San Marino. “No ai tecnici nella politica, si? a nuovi contributi esterni”. Sds Teodoro Lonfernini all’avv. Matteo Mularoni: “Lo sfido a mettersi in gioco

Teodoro LonferniniIeri, dopo che da settimane ormai si vociferava un po’ ovunque, in particolare nelle stanze del parlamento del Titano, il noto avvocato sammarinese Matteo Mularoni, con una lunga lettera e? uscito finalmente allo scoperto.

Se da una parte declina l’invito di “scendere in campo” tre le file o al fianco di una forza politica, dall’altra pero? si espone pubblicamente, proponendo una sorta di assemblea tecnica a tempo, una ricetta che secondo l’avvocato potrebbe “scrivere le regole del nostro futuro”.

Nel documento, Mularoni, prima di argomentare le tesi della sua ricetta, parte da un’analisi non troppo positiva – per usare un eufemismo – dell’attuale quadro politico: “Si avverte una forte instabilita? di governo, cui fa da contraltare una tangibile frammentazione delle forze partitiche, che non consentono di progettare il futuro nostro e, soprattutto, quelle delle prossime generazioni”. E ancora: “Resta una forte frammentazione del quadro parlamentare, cui segue una paralisi della azione esecutiva; quando invece sarebbe necessario un deciso cambio di passo, una fase costituente della nostra Repubblica”.

Ecco, ed e? proprio qui il fulcro del ragionamento dell’avvocato: rifondare il Paese mettendo da parte colori e simboli politici, ripartendo da un’assemblea costituente “promossa – scrive – da persone rappresentative della societa? civile, rappresentativa di tutte le parti in gioco, confermate nel ruolo con il suffragio universale del popolo”.

E il giorno dopo l’uscita pubblica di Matteo Mularoni – ricordiamo – figlio del piu? noto Piero Natalino Mularoni, gia? Deputato, ex Reggente ed ex presidente del Pdcs, arrivano le prime reazioni politiche.

Il primo ad intervenire e? il segretario di Stato al Turismo Teodoro Lonfernini, di rientro da Astana, capitale del Kazakistan. Lonfernini precisa subito che accoglie favorevolmente le considerazioni del giovane avvocato, di cui e? amico e stimatore, ma con alcune precise riserve: “A parte il piacere di leggere su Tribuna questioni che riguardano il nostro sistema Paese in termini di approfondimento e? sicuramente utile e necessario, come del resto faccio spesso e volentieri, intervenire in merito alle proposte lanciate da Matteo Mularoni. Il fatto che il giovane avvocato parli con estrema lucidita? del sistema Paese e? importante e fondamentale, credo pero? che abbia anche tutte le carte in regola per farlo dall’interno, magari dall’interno di un partito politico.

Sono d’accordo su tutto quello che e? contenuto nella sua lettera: creare un sistema normativo moderno, riformare la giustizia, ispirandosi a procedure piu? moderne ed efficienti, non sono d’accordo per niente pero? sul fatto che il Paese abbia bisogno di ricorrere a una assemblea tecnica costituente, come dire che la politica, avendo gia? fallito, fallira? anche nei prossimi anni. Rimango fedele alla costruzione di un sistema democratico come il nostro, fondato sulle istituzioni
e i partiti, che sono la garanzia di quella politica popolare di cui tra l’altro se ne fa portare lo stesso avvocato Mularoni.

I cosiddetti tecnici devono portare avanti la loro attivita? da tecnici, mentre chi si vuole dedicare alla politica lo faccia in maniera chiara e trasparente, senza confondere l’attivita? professionale con quella politica. Se facciamo questo avendo le orecchie ben aperte ad ascoltare i consigli e le proposte quali quelli dell’avvocato Mularoni e di giovani professionisti, che si stanno muovendo da tempo, sono sicuro che riusciremo ad interpretare ognuno con il proprio ruolo e le proprie capacita? e competenze, sempre attraverso la politica, quelle risposte necessarie che si pone Mularoni nella lettera.

Sono d’accodo su tutto – ribadisce – ma ho delle riserve su due aspetti in particolare.

Il primo e? la politica, che deve emergere nel risolvere le questioni politiche. La politica attuale tra l’altro non e? quella che esisteva fino a qualche anno fa, perche? quella non era politica; era una questione che ha riguardato alcuni soggetti che hanno voluto fare politica in maniera non istituzionale.

Il secondo aspetto e? che non sono d’accordo nel criticare in toto la classe politica. Sono il primo a prendermi la responsabilita? e ad ammettere che esiste inefficienza anche nella mia segreteria di Stato, io stesso non la nascondo. Pero? questa inefficienza puo? essere cancellata da una volonta? piu? forte, cioe? quella di lavorare tutti uniti e in sinergia tra chi la fa e chi non la fa. La questione e? quanto e come tutti insieme vogliamo portare il Paese fuori dai problemi. Quanto hanno giocato male i giocatori precedenti o tutti quelli che si sono mossi in un sistema? Quali e quanti sono stati i veri filtri verso il peggio e il meglio di questo Paese, tutti siamo compartecipi a una mancanza di filtri. Sono state tutta una serie di categorie, che e? racchiusa nel grande cappello della cittadinanza, che doveva svolgere molto di piu? e molto prima rispetto a oggi quel filtro necessario a non permettere che certe condizioni che abbiamo vissuto e che stiamo superando si verificassero. La classe politica precedente non avrebbe dovuto produrre quell’elemento di malessere che molti cittadini oggi vivono sulla loro pelle.

Mi aspetto che al di la? delle fasi costituenti, che non ne vedo la necessita?, queste ottime idee che Mularoni ha fatto emergere siano messe a disposizione per la democrazia del paese all’interno di un partito e delle istituzioni, per migliorarne le caratteristiche, non per cambiarle completamento, perche? cambiarle vorrebbe dire ritardare qualunque altro atto che in questo momento e? in corso.

Vorrei che le ottime idee di Mularoni vengano messe al servizio di un gruppo partitico organizzato, che so benissimo per amicizia personale in quale lui si riconosce, e facciamo in modo che attraverso questi stimoli e pungolate, se anche lui si sente nella fase del malessere, di contribuire in maniera positiva.

Lo sfido a presentarsi e a mettersi in gioco dove c’e? gia? necessita? per rinvigorire dall’interno un gruppo politico. Non gli indico la casa, ma la strada per arrivare a quella casa che e? la politica e il sistema partitico per mettere in pratica queste cose. Sono le persone come lui che sono mancate alla conferenza programmatica della settimana scorsa del Dc.

Per questo dico rifacciamone altre, dieci, cento e una comune, ma non pensiamo che i problemi del Paese si risolvano attraverso i tecnici che risolvono i tecnicismi. Questo vorrebbe dire alimentare l’inefficienza e ritardare la risoluzione dei problemi. Pensiamo fin subito ad ammodernare il nostro sistema politico e istituzionale per dare le corrette risposte, anche per recuperare credibilita?”. (…)

Francesco De Luigi, La Tribuna