San Marino. Neutralità: un mito da sfatare … di Alberto Forcellini

Si è parlato della “presunta” neutralità millenaria di San Marino, nel recente dibattito consiliare, con posizioni contrapposte tra i Consiglieri, che peraltro rispecchiano i diversi sentimenti della popolazione.

Sulla scorta di articolo già pubblicato lo scorso 9 marzo (https://giornalesm.com/san-marino-guerra-e-pace-lista-nera-russa-o-lista-nera-eu-qual-e-il-rischio-minore-di-alberto-forcellini/) torneremo dunque ad approfondire il ragionamento perché, improvvisamente, con lo scoppio della guerra, gli spazi della neutralità si sono fatti angusti. Dopo decenni di sofismi sulla necessità di mantenere alcuni ambiti al di fuori del posizionamento (politico, ideale, religioso), ecco che gli spazi non bastano più, le argomentazioni tracimano e le verità cerca di farsi largo con maggior violenza rispetto ad una propaganda sempre più invadente. Non c’è più spazio per la neutralità, perché quando le bombe cadono viene a crearsi una situazione nuova, senza comfort zone da cui filosofeggiare sugli equilibri e sull’equidistanza.

Del resto, antichi testi sammarinesi e studi recenti sicuramente più approfonditi narrano di una politica di saggezza e di salvezza, non di neutralità. La neutralità non è un tipo di politica, è un atteggiamento, un valore morale. La politica si fa con le alleanze, con le guerre e con le mediazioni.

Nel conflitto Russia Ucraina, sarebbe stato davvero impossibile per San Marino porsi come terza voce tra i due stati belligeranti. Il suo peso specifico nella politica mondiale non ha consistenza se non per i valori di libertà di cui la Repubblica è antesignana. Ma non potrebbe avere nessun ruolo di mediatore. Come del resto non lo ha avuto il Vaticano con la sua fortissima diplomazia, perché comunque parte in causa di qua e di là.

Eppure, proprio le alleanze sono state la carta vincente in tutte le fasi storiche di San Marino perché specialmente nei secoli scorsi, quando la geografia si scriveva con gli eserciti, era importantissimo allearsi con qualche vicino potente per tenere a bada il vicino scomodo. Emblematica l’alleanza siglata con Papa Pio II Piccolomini e Federico II da Montefeltro contro Sigismondo Pandolfo Malatesta, che portò la vittoria e il raddoppio del territorio sammarinese (Patti di Fossombrone 1463).

San Marino era troppo piccolo per fare paura, non aveva risorse e non aveva un esercito, perfino le sue possenti mura non erano più temibili quando venne inventata l’artiglieria a fuoco. Parimenti, la sua povertà fu spesso una sorta di deterrente nei confronti delle mire dei potenti. Lo stesso Napoleone Bonaparte, che si inchinò agli ideali repubblicani del Titano, considerò che un’invasione non avrebbe portato risultati. La Repubblica non fu invasa dalle armate francesi. Ma questo si ottenne anche grazie alla diplomazia intessuta con raffinata arte mediatrice. Così venne scritta una delle pagine più esaltanti dell’indipendenza sammarinese.

Altrettanto si può dire dello “scampo di Garibaldi”, ma anche della partecipazione di San Marino alla Prima Guerra Mondiale e perfino della Seconda, quando la Repubblica riuscì a barcamenarsi tra i fascisti italiani, i nazisti tedeschi e gli alleati, senza tuttavia riuscire ad evitare il famoso bombardamento del 26 giugno 1944 e altri minori.

Non è questo il luogo e il mezzo per ulteriori approfondimenti (ce ne sono davvero di interessantissimi) ma non si può non accennare alla famosa neutralità attiva di cui si parla come di una condizione millenaria che ha salvaguardato la Repubblica nei secoli. Niente di più falso.

Il concetto di neutralità attiva compare per la prima volta nelle cronache, nell’intervento del Segretario agli Esteri Gian Luigi Berti durante la Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione europea, ad Helsinki, il 5 luglio 1973. Siamo in piena “guerra fredda”. Gli Stati partecipanti alla Conferenza affermano che è loro obiettivo di contribuire al miglioramento delle reciproche relazioni e di assicurare condizioni nelle quali i loro popoli possano godere di una pace vera e duratura, liberi da ogni minaccia o attentato alla loro sicurezza. In questo contesto si inserisce la “neutralità attiva” rivendicata da San Marino, che comunque sceglie di stare da un parte e non dall’altra.

Il concetto è stato poi ripreso dal Segretario agli Esteri Gabriele Gatti quando la più antica Repubblica del mondo rinuncia al suo splendido isolamento ed entra a pieno diritto nell’assemblea generale dell’Onu, come stabilito dalla Risoluzione numero 774 del Consiglio di Sicurezza, approvata addirittura per acclamazione il 24 febbraio 1992. E anche qui San Marino non è neutrale, anzi sceglie di entrare a pieno titolo nel consesso delle nazioni e condividerne tutte le scelte e le decisioni. È questo il percorso millenario che porterà a condividere in tempi recenti la giusta posizione europea contro la Russia.

a/f