno precedente. 7.416 milioni di euro il totale della raccolta del risparmio, in aumento dal 2013. Segno meno, invece, per gli impieghi lordi da clientela: 3.976 milioni di euro contro i precedenti 4.188 milioni. Il numero delle banche resta stabile con dieci unità, di cui tre non operative, mentre si registra una diminuzione di finanziarie e fiduciarie da 14 a 10.

    Parlano il segretario alle Finanze e quello agli Esteri

    Per il segretario alle Finanze Giancarlo Capicchioni: “Senza Banca centrale non avremmo mai raggiunto risultati utili come l’ingresso nella white list fiscale e in quella antiriciclaggio”.

    Ancora più chiaro il segretario agli esteri Pasquale Valentini: “Il sistema è stabile, c’è una evoluzione della liquidità. Alcuni passaggi come la White List sono stati dati come scontati, ma non sarebbero stati possibili senza Bcsm, che ha reso il sistema stabile e afficabile, conquistando la fiducia dell’Italia. Ho la sensazione di essere controcorrente se dico questo, ma a parlare sono i dati, i fatti. E ho come l’impressione che ci sia qualcuno che vorrebbe affrancarsi da questi presidi: cri- ticare sempre e comunque Banca Centrale è sbagliato, anche perché altrimenti diventa impossibile attrarre investitori”.

    Sulla Voluntary Disclosure

    Così il direttore di Bcsm, Mario Giannini, sulla Voluntary Disclosure, che consentirebbe agli italiani che detengono attività finanziarie o patrimoniali all’estero non dichiarate al fisco di sanare
    la loro posizione: “A oggi su questo fronte non è accaduto quasi niente”. “Per quanto la misura ci tocchi – ha ricordato Valentini – il clima entro il quale si colloca è completamente diverso da quello respirato con lo scudo fiscale”.

    Sull’autosospensione della vigilanza

    “In 40 anni di attività non ho mai avuto un inciampo, continuare con l’autosospensione era avvilente, ci eravamo presi del tempo e dopo 4 settimane in cui praticamente non è accaduto nul- la sul fronte giudiziario, salvo un fatto, abbiamo deciso di tornare in gioco”. Queste le parole pronunciate dal direttore di Banca centrale, Mario Giannini, per chiarire la posizione dei tre membri del Coordinamento di vigilanza di via del Voltone, lui incluso, che si erano autosospesi il 23 aprile scorso e che la settimana scorsa hanno revocato la loro decisione creando non pochi mormorii a Palazzo Pubblico, dove il Partito socialista e l’Upr avevano chiesto lumi ricordando che la mossa era avvenuta “in seguito agli elementi contenuti all’interno di un’ordinanza emessa dall’autorità giudiziaria”.

    Sul tema, interviene anche Clarizia: “Si pensava che l’autosospensione avrebbe accelerato il chiarimento sulla situazione” dopo “il riferimento all’Autorità di vigilanza emerso in marzo all’interno di un’ordinanza”. La revoca dell’autosospensione, conclude, è avvenuta perché, “fra le altre cose, l’assenza dei tre poteva nuocere a Banca centrale togliendo delle importanti professionalità”.

    Sui crediti inesigibili

    Rassicurazioni anche sull’ingente mole di crediti inesigibili delle banche, nell’ordine dei 155 milioni di euro: si tratta semplicemente di una valutazione – dicono in coro – che in quanto tale potrebbe alla fine rivelarsi più alta, ma anche più bassa. Si spera tuttavia in una azione di recupero incisiva che stiamo fortemente incentivando ma – concludono i vertici di Bcsm – ci vorranno anni per avere stime certe”.